MICHELE CRISTOFORETTI | Una personale di pop rock

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Il nuovo disco del cantautore trentino Michele Cristoforetti sta facendo, nel suo piccolo, il giro del web. Si intitola “Muoviti” e sinceramente non ci saremmo aspettati tanto clamore. Non perché non lo meritasse, ma sinceramente davanti avevamo l’ennesima proposta pop italiana nel più classico dei canoni e dei cliché. Probabilmente il gioco forza della featuring di Maurizio Solieri che troviamo nel singolo “Sigaro Cubano” e che vediamo anche partecipare nelle riprese del video associato, è qualcosa che ha fatto il suo dovere attirando attenzioni e interessi a scavalcare la ovvia linea guida. Quindi anche io mi sono dato del tempo per un riascolto… la maturazione e l’assimilazione hanno portato alla luce particolari che in prima istanza erano sfuggiti. Un brano come “Antologia di viaggio” è di una maturità importante, che forse è proprio la scelta artistica di produzione ad aver appena penalizzato. Un bellissimo pop d’autore che rifà molto il “verso” alla voce di Cristiano De Andrè, ma che con questo regge anche il confronto… e non solo vocalmente o in somiglianze di stile, ma anche e soprattutto per una scrittura popolare da una parte e introspettiva e poetica dall’altra. E poi la title track del disco che sfoglia le pagine più importanti della storia musicale del nostro paese con melodie che riportano ad oggi scritture di Luca Carboni o Marco Masini e tantissimi altri. “Muoviti” non ha ancora la forza di imporsi e di fare la differenza. “Muoviti” va ascoltato più volte, deve sedimentare…

 

 

 

Trento: quanto c’è della tua città e della tua provincia in tutto questo lavoro?

C’è veramente tanto, iniziando dalla produzione del disco che è stata curata al NIVA Studio, noto riferimento della nostra provincia per quanto riguarda registrazioni musicali.  Oltre a questo, i Kascade, mio “gruppo spalla”, provengono tutti dal Trentino.  Diventa quindi superfluo dire che alla mia provincia devo molto, appunto per le risorse qui elencate e per la serietà che tutti quanti abbiamo messo per la miglior riuscita del progetto.

Sono molto legato al mio territorio anche per quei valori che credo la provincia insegni fra le sue note educative, quella caparbietà che penso mi abbia distinto, insieme ai miei compagni di viaggio, durante molte fasi non semplici di questo percorso.

 

Ho sentito che hai curato poco la dizione. Il tuo canto è “sporco” di molta territorialità. Come mai questa scelta?

Scelta presa di proposito visto l’interesse per queste sfumature artistiche che cerco normalmente all’interno dei miei ascolti, italiani o stranieri che siano.  Credo faccia parte della propria identità e della totale espressività. Non credo sia giusto “standardizzarsi” solo per persuadere il panorama commerciale.

 

Il tuo pop strizza forte l’occhio al mondo radiofonico e a tutto quello che c’è nella grande industria discografica. Come ti relazioni a tutto questo? Come hai scelto di sagomare la tua musica sapendo quanto pop c’è in questo paese?

Non mi sono posto dall’inizio nessun vincolo di genere e di intenzione artistica, se non quello di esprimere secondo i miei ideali ispiratori quel che negli ultimi anni ho raccolto a livello di esperienze e di situazioni sociali. Credo che non esista nessun pop uguale ad un altro, purché la composizione sia fatta in modo personale, chiaro e centrato sul tema.

 

Che poi noi di SoundContest lo chiediamo a tutti i nuovi artisti che abbiamo la fortuna di conoscere: ma che senso ha oggi fare un disco? O meglio: tu che senso gli hai restituito?

Non avrei mai scelto di raccogliere alcuni dei miei lavori all’interno di un disco se non ci fosse stata una motivazione che ne esigesse realmente la produzione. La mia finalità con questo album è quella di rivolgermi al pubblico per un fine più nobile per tutti. Infatti “Muoviti” per ora è disponibile solo in edizione fisica in tutti i negozi della nostra regione Trentino, quelle limitrofe e Amazon Italia. Non diffonderò tramite digital store prima di non aver venduto tutte le copie prodotte, poiché il ricavato andrà totalmente devoluto all’Associazione Athena ONLUS Trentino: in questo caso direi, infatti, che un senso ben delineato c’è eccome.

“Muoviti” è un lavoro che ha anche decise sfumature di rock che ho la sensazione escano molto di più in un live che sul disco. Almeno questo mi arriva solo ascoltando la versione in studio di Gente metropolitana…sbaglio?

Hai colpito esattamente nel segno, infatti la parte di interpretazione più rock mi esce sempre più facilmente durante i live.

Gente metropolitana, una cover che propongo da un sacco di anni, ne è l’esempio lampante: infatti il progetto Kascade, fondato da me una decina di anni fa, prevedeva di proporre brani dall’anima non prettamente rock in una veste molto più trasgressiva e dinamica.

 

Per chiudere: questo disco, che parla di te in ogni misura e in ogni nota…alla fine, facendolo passare di mano in mano, ti somiglia?

Direi proprio di sì, ho curato personalmente arrangiamenti e produzione, dalla A alla Z, perché il risultato fosse quello che volevo. Chiaramente, questa esperienza mi è servita moltissimo per conoscere me stesso e per proiettarmi con una consapevolezza ed un bagaglio diverso per i lavori futuri, che certamente terranno l’identità di “Muoviti” come percorso di riferimento.