Intervista a Dj Thedo con il nuovo album “System Control”

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System Control” è il nuovo album di Dj Thedo e Xmute che contiene due imponenti tracce minimal: “Minimal Drops” e “Control”. Da dove nasce la collaborazione tra Dj Thedo, nome noto nell’underground italiano per i suoi storici brani, e Xmute, nome di successo degli eventi underground europei? Nasce dalla perfetta combinazione d’intesa, ovvero, Dj Thedo, conosciuto per le sue stravaganti collaborazioni tipo quella con Jerry Popolo, nome partenopeo ospite dei più importanti palcoscenici jazz del mondo, o per collaborazioni tipo con l’orchestrina d’archi Trio Improvviso, Dj sempre pronto a sfornare idee fuori dagli schemi. Dall’altra parte Xmute, persona dalle capacità più che notevoli ed imbarazzanti davanti ai programmi di produzione musicale e dall’orecchio massima sintesi tra il tecnico e l’artistico. Nonostante Dj Thedo abbia sempre avuto un marchio musicale più soft e Xmute più strong, la combinazione artistica e caratteriale dei due, li ha portati a venirsi incontro in una minimal che forse nessuno dei due avrebbe mai pensato. Dopo tante fatiche, l’album “System Control” è stato lanciato e distribuito dalla label indipendente romana Go Go Dance e dalla multinazionale spagnola Altafonte. Scopriamo news e curiosità in questa intervista!

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Io legherei la risposta ad un’altra domanda, dove sta andando il mondo? È certo che la musica come la cultura tutta non ha regole ma sembrano cambiati generi, metodi di creazione e di vendita ed in maniera forse un po’ bislacca.

Ad avere la possibilità di suonare in un club di fama mondiale con un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Risposta forse poco dinamica ma sognerei di portare quel Dj Sauro Cosimetti che mi ha insegnato molto e che purtroppo se ne è andato.

Quali sono i tuoi piani più immediati?

Cercare di dare un verso alla mia professione in un Italia che oggi sembra discriminare i Dj-producer e non apprezzare i loro lavori che il resto del mondo spesso applaude.

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

È indiscutibile che la musica come la cultura tutta non abbia regole e non può ostacolare la tecnologia. Quello che spaventa è che la tecnologia pare abbia attentato e con successo i gusti umani. Sapere che eventi od agenzie non ti considerano se non hai un numero di social follower è disgustoso più che triste. La storia racconta di grandi pittori che in vita avevano pochi applausi e followers, oggi sono tra i nomi più importanti della pittura per l’occhio umano.

Parlaci della collaborazione con Xmute! Quando e come è nata?

L’incontro con Xmute è stato davvero casuale. Xmute è un nome noto a livello internazionale ed in un genere ritmicamente lontano dalle mie origini. Parlando e conoscendoci, ci siamo sorpresi della nostra condivisione di idee e di principi riguardo il mondo della musica. Se da una parte io, e le mie produzioni lo testimoniano, ho sempre avuto particolari o forse strane idee di produzione, Xmute è un genio spaventoso delle moderne meccaniche di produzione. Da qui è nata la voglia di venirci ‘’ritmicamente incontro’’ e di aiutarci uno più con le fantasie e l’altro con le tecniche

Tanta musica sulle spalle tra consolle e composizioni. Con la tua esperienza e la concezione raggiunta della tua musica, cosa consiglieresti a dei giovanissimi per intraprendere un percorso artistico e discografico?

I giovani hanno la ‘’fortuna’’ di poter utilizzare tecnologie e comunicazioni un tempo impensabili. Quello che vorrei capissero è che il bello deve fare il modello, non può, con i suoi follower, schiacciare tutti e decidere di fare il musicista o qualunque cosa voglia. Io, e lo dico per un vostro futuro, vi consiglierei di non abbandonare del tutto le etiche e le identità professionali, facendovi ingoiare dalla tecnologia che altro non deve essere che una nostra serva

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Posso fare un saluto a casa? Ahahah! Perdonate la battuta ma amo ridere e penso ridere sia il bene più grande e indispensabile di questa vita. Io non ringrazierei nessuno in particolare ma tutti coloro che sono passati nei miei occhi in tutti i miei giorni. Tutto insegna e soprattutto fa pensare.