EMANUELE BARBATI: un musicista fuori dai generi

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Siamo in compagnia di Emanuele Barbati, compositore e autore laureato in musicologia. Da poco ha pubblicato il suo cd d’esordio dal titolo Come sempre, lavoro che arriva dopo tante altre esperienze tra cui quella di produttore artistico per la Eska Records, per la quale ha preparato numerose compilation distribuite su tutto il territorio nazionale. Emanuele Barbati inoltre ha studiato chitarra, pianoforte e produzione musicale, frequentando tra l’altro il Centro Professione Musica diretto da Franco Mussida, e ha scritto anche alcuni pezzi per altri artisti.


Fatte le dovute premesse, vediamo ora cosa ha raccontato il cantautore a noi di Soundcontest.com a proposito del nuovo album che lo vede impegnato in prima persona.



 


Sound Contest: Ci sono molti generi musicali che affronti nel tuo cd. A quale genere sei piu’ legato?


Emanuele Barbati: Inizi con una domanda abbastanza difficile. Spesso sento di non essere legato a nessun genere in particolare, ma piu’ che altro a delle caratteristiche di genere. Ad esempio noto spesso che tante canzoni che scrivo, nonostante suonino pop, abbiano molte caratteristiche del punk rock, perche’ e’ un genere che ho suonato per tanti anni e che sicuramente influenza notevolmente il mio approccio compositivo.



 


Non temi che il melting pot di generi musicali presenti in ‘Come sempre’ possa disorientare l’ascoltatore? Non temi cioe’ che il tuo cd possa suonare come una compilation, dal momento che spesso nell’immaginario collettivo un album solista si presenta con un unico genere musicale?


Questa e’ una cosa a cui penso spesso. In Italia siamo molto piu’ abituati allo standard del genere, mentre ad esempio gia’ negli States molti cantautori sperimentano generi diversi. Nel mio album ci sono varie influenze come pop, reggae e swing e abbiamo cercato pero’ di trovare un filo conduttore, ad esempio facendo suonare allo stesso modo la batteria e il basso per creare una certa continuita’ che evitasse l’effetto compilation.



 


Come mai le tue sonorita’ sono prettamente americane, ma canti solo in italiano?


Canto in italiano per il semplice motivo che voglio farmi capire al primo ascolto dalla gente che si imbatte in un mio brano. L’inglese mi piace tantissimo, ma, dovendomi confrontare con la realta’ italiana, cantare nella nostra madre lingua e’ stata una scelta obbligata.



 


Green Day, Police, Beach Boys, Rancid sono solo alcuni nomi che hanno influenzato le tue composizioni. Ricollegandoci alla domanda precedente, non ci sono influenze italiane nei tuoi ascolti o nei tuoi brani?


Certo che ci sono influenze italiane. Su tutte c’e’ quella di Francesco De Gregori che e’ il mio cantautore preferito, ma probabilmente non si sente perche’ anche lui ha sonorita’ prettamente americane, anche se effettivamente i gruppi che hai citato sono una presenza forte nel mio bagaglio musicale.



 


Come nascono i tuoi pezzi?


Di solito vengono fuori in pochi minuti. E’ come se sentissi dentro d’aver qualcosa da dire e, sapendolo fare meglio con musica e testo, mi metto al pianoforte o alla chitarra e aspetto che arrivi sulle mani; spesso infatti musica e parole nascono insieme come se l’una tirasse le altre.



 


Nelle tue composizioni che peso specifico hanno la tua laurea in musicologia, i tuoi studi al CPM e le tue esperienze da produttore e da autore?


La mia laurea in musicologia mi ha formato a tutto tondo sulla musica, perche’ ho imparato ad apprezzare i vari generi musicali che hanno accompagnato la storia dell’umanita’. Gli studi di chitarra sicuramente mi fanno approcciare alla composizione con un fare piu’ professionale, cosi’ come anche l’esperienza delle produzioni mi ha dato la capacita’ di essere piu’ umile rispetto alle cose che scrivo; avendo ascoltato gente che ha veramente talento da vendere, cerco di non pensare mai di aver scritto la canzone dell’anno.



 


Quasi in conclusione parliamo di “Scacco matto”, primo estratto dal tuo album ‘Come sempre’. Come e’ nato?


“Scacco matto” e’ nato un pomeriggio di una giornata strana e un pòdifficile. Ho capito che a volte la cosa migliore da fare e’ ridere dei propri guai, accettarsi per quello che si e’ e riprendere a vivere al meglio. E’ una canzone speranzosa perche’ spesso siamo affannati e demotivati, ma a volte c’e’ proprio bisogno di svestirsi di tutte le situazioni che ci angosciano, farsi una bella risata e poi via…



 


Ultima domanda: quali sono i tuoi progetti per l’immediato futuro?


La registrazione di un nuovo disco e’ alle porte. Stiamo lavorando affinche’ sia una produzione di qualita’ migliore di Come sempre. Anche questa volta suoneremo tutto live per dare quell’approccio da band che abbiamo voluto anche in questo album.


Volevo infine ringraziarvi per avermi concesso il vostro spazio. E’ fondamentale per un emergente poter avere delle vetrine per raccontarsi e quindi avete tutta la mia stima, visto che vi occupate di musica emergente.



 


Lusingati dai complimenti di Emanuele Barbati, terminiamo qui la nostra intervista. Ovviamente anche noi ringraziamo il cantautore per la sua disponibilita’ e a questo punto non possiamo far altro che augurargli buon lavoro per il nuovo disco che registrera’ prossimamente.