THE SIDH | Il ponte di congiunzione tra passato e futuro

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Linea di confine che divide la tradizione celtica a quella europea di un futurismo commerciale e sicuramente accattivante. Quello dei sintetizzatori e dell’elettronica elettricità, quello delle chitarre, quello delle ritmiche digitali. Il mondo irlandese rappresentato dalle cornamuse e dai flauti come è ovvio che sia, ma anche danze e coreografie che rispettano il canovaccio. E poi, a sorprendere e a rivoluzionare, muri di rock americano, musica dub e scenari dance europei. Insomma, in poche parole ecco il progetto THE SIDH che scende in campo con un disco di inediti in studio dal titolo “Nitro” prodotto da Jean Charles Carbone e pubblicato da Artis Records.

 

Italianissimi? Come si arriva a questo livello di contaminazione soprattutto cosi giovani?

Tutti nati in Italia, anche se uno di noi è per metà scozzese! Siamo tutti amanti della musica in generale, ascoltiamo generi diversi, ma abbiamo un idea ben chiara di quello che ci piace fare. C’è chi ascolta Hip Hop, chi ascolta Rock, chi ascolta Pop, etc etc di conseguenza, quando si scrive un nuovo brano ognuno tira fuori le proprie idee e le proprie sensazioni. La musica celtica è stata il nostro punto d’incontro per tanto tempo, la base comune su cui abbiamo costruito il nostro stile, ed è forse per questo che siamo sempre riusciti a trovare una soluzione che ci potesse piacere nonostante fossero state messe in pentola idee cosi diverse. Il risultato rappresenta ciò che ognuno di noi è, non di più non di meno! Amanti del Flauto irlandese, della Cornamusa, del Piano, dell’Elettronica… perchè non unirli? 🙂

 

La composizione e l’avventura dov’è iniziata? Siete partiti tradizione celtica o da quella del Dub elettronico?

Tutto nasce anni fa, Iain Alexander Marr e Federico Melato si conoscono durante un festival di musica celtica in Valle d’Aosta chiamato “Celtica” e iniziano a suonare musica tradizionale insieme per parecchi anni. Crescendo entrano in contatto con altre realtà musicali, come l’Hip hop e la musica elettronica in generale, nasce cosi l’idea di poter portare la musica tradizionale celtica anche ad un tipo di pubblico non tanto incentivato all’ascolto di questo genere perchè spesso proposto in maniera molto tradizionale. Le prime idee sono proprio di unire un flauto irlandese ed una cornamusa scozzese ad un arrangiamento elettronico, un po come fece Hevia anni fa. Nel 2010 Iain e Federico fondano il progetto The SIDH, come duo, nel 2011 entrano a far parte anche Salvatore Pagliaro e Michael Subet.

I nostri primi lavori, tra cui il nostro primo disco “Follow the Flow”, rappresentano quindi una proposta di musica tradizionale in chiave moderna, vi sono anche molti inediti, ma rimane un sound meno osato, più radicato alla musica celtica, scelta fatta per portar rispetto a quella musica scritta in passato da altri. Con il proseguire del nostro percorso musicale, abbiamo scelto di scrivere totalmente la nostra musica, avendo cosi la libertà di poter sperimentare ogni genere, qui nasce dunque il nostro avvicinamento alla Dubstep.

 

 

E quindi qual è la vera chiave di lettura di questo lavoro? Cosa volete essere veramente: innovatori della scena celtica o trasgressivi della scena Dub?

Ci piace pensare di essere entrambi e nessuno dei due, quello che forse sta nascendo è un genere nuovo, c’è un elenco infinito di gruppi e artisti che in passato hanno contaminato l’acustico con l’elettronica, creando sound nuovi, ma negli ultimi anni sta fuoriuscendo un movimento musicale che vede proprio l’unione di vari estremi, di vari generi che si è sempre faticato ad unire e noi stiamo un po cavalcando quest’onda, cercando di creare uno stile nuovo a cui si possa dare un nome definitivo. Allo stesso tempo, arrivando dalla musica celtica, abbiamo quella grossa fetta di pubblico che ci vede proprio come “Nuova proposta” della musica celtica, e contemporaneamente veniamo anche visti come trasgressivi della scena Dub, di conseguenza al momento è difficile definire nella totalità chi siamo dal punto di vista del genere musicale!

 

“Nitro” che ambizione vuole avere? Il vero leitmotiv che lega umanamente e artisticamente ogni brano?

Sul palco cerchiamo di dare sempre il massimo, cerchiamo di essere esplosivi, pieni di energia, di ballare e di far ballare. Spesso per un gruppo musicale vi è un difficile ostacolo da superare, ovvero riuscire a trasmettere queste sensazioni attraverso un supporto musicale come può essere un disco. Con Nitro abbiamo cercato di portare queste sensazioni anche a chi non è fisicamente ad un nostro concerto. E’ un disco di inediti, quindi rappresenta nella sua totalità tutto quello che siamo a 360°. Attraverso i suoi 9 brani abbiamo cercato di trasmettere emozioni diverse, non avendo una voce che comunichi a parole quello che vogliamo trasmettere abbiamo scelto atmosfere e arrangiamenti diversi per ogni brano circa, pur rimanendo sul nostro stile, passando da brani d’impatto con elettronica, cornamuse e chitarre pesanti a brani dolci e lenti con piano, flauto e orchestra. Dando cosi la possibilità ai puristi della musica celtica, o agli amanti della musica elettronica di conoscere anche altri lati di noi. “Nitro” vuole essere il biglietto da visita appropriato che rappresenti la nuova strada che abbiamo scelto di percorrere.

 

E guardando il tutto con un occhio globale: l’Italia o il resto del mondo? Dove vorreste andare o restare?

Italia e resto del mondo 🙂 !! Ci piacerebbe girare ovunque, abbiamo apprezzato tantissimo i luoghi in cui siamo stati, soprattutto l’Irlanda che rappresenta un po’ la nostra seconda casa, ma ovviamente le nostre radici sono in Italia. Sicuramente i piani futuri sono un lungo tour al di fuori dell’Europa, per portare cosi la nostra musica negli angoli remoti del mondo.