INGAR ZACH | Musica Liquida

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INGAR ZACH
Musica Liquida
Sofa musica 594
2022

Percussionista border-line ed iperattivo produttore, il norvegese Ingar Zach è già stato attenzionato su queste pagine entro una concisa quanto istruttiva intervista, e per i solchi della propria label rilascia una nuova esternazione da inventivo one-man band.

Già rilevate numerose considerazioni analitiche sull’arte peculiare del Nostro, investito anche quale co-fondatore e braccio percussivo dell’originale quartetto Dans les Arbres e coinvolto in eterogenee partnership, tra cui gli intensi e paritari duo col confratello Michele Rabbia; ora, ignoriamo  quanto Zach possa esser edotto circa il gran dibattito sulla ‘musica liquida’ (o insomma la smaterializzazione dei supporti sonori) in voga a fine anni 2000, ma riterremmo che pressoché nulla di ciò abbia a che fare con lo spirito della presente esperienza, che secondo Zach “parla di suonare e sintonizzarsi su uno spazio acustico unico con i miei strumenti: è come una cerimonia, un’esperienza rizomatica e probabilmente l’attività che amo di più nella mia pratica artistica”.

 Imperioso, l’attacco simil-organistico in Mercurio prelude ad una vibratoria ri-organizzazione della materia sonora, conseguita mercé un impiego sperimentante di speakers in vibrazione sopra i tamburi, con esiti ben oltre il mero effettismo quanto da autentica palette timbrico-espressiva. L’ambizione visionaria, piuttosto libera e fuor di connotazioni temporali, ci conduce lontano verso una dimensione espansiva; pur nella sua astrattezza, si rileva nel passaggio un disegno discorsivo le cui suggestive e stratificate textures vivacizzano con ampia chiaroscuralità la dimensione ‘drone’, non unica tra le connotazioni formali.

L’ipnotica fissità dell’intro di Increspature su un lago viene solo sporadicamente interrotta da ‘clashes’ percussivi, inspessendo peraltro la trama vibratoria che conferisce al tutto un inusuale carattere di aliena sacralità; la progressiva conquista della luce nella prima parte s’intorbida nell’epilogo per stranianti intercalari meccanici, in decrescendo. Spirito primordiale nella pulsazione infra-bassa delle pelli nell’apertura di Vapore, che procede per inserti cristalliformi e metallescenti, tendendo a drammatizzazione mediante distorsione sonora, lasciando decantare le tensioni sul finale, che sospende l’ineffabile stato di meraviglia della sequenza e così concludendo la concentrata serie dei titoli nella nostra lingua.

Non ci giunge inedita la propensione zachiana verso i titoli in italiano (è stato così almeno per il brillante l’album “Le Stanze” (2016), ma qualcosa di inedito è sempre da attendersi nelle visioni del solista, e qui non sarà di poco rilievo come ancora una volta ci si confronti con il comple(ta)mento acustico d’ambiente del Mausoleo Emanuel Vigeland di Oslo. “Realizzare questo album mi ha fatto riconoscere la vitalità co-creativa di uno spazio acustico insieme ai miei strumenti e alle loro proprietà sonore, tuffandosi in un oceano di suoni e orchestrando la complessità degli strati intercalati nell’impressionante acustica del mausoleo” ancora secondo Zach, il cui talento immaginativo e il cui sovvertimento degli utensili vibranti continuano a fungere da invito verso itinerari della contemplazione e dell’auto-esplorazione.

Continuo a cercare modi per “disimparare” il mio strumento, per essere semplicemente un musicista con una tavolozza che si espande oltre una pratica strumentale fissa e per fare la musica che sento nella mia testa”, e  azzardando un’analogia con la secolare  simbologia del mondo dei tarocchi, immaginiamo il Nostro in demiurgica azione sulle superfici di tamburi e grancassa, che si fanno versatile ripiano di trovate e sorprese da ‘Bateleur’ (o ‘Bagatto’ o ‘Mago’ che sia…).

Musicisti:

Ingar Zach, percussioni, altoparlanti vibranti, rullanti, timpani, grancassa

Tracklist:

01. Mercurio 15:28
02. Increspature su un lago 10:40
03. Vapore 9:28

Link:

Ingar Zach

Sofa Music