Errico Canta Male ci racconta il suo nuovo disco “Elèison”

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Già anticipato dal singolo “Rocce“, lunedì 29 aprile 2024 esce tutte le piattaforme digitali il nuovo disco di Errico Canta Male dal titolo “Elèison“. Quello di Errico è l’alter ego musicale di Angelo Mossi, che dopo aver militato nella scena indipendente di Torino, torna con una nuova creatura musicale anni dopo il suo primo EP, contenente il brano “Vanchiglia“, una canzone diventata nota negli ambienti politici antagonisti.

Elèison è una parola Greca che vuol dire pressappoco “pietà”.
La traduzione è incerta, e anche nel rito latino la parola era lasciata in greco, per mancanza di parole adatte. Errico ritorna così con un disco che tocca tematiche più personali ed intime: un mondo subacque e ipnotico, l’elaborazione di un trauma in formato musica, partendo dal titolo che è una parola greca che vuol dire pressappoco “pietà”. La traduzione è incerta, e anche nel rito cattolico latino la parola era lasciata in greco, per mancanza di parole adatte.

Una vita dedicata alla musica e a tutti i suoi effetti collaterali, noi lo abbiamo intervistato per voi. Ci ha confessato che vuole suonare il più possibile.

Prima di essere solista hai maturato esperienza anche in band. Quali sono, a tuo avviso, i pro e i contro di entrambe le esperienze?

In band è tutto bello. Provare, scrivere, il viaggio, il concerto. Soprattutto quando si è molto giovani è una delle cose più divertenti e anche educative che si possano provare. Da solo è tutto molto più pratico, senza dubbio. I contro dell’essere in band sono i costi e la logistica.

Che cosa significa per te la parola “Elèison” al di là della traduzione incerta?

Elèison è un esercizio di amore costante. È avere pietà di sé. Capire cosa non si può cambiare e cosa sì, e farlo. È trovare se stessi, soprattutto negli altri. 

Errico Canta Male nasce per trarre forza dalle critiche ricevute. Perché proprio Errico e non Angelo?

Mi è sempre sembrato un bel nome. Non c’è un motivo.

Come è stato collaborare con Federico Bertaccini e in che modo ha arricchito il tuo lavoro?

Ha dato una veste musicale distante dai miei ascolti e soprattutto mi ha sempre sostenuto umanamente, che non è roba da poco

Ci stiamo avvicinando all’estate. Quali sono i tuoi programmi?

Suonare il più possibile. Semplice.