Intervista a Michele Fraternali con il singolo “The Magician”

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È uscito negli scorsi giorni “The Magician”, il nuovo singolo del progetto solista del compositore e musicista Michele Fraternali, opera di “solo basso” che arricchisce ancora una volta la produzione musicale dell’artista di Novafeltria (RN) estratta dal secondo album dal titolo “In The Bass Magic”. Si tratta sicuramente del brano più complesso del disco sia a livello compositivo che tecnico, con uno schema di composizione inusuale che ricorda il progressive rock britannico. “The Magician” è stato realizzato da Michele insieme a Nicola Rosti, che ha curato la parte audio (Mixing, Mastering, Recording e Ricerca Sonora) e ad Andrea Parolo per quanto riguarda la realizzazione del Videoclip. Scopriamo news e curiosità in questa intervista!

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Penso che la musica “mainstream” sia sempre più vittima di una strumentalizzazione come prodotto per vendere e fare numeri, i tempi di attenzione all’ascolto sono sempre più brevi, assisto ad una ripetitività di generi e mashup senza che emerga nulla di veramente nuovo e autentico. Si sta perdendo tutto quel “sacro” nell’ascoltare musica e nell’esperienza che bisognerebbe trarne. L’underground è pieno di veri talenti che hanno bisogno di visibilità e spazi per emergere ma purtroppo viene quasi tutto polarizzato verso il “mono-stream”. La mia musica sta andando nella direzione opposta, ho fatto questa scelta perché credo molto nella potenza di questa forma d’arte, non mi pongo il problema della durata del brano o dello schema di composizione. Ho scelto di puntare sulla unicità e sulla coerenza di quello che sento di voler trasmettere. Penso che dovremmo un po’ tutti reimparare ad ascoltare attivamente la musica senza farne un uso passivo e scontato.

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Direi Peter Gabriel, è un artista che adoro tantissimo per la sua capacità di espressione e costante ricerca musicale negli anni, penso che il suo pubblico abbia le orecchie giuste per ascoltare la mia musica.

Quali sono i tuoi piani più immediati?

Sto lavorando su nuovo materiale riesumando anche vecchie idee sepolte nello smartphone, ho in progetto di realizzare altri brani, video e di esibirli sempre di più dal vivo sia in Italia che all’estero.

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Penso che oggigiorno internet sia indispensabile per la promozione del proprio progetto musicale, anche per avere soltanto una vetrina. Abbiamo molti strumenti e comodità che 20 anni fa ci sognavamo. Come in tutte le cose si assiste al rovescio della medaglia, personalmente osservo una saturazione di proposte musicali ripetitive e povere di significato e come dicevo prima, una mancanza di ascolto attivo e dedicato a un’opera musicale.

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi?

Ti direi “Ni” nel senso che mi piace attingere da diverse cose e assemblarle a modo mio in formula di “solo basso”. Ascolto un po’ di tutto, dalle colonne sonore di film e videogiochi all’heavy metal, il prog, il funk e la fusion ma anche il pop e la rumoristica. Si possono trovare molti di questi riferimenti all’interno dei brani che compongo.

Tanta musica sulle spalle, palchi e sudore in onore alla dea musica. Con la tua esperienza e la concezione raggiunta della tua musica, cosa consiglieresti a dei giovanissimi per intraprendere un percorso artistico e discografico?

Consiglierei di fare una ricerca stilistica e sonora che rispecchi appieno la personalità delle persone che compongono il progetto e che sia allo stesso tempo originale e sincero. Un altro consiglio è quello di perseverare e di inseguire la propria passione nonostante le difficoltà e i paletti che si possono incontrare.

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Ringrazio tutti i miei collaboratori: Nicola Rosti per la Produzione, Andrea Parolo per i Videoclip, EteryStudio per la fotografia, Ciancio Graphics per le Grafiche, Sabrina Borghesi per i costumi, Alessandro D’Andrea per le consulenze tecnico-audio e Ivano Giovedì per il Mix e Master dei brani estemporanei del disco “In The Bass Magic”. Ringrazio tutte le persone che mi sostengono coi loro apprezzamenti e continui feedback che mi danno la forza di continuare questo viaggio.