BLACK SHEEP POWER | Presentata a Napoli l’etichetta “d’artista”

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Presentata a Napoli la nuova etichetta discografica ‘Black Sheep Power’.

Fa talmente caldo in questi giorni che anche pigiare i tasti per scrivere costa fatica. Ma per dare informazioni su questo evento, culturalmente  rinfrescante come un sorbetto al limone, lo sforzo lo si fa con profondo piacere.
Sì, perché già la nascita di un’etichetta discografica, di questi tempi, è di per sé  un evento. Perdipiu’ a Napoli, città che ha, nel corso del Novecento, dissipato in questo senso una tradizione gloriosa e importantissima e non ha mai più veramente e completamente recuperato. Si metta poi che siamo difronte a una ‘etichetta d’artista’ ed ecco che si coglie la peculiarità di questa operazione.

Francesco D’Errico, pianista, compositore, docente, saggista e, soprattutto, aldilà dei ‘titoli’, uno degli artisti più sinceri, saggi e sensibili che, da Napoli, ‘esportiamo’ in giro agli ascoltatori più curiosi e lungimiranti: è lui l’ideatore di questo sorprendente e fascinosissimo ‘potere della pecora nera’. Che certo non cambierà di segno le sorti dell’industria discografica a Napoli e nel meridione d’Italia, non può e non vuole farlo. Nondimeno è il gesto radicale e consapevole di un artista che decide di ‘produrre’ altri artisti, dando ad essi dunque il supporto economico e lasciando loro la totale libertà creativa. Sempreché, s’intende, siano graditi al…la pecora nera!!Investendo di tasca propria e mettendoci la faccia.

Lo ha spiegato ieri, il jazzista vomerese, rispondendo alle domande ammirate di Anna Stromillo nell’affollata conferenza stampa in cui il preciso carattere della pecora nera si è subito palesato. Si è tenuta il 12 luglio nei locali di Fonoteca che ha anche l’esclusiva della vendita dei preziosi titoli oltre al reperimento online sia delle copie fisiche che, sulle piattaforme digitali, ad un prezzo vicino al gratuito, della versione ‘download’. Preziosi per tanti motivi. Anzitutto perché si tratta di edizioni limitate e numerate – alcuni esemplari autografati – di sole 200 copie nella versione cd e addirittura di 25 in vinile dieci pollici (sarebbero i padellini a metà fra lp e 45 giri che andarono di moda solo per un breve periodo all’inizio degli anni Cinquanta del Novecento presto appunto soppiantati dal disco di 30 cm. di diametro). Una vera dolce follia collezionistica alimentata da una grafica di maniacale artigianato, studiata in ogni dettaglio editoriale, che D’Errico ha potuto realizzare grazie alla competenza di Studiozeta. Vere piccole opere d’arte che veicolano proposte musicali estranee a ogni ‘logica del profitto’, come del resto ogni passaggio di questo progetto, dal forte impatto emozionale e sperimentale al tempo stesso. Almeno così è per le prime proposte, ben quattro, con cui D’Errico comincia ad allestire un catalogo che speriamo diventi sempre più nutrito nel tempo, meritevoli ognuna d’esse di approfondite analisi.

20170713_194020Noi ci limiteremo a segnalare che addirittura strabiliante, sicuramente uno dei migliori album di jazz italiano di questa prima parte del 2017, ci è sembrato quello che si fregia del numero di catalogo 01. Si tratta di Quartetto acustico, in cui il leader, il sassofonista Giulio Martino, ai vertici della sua creatività, guida un quartetto completato dal duttilissimo Rocco Zaccagnino alla fisarmonica, Alexandre Cerda’ Belda al basso tuba e Leonardo De Lorenzo alle percussioni alla ricerca di sonorità preziose e sorprendenti, di una musica zampillante di pulsazioni e melodie seducenti, di assoli pieni di logica e di maestria. La cover della mingusiana ‘Fables of Faubus’ seduce e vale da sola l’acquisto del disco.

Altro discorso per il mondo pianistico (ma nel disco compare anche il violoncello di Manuela Albano) e compositivo senza tempo, ‘inattuale’, di Veruska Graziano che firma, con ‘Stato di ritorno’, un disco che sfugge alle etichette e ai confronti, da ascoltare e riascoltare in momenti privilegiati, quelli in cui magari la musica ci aiuta a riflettere sui nostri stati d’animo.

Terza delle quattro pubblicazioni, ‘Astigmatic Music’ è di forte rilievo: ci regala infatti il primo piano solo della carriera di Francesco ed uno dei suoi dischi più belli in assoluto. Per la scioltezza e l’intimità dell’eloquio, per la grande suggestione che provoca il riascolto in solitudine dei temi che più caratterizzano il suo mondo compositivo, per la freschezza dell’approccio, per la profondità del pensiero musicale. ‘Smile’, sì, proprio quella commovente di Chaplin, fra le cover. Promette benissimo, ma non abbiamo ancora avuto materialmente il tempo di ascoltarlo, il cd04, ‘Pannonica’, che il trio sassofono-chitarra-batteria formato da Giulio Martino, Valerio Scrignoli e Alfredo Laviano ha dedicato a riletture di brani legati a Pannonica, vale a dire a Annie Kathleen Rotschschild, detta Nica, mecenate del jazz e vicina soprattutto a Thelonious Monk che le dedicò il brano che intitola la raccolta.