L’aria irlandese non manca, come non mancano neanche i colori balcanici e le rifiniture greche… e non manca neanche il nostro santo pop leggero, quello di piazza e di tradizione, non manca il sole come non manca il canto “politico” (le virgolette sono dovute… niente bandiere ma solo nobili ideali e grandi personaggi). Ascoltando questo nuovo disco dei Folkabbestia dal titolo “Il Fricchettone 2.0” ritrovo anche il bellissimo successo di anni fa “U’ frikkettone” (che appunto fa un upgrade a livello 2.0) con la bella compagnia di Finaz ed Erriquez della Bandabardò e Dudu e Fry dei Modena City Ramblers. E sinceramente mi sorprende questa scelta davvero “futuristica” del bel video a corredo con le animazioni di Etienne Visora. Corsi e ricorsi storici direbbe qualcuno. Belle sicurezze che si confermano e che celebrano a pieno la libertà di quel che sono… senza filtri e senza maschere sociali.

 

 

Nell’era del digitale c’è sempre qualcuno che professa un purismo di idee e di modi di fare. Voi siete tra questi. Secondo voi ha ancora forza questo modo di fare canzone oppure il digitale sta davvero coprendo e silenziando tutto? Parliamo sempre di grande mercato, di main stream e di abitudini di ascolto popolare…

Non ci è mai piaciuto avere un’etichetta ed essere messi in uno scaffale caratteristico, non abbiamo mai inseguito le mode del momento, abbiamo sempre fatto la musica che ci sentivamo di fare. Non siamo dei “puristi” in quanto nella nostra musica mischiamo influenze, generi, luoghi e strumenti, anche quelli digitali. Certamente la musica di ispirazione folk e popolare deve rinnovarsi, mischiandosi ed interagendo con le innovazioni tecnologiche e di stile, ma del resto lo ha sempre fatto… fa parte del suo DNA e citando il verso di una nostra canzone, “… sono dolcissime e infinite le vie del folk, sono santissime e maledette le vie del folk…”. Tuttavia, nell’epoca del digitale e dei social network il buon concerto dal vivo resiste, ed è un momento di aggregazione nel quale la realtà quotidiana si trasforma e diventa un’altra cosa. Quando riusciamo a coinvolgere tante persone che non ci conoscono facendogli ascoltare due ore di nostre canzoni al posto dei soliti tormentoni dell’estate e quando alla fine ci gridano “se non fate l’ultima noi non ce ne andiamo…” è sempre una magia inspiegabile…

 

Parliamo della produzione di questo disco. Come nasce e come si è sviluppata?

Il disco nasce dal progetto di realizzare un nuovo arrangiamento della canzone “U’ frikkettone” e dalla voglia di pubblicare una serie di canzoni inedite che erano chiuse nel cassetto da un po’ di tempo. Il CD è stato prodotto nella primavera del 2019 un po’ in Veneto e un po’ in Puglia. Le riprese sono state effettuate in tre studi di registrazione, da Alberto Gaffuri presso XLand Studio a Zugliano (VI), da Marco Schnabl presso International Sound Studio a Conversano (BA) e da Massimo Stano presso Mast Studio a Bari. Le preproduzioni e la produzione artistica sono a cura del cantante della band Lorenzo Mannarini. Il mix e il mastering sono stati effettuati da Alberto Gaffuri presso XLand Studio. Il booking è a cura di Maninalto Records, l’ufficio stampa è l’Altoparlante, le illustrazioni sono di Etienne Visora – Lucerna Films, la grafica a cura di Roberto Zampa. Il disco è stato prodotto da NRG Coop con il sostegno di “PUGLIA SOUNDS RECORDS 2019” – Regione Puglia – FSC 2014/2020 – Patto per la Puglia – Investiamo nel vostro futuro”. Puglia Sounds è il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale ed è uno strumento molto utile per poter riuscire a realizzare e produrre un album. La Puglia si conferma una regione all’avanguardia nell’ambito della promozione della cultura.

 

Grandi featuring, storiche soprattutto per la vostra carriera. Perché proprio loro? Un legame ovviamente con la Bandabardò e i Modena… ma c’è anche un motivo dietro la scelta degli artisti in particolare?

Con la Bandabardò e i Modena City Ramblers abbiamo percorso le vie del folk per tantissimi anni. Con Erriquez e Finaz abbiamo già collaborato in passato mentre con Fry e Dudu dei Modena è la prima volta. Grazie al loro contributo la canzone “Il fricchettone 2.0” cantata nei dialetti pugliese, toscano ed emiliano diventa un inno all’unità del popolo italico. Il brano così prende nuova vita, prima era una lenta ballata in tre quarti da cantare abbracciati e battendo le mani, ora diventa un rock scatenato pieno di interventi strumentali in stile irlandese.

 

 

Oggi i Folkabbestia, in questo scenario mutevole anche e soprattutto da un punto di vista sociale, che metamorfosi stanno vivendo… se ne stanno vivendo una?

Da quando abbiamo cominciato a suonare i tempi sono cambiati, ma noi continuiamo a girare lo stivale, evidentemente abbiamo qualcosa da dire anche alle nuove generazioni. In questo album affrontiamo tematiche sociali. Nella canzone “Un giorno di festa” gli ideali sono quelli della Rivolta di Pasqua del 1916 quando il popolo irlandese si ribellò all’oppressione dell’invasore inglese. La libertà non è un regalo bisogna guadagnarsela. Mentre con “Lo facciamo per voi” prendiamo le difese degli ulivi, che sono patrimonio fondamentale del paesaggio, della storia e della cultura pugliese.

La campagna salentina viene paragonata alla foresta amazzonica e gli agricoltori sono dei novelli Chico Mendes che lottano e si oppongono al disboscamento e all’abbattimento del loro bene più caro. E citando la canzone contenuta nell’album “Il sole in inverno”… gli uomini cambiano ma i pensieri non si fermano e continuano e arrivano lontano…

Chiudiamo con il video che per la prima volta (se non erro) affidate ad un’animazione grafica. Da dove nasce questa scelta e perché? Un passo verso le novità estetiche del mercato?

Non abbiamo mai inseguito le mode del momento, abbiamo sempre fatto la musica che ci sentivamo di fare. In realtà anche un altro nostro video è stato fatto con un’animazione grafica, si tratta di Stayla Lollo Manna realizzato agli inizi della nostra carriera. Nel nuovo video il protagonista della canzone, il fricchettone 2.0 viene proiettato nel futuro e diventa un cosmonauta con i dred incollati sul casco che, a bordo della sua nave spaziale sgangherata, modello pulmino Wolkswagen anni ‘60, con bandiera della pace e adesivi di Bob Marley e Che Guevara incollati sulla tuta, compie mille avventure nello spazio, su altri pianeti, il pianeta Woodstock 69 o il pianeta Stratocaster 56… Alla fine il cosmofreak con i capelli bianchi torna sul pianeta terra, dai suoi anziani genitori, che lo accolgono a braccia aperte, un po’ commossi, offrendogli un’antica e buona tazza di te… Il video è stato scritto da Lorenzo Mannarini per la regia di Andrea Larosa/Lucerna Films, executive producer: Beppe Platania. Le animazioni del video e l’immagine di copertina sono del bravissimo disegnatore Etienne Visora. Anche se nel ritornello de “Il fricchettone 2.0” diciamo che non ne vogliamo più sapere di fare i fricchettoni, crediamo ancora che un mondo fatto di musica, pace e amore possa esistere. Se siamo in tanti a sognare il sogno diventa reale! Fricchettoni di tutto il mondo unitevi!! Noi ci crediamo ancora…