ANGELIKA NIESCIER & ALEXANDER HAWKINS | Soul in Plain Sight

0
724

ANGELIKA NIESCIER & ALEXANDER HAWKINS
Soul in Plain Sight
Intakt records CD 369
2021

Una liaison inedita, che ha attivamente segnato il corrente anno e tuttora espressa anche da svariate esibizioni live, quella tra la alto-sassofonista Angelika Niescier ed il pianista Alexander Hawkins.

Della strumentista di natali polacchi e passaporto germanico rimane indimenticato almeno il notevole tour de force espresso in “The Berlin Concert” (2018), energica testimonianza di neo-incarnazione della legacy coltraniana, laddove delle diversificate esperienze del laborioso pianista di Oxford vorremmo almeno fissare la recente, intensa espressione del piano-solo “Iron into the Wind” (2019) che, tra altre notevoli prove, sembra esser stata quella immediatamente catturante per l’attenzione della solista di Colonia, a sua volta lodata dal pianista per il suo “suono davvero innovativo”.

Con i due partner abbiamo approntato una breve conversazione introduttiva, chiedendo cosa abbiano inteso apportare alla letteratura, o insomma al filone del duo piano-sax, che già conta firme d’eccellenza tra le quali potremmo richiamare, giusto per brevità e con libero criterio, accoppiate quali Braxton & Abrahams, Lloyd & Moran, Mahantappa & Iyer o Laubrock & Davis, oltre all’iconico e storico duo Steve Lacy – Mal Waldron.

Non credo che spetti a me stabilire quanto la nostra esperienza valga entro il filone del duo” secondo Niescier “Tutto ciò che mi sento di dire, è che siamo alla ricerca dell’ignoto nella nostra musica. La formula in duo richiede un’assoluta onestà e la totale immersione entro il momento musicale: e ci riteniamo sempre pronti a conseguire ciò – nella registrazione così come nell’esibizione live”.

Si ritiene siano analoghe le impressioni del talentuoso pianista britannico, che perviene a tale duo in coda ad un significativo canone di partnership in rosa, dopo aver co-condotto un quartetto avant-jazz in associazione alla vocalist inglese Elaine Mitchener, oltre alle recenti prove con la quotata violoncellista chicagoana Tomeka Reid e la cantante etiope-svedese Sofia Jernberg. “In effetti rilevi una questione interessante” ci raggiunge Hawkinse per la verità io mi chiedo: sono stimolato dalla musica che faremo insieme? E così Angelika, quindi Tomeka, Elaine e Sofia sono tutte musiciste incredibili, con inconfondibili personalità e di creatività virtualmente senza limiti, in tutti i casi avverto che si crea una chimica che conduce a stimolanti risultati. Certo è la musica la cosa di maggior importanza, e mi trovo nella posizione privilegiata di un ecosistema in cui posso seguire le mie orecchie, ma nemmeno per un momento potrei sostenere che l’ambiente musicale sia del tutto egualitario e rappresentativo a parti uguali. Troppo facile guardarsi intorno ed avvertire disparità e rappresentazioni minoritarie, così è cruciale che ci si continui ad impegnare per affrontare il problema!”

ph V. S. Conzelmann

Insomma, non scontate e molteplici le implicite premesse di un tale cimento, espresso sulla piattaforma discografica da quattordici misure, che dall’attacco palesano i distintivi tratti di personalità.

Più segnata dall’urgenza discorsiva, la meditazione istantanea dell’ancia di Niescier fissa un ruolo spesso tracciante nel configurare i caratteri e gli alterni umori del dialogo, così come la magnetica espressione della tastiera di Hawkins appare più connotata strategicamente da un’innovativa espansione della dimensione formale: entrambi partecipano con pari ed egualitario peso ad una sequenza segnata dalla serrata energia polemica come nell’introduttiva Brawls and Squabbles, la poetica urbana e scabra di Arhythm Song o di Scops, la sottigliezza impressionista in Why didn’t You o Metamorphose einer Karelle, l’estrazione di peculiare spirito free in Loom o Tar’ai, il lirismo austero e remoto in As Hemispheres at Home o la conclusiva Scope.

L’anima in piena vista nutre un rapporto favorito dal contrasto” citando le parole di Stephanie Jones, che forniscono ispirazione non soltanto per il titolo (e che in effetti farebbero progredire l’ecologia dei rapporti umani) e, rifacendoci appunto al commento di Niescier, la piena onestà e la completa immersione nella comune esperienza fungono da alimento spirituale all’esito di un dialogo e un intercambio di notevole efficacia, tra partner di pari caratura partecipativa, e di entrambi amiamo riportare le parole di congedo finale: “Grazie allo unerhört!-Festival e ad Intakt records per il loro fattivo e continuativo supporto alla musica, e a Te, caro amante del jazz, per la tua fedeltà a quest’arte, che in una piccola parte aiuta a rendere questo mondo un posto migliore”.

 

 

Musicisti:

Angelika Niescier, sax alto
Alexander Hawkins, pianoforte

Trasklist:

01. Brawls and Squabbles 2:55
02. Arhythm Songy 4:57
03. Why didn’t You 2:46
04. Un_Tamed 5:54
05. Shipwrecked Words 3:40
06. Scops 3:11
07. Weft 0:57
08. Nexus 6:40
09. Metamorphose einer Karelle 4:29
10. Loom 1:33
11. As Hemispheres at Home 5:03
12. Limnetic Zone 3:45
13. Tar’ai 4:36
14. Scope 1:56

Link:

Angelika Niescier

Alexander Hawkins