Parliamo di “Electro Way”, disco che mi attendevo anche in vinile, ma che, ahimè, ha trovato intoppi in tal senso. Disco che però con il vintage ha poco a che fare, visto soprattutto che è il mondo digitale a confezionare e a definire angoli e andamenti. Un collettivo probabilmente che vede ben 55 figure artistiche oltre al nucleo portante. Suono gigante, dinamico, quel nuovo soul americano che in fin dei conti si fa apolide e anacronistico. Leggerezza, divertimento, buone vibrazioni tanto per parafrasare il singolo che troviamo in rete.

 

 

Parliamo di suono e di produzione. Come nasce “Electro Way”?

L’idea del nuovo sound della nostra formazione è nata qualche anno fa, ma si è sviluppata dalla primavera 2020 fino a concretizzarsi definitivamente a giugno 2021 con l’uscita del disco. Volevamo puntare a qualcosa di nuovo, di più attuale ed elettronico, ma senza abbandonare del tutto il nostro percorso acustico e “tradizionale”. Electro Way è stato per certi versi occasione di sperimentazione e di ricerca, ma dall’uscita dell’album, già nei primi live e nella preparazione dei nuovi singoli, la direzione si sta sempre di più delineando.

 

Che poi parafrasando questo titolo direi che siamo di fronte anche ad una direzione non solo digitale per il mood ma anche per la produzione. Ma come avete fatto con le “orchestre” (o le semplici sezioni) che hanno bisogno di vicinanza analogica?

Abbiamo dovuto registrare l’orchestra a sezioni. Solo 4 o 5 persone per sala, sfruttando poi la tecnologia per unire il tutto. Gli arrangiamenti sono stati preparati pensando già a questa necessità, cercando quindi di dare ad ogni sezione il proprio ruolo e il proprio spazio all’interno di ogni canzone.

 

Ecco: secondo voi avrà senso pensare ad una produzione live di questo disco o di qualche brano singolo?

La produzione live è stata preparata durante l’uscita dei primi singoli e portata in scena più volte già quest’estate. I concerti dal vivo sono sicuramente un argomento delicato in questo periodo, ma un’orchestra come la nostra ha il bisogno costante di esibirsi dal vivo, di sentire il calore del pubblico. Stiamo lavorando ai prossimi concerti i cui dettagli pubblicheremo al più presto sulle nostre pagine social e sul nostro sito web.

Collaborazioni: questo lavoro ne è pieno, forse troppo direbbe qualcuno. Esiste la collaborazione principale che ha fatto nascere il resto?

La collaborazione che ha dato il la, è quella tra alcuni componenti dell’orchestra che si sono decisi a intraprendere la strada del nuovo sound e creare così la nuova produzione musicale: Denis Zupin, Martin Dequal, Walter Grison e Riccardo Pitacco. Le altre collaborazioni sono venute in maniera naturale, coinvolgere nuovi artisti e altri gruppi è per noi diventato normale.

 

Eppure, dentro tutto questo suono, personalmente avrei preferito una dimensione anche più umana… forse questa mi è un poco mancata. Cosa ne pensate?

Eravamo un po’ stanchi del “troppo acustico” e abbiamo scelto di fare una sferzata decisa verso l’elettronica. Riguardo al calore umano, sicuramente le registrazioni a distanza non hanno aiutato (il risultato dal vivo, infatti, è carico di energia), ma ci stiamo attrezzando anche per migliorare questo aspetto. Sui nuovi singoli è stato possibile lavorare in maniera un po’ più “normale” e spero che tutto il nostro pubblico possa apprezzarlo.