GIANNI LENOCI TRIO | Wild Geese

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GIANNI LENOCI TRIO
Wild Geese
Dodicilune Edizioni Discografiche e Musicali ED448
2020

È con deferenza che ci si accosta a questa registrazione, testimonianza e involontario làscito del precocemente scomparso pianista pugliese Gianni Lenoci, che la inattesa e precoce dipartita ha collocato di diritto tra le leggende, ma non per questo l’esperienza del presente ascolto potrà dirsi avvantaggiata da “rendita” alcuna.

Il postumo album, uscito ad un esatto anno dalla costernante dipartita, si fonda su tracce di scrittura di due capiscuola, molto diversi peraltro, del jazz moderno alternando in scaletta brani di Ornette Coleman e di Carla Bley, oltre ad un’incursione nel repertorio autoriale di Gary Peacock.

 

Materiali che maestosamente esordiscono nell’apertura di And now, the Queen, ove la traccia melodica è agita in forma di plastica trance, ad esempio delle peculiarità di preparazione e soundscape che ulteriormente puntualizzano la consolidata maturità idiomatica del Nostro, che in questa intensa ed esemplare sessione in presa diretta si giova dell’organica interazione di virile prestanza del contrabbasso di Pasquale Gadaleta, completandosi nell’istantanea intesa con le animate carpenterie del notevole drummer Rakalam Bob Moses.

Grande carattere ed intensa strutturazione lungo le pagine successive, per sintesi passando dalla fluenza increspata della bleyana Vashkar, le africaniste tessiture percussive e l’ardita obliquità di passo nella colemaniana Sleep talking, l’antifonale contemplazione in Olhos de gato, le virulenze free della peacockiana Moor, trattando nel finale l’arcinota Ida Lupino di Bley in guisa di livido lirismo, nell’arco di un ascolto avventuroso che ulteriormente risalterà grazie alla vivida ripresa sonora, che ottimamente serve la giornata di tre anni fa in studio presso la natìa Monopoli, suggellando nell’ultima sessione di sala la parabola esistenziale e creativa di un talento che riesce e risalta ulteriormente impressionante per inventiva e sensibilità.

 

Non solo fatalmente, ma anche a ragione dell’ascolto, potremmo considerare come “definitiva” una così intensa performance, in cui poco o nulla ci viene taciuto della visione progettuale così come del pianismo articolato e sapiente, concreto ed insieme “veggente”, di scavo scultoreo di Gianni Lenoci, potendo concordare con le note introduttive nell’imbatterci con il presente lavoro almeno in una “una mirabile sintesi di scienza e arte, di armonia e melodia”.

Si trae un titolo insieme criptico ed ispirato dal poema “Wild Geese” di Mary Oliver, cui si adatta la suggestiva immagine di copertina, per la quale è difficile pronunciarsi se rappresenti un passaggio crepuscolare o tenda a forti (ma non inopportune) ambizioni metafisiche, a concisa sintesi visiva di un prezioso programma, da cui ci congediamo con la medesima deferenza dell’approccio.

 

Musicisti:

Gianni Lenoci, pianoforte
Ra Kalam Bob Moses, batteria, percussioni
Pasquale Gadaleta, contrabbasso

Tracklist:

01. And now, the Queen
02. Job mob
03. Vashkar
04. Sleep talking
05. Olhos de gato
06. Latin genetics
07. Moor
08. The beauty is a rare thing
09. Ida Lupino

Link:

Dodicilune Edizioni Discografiche e Musicali