ANTONIO CIACCA TRIO | With a Song in My Heart

0
981

Il miracolo e’ riuscito. E, nonostante sia avvenuto nella stessa giornata della visita pastorale di papa Francesco nella metropoli partenopea, va ad esclusivo merito dei musicisti protagonisti di questo coinvolgente live: trasformare la suggestione dello spazio affrescato della ritrovata Sala del Capitolo nel calore di un jazz club.

Anzi dell’Otto Jazz Club, sotto la cui egida – praticamente una garanzia – e’ nata (questa ne e’ la quindicesima edizione) la rassegna “Siti Sonanti”. La ideo’ quel grande, indimenticabile amico del jazz che e’ stato Enzo Lucci e la cura oggi, con la stessa tenacia, la stessa passione e la stessa competenza la sorella, Maria Lucci.

La quale ha pensato bene di invitare a Napoli Antonio Ciacca, uno dei piu’ sorvegliati, valorosi musicisti jazz italiani, in occasione dell’uscita del suo nuovo album. Che poi italiani? Si, certo, ma di quelli che l’Italia l’hanno lasciata da anni scegliendo gli Stati Uniti, convinti, e poi da essa ripagati, che la patria del linguaggio jazzistico piu’ profondo e vero, “authentic”, sia e restera’ quella dei giganti che il pianista, compositore e arrangiatore nato in Germania e di origini pugliesi ha voluto omaggiare in un 2015 particolarmente ricco di anniversari.

Da quello di Billy Strayhorn, “un genio della musica”, ha detto Ciacca, l’anima piu’ malinconica e assorta della musica di Duke Ellington, di cui ha eseguito con partecipazione “A flower is a lonesome thing”; a quello di Charlie Parker, rivisitato, insieme a Lu, nella sua essenza, vale a dire il blues piu’ viscerale e bruciante; da Bille Holiday (“Too marvelous for words”, anch’essa in quartetto), a Frank Sinatra, il piu’ citato in questo live.

Del resto il titolo dell’album, registrato con Paul Gill al contrabbasso e Pete Van Nostrand alla batteria, non lascia dubbi sulle intenzioni dell’autore: “With a song in my heart”, vale a dire uno dei piu’ antichi e gloriosi standard della canzone americana, immortalato da Sinatra, rieccolo, come da Ella Fitzgerald fino a Stevie Wonder. Ma, beninteso, freschissimo, antico e nuovo, nell’esecuzione del suo baldanzoso trio.

Uno stile, quello di Ciacca, che sembra spesso recuperare tecniche e poetiche ‘inattuali’ come quelle di un Oscar Peterson o di un Erroll Garner, ispirato a un solismo “bluesy”, antispettacolare, che rinvia a esperienze quasi sapienziali come quelle di un Ahmad Jamal o dello stesso Duke, e che si rimette costantemente in gioco, guarda avanti, esplora. Come nel suggestivo “Ciacca 5”,una composizione originale, gioiellino dell’album, edito da Twins Music.

Ma, per tornare al concerto – qui la ritmica, eccellente, e messasi in mostra con applauditi assoli, l’hanno fornita Luca Alemanno al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria – dopo la prima parte in trio, il pianista ha presentato la special guest, per la prima volta in Italia, il vocalist Sweet Lu Olutosin.

Un approccio esplosivo, una miscela di soul, blues, mainstream, assoli in stile vocalese – quindi con testi originali aggiunti -, una presenza scenica capace di scaldare il pubblico, uno sfoggio del registro grave e medio ma poi capace di sorprendere con riuscite sortite in quello alto con un timbro chiaro che ha ricordato il magistero soul di un James Ingram, anche il vocalist di Atlanta ha un cd appena uscito, con il quintetto di Ciacca e sempre su Twins, il cui ascolto consigliamo senz’altro: “Sweet Lou’s Blues”.

Che ha in gran parte presentato, anche se ad esempio la scoppiettante versione di “Cheek to cheek” presentata in concerto, ennesimo tributo all’arte sinatriana, non e’ presente sull’album.

I momenti piu’ belli del concerto – e in questo caso pezzi forti anche del disco – sono stati senz’altro l’esecuzione di “Nancy, with the laughing face”, ancora indelebilmente associata all’esecuzione del vecchio Frank e qui rivitalizzata da un vocalese toccante, da un arrangiamento di grande impatto e di “Malcom’s song (Theme for Malcom)”.

Ipnotica, incalzante, la splendida, incredibilmente sottostimata composizione strumentale di Donald Brown diventa, nell’interpretazione appassionata e riuscita del co-autore Sweet Lu, una song, immediata come l’hip hop, che cattura e avvince. Come ha palesato il caloroso applauso del pubblico.

 

Otto Jazz Club
Siti Sonanti XV edizione
presenta

Antonio Ciacca Trio
special guest Sweet Lu Olutosin

Complesso Monumentale San Domenico Maggiore di Napoli
21 maggio 2015