Si intitola “Mantide” questo nuovo disco dei 10 HP, formazione siciliana che si rinnova e si conferma dentro liriche quotidiane, un mood che non smetterà mai di piacere e di coccolare il gusto popolare in fatto di belle ballate pop-rock dal romanticismo poetico e metropolitano. Loro che avevano anche solcato il grande palco di Sanremo nel 2012, oggi ci regalano un disco che scivola e che punge, suonato come accadeva quando la musica pop era un riferimento per davvero… un suono che dal vivo avrebbe una resa forse anche superiore… che si completa in rete di due video anch’essi dallo stile un po’ “vintage” pensando alla scena mainstream anni ’90: la title track del disco dai lontani toni tra crossover e progessive (con una citazione di stile nella chiusa del video… andatela a scoprire), e l’evanescenza visionaria – quasi fiabesca – nel rock epico di questa ballata d’amore che è “Forse”, il secondo estratto di recente pubblicazione. Dischi che non hanno la presunzione di aggiungere niente… dischi che corrono su strade battute, fieramente capaci di ricalcare cliché da cui hanno tratto storia, linfa e memoria.

 

 

Io partirei dal suono. Asciutto, deciso, ben sagomato nelle intenzioni. Avete ampiamente ripreso dei cliché anni ’90 / 2000. Sbaglio all’ascolto? Se no, posso chiedervi perché?

In realtà non abbiamo ripreso dei cliché, ma ne facciamo pienamente parte, visto che abbiamo iniziato a suonare in quegli anni, insomma…siamo diversamente giovani 😊

 

Ecco, per restare in tema: siete rimasti sempre molto sanremesi… come direbbe qualcuno. Quasi quasi sta diventando un genere musicale più che un’espressione di rito… ha senso secondo voi

Non crediamo di essere sanremesi, crediamo di avere una proposta musicale rock dove però è innegabile una marcata e onnipresente venatura pop.

 

Veniamo alla Sicilia. “Mantide” rinnova una vostra carriera che in più punti del tempo, se non erro, ha dovuto lasciare l’isola… è così? Ma è forse vero che stiamo andando vero un ritorno alle province? Accade sempre più nel piccolo centro che nelle grandi città?

Nella nostra musica le radici della provincia sono evidenti. Il nostro è un progetto nato molti anni fa in sala prove, nel profondissimo sud italiano. Abbiamo sempre vissuto la musica come una grande passione, a cui si è aggiunta successivamente la dimensione lavorativa.

 

Se in “Mantide” citate “Ritorno al Futuro”, in questo nuovo video “Forse”, avete citato altro?

Nel video di “Forse” non ci sono particolari citazioni. L’atmosfera tetra del bosco ci è sembrata perfetta per trasmettere delle sensazioni claustrofobiche a incubo, tuttavia, uno spiraglio di luce “in fondo al tunnel”, serve sempre a non perdere la speranza e a credere nella “rinascita”.

 

Il bel canto, quel che chiamavano “gli urlatori”… spesso nelle vostre dinamiche cercate anche un cantato che sia legato a questi cliché, ad un certo pop davvero italiano anche in questo. È così? Altra conferma, cosa che apprezzo molto, è quel vibrato sulle chiuse…

Giacomo (cantante e bassista), pur essendo un grande amante del grunge, ha una voce molto pop, timbricamente non ha un “grattato” tipicamente rock, per cui, in questo senso, la sua naturale inclinazione è questo cantato che fai bene a definire “pop italiano”.

 

Certamente di riferimenti ce ne sono molti… ma se vi dicessi, sempre parlando di melodie e voce, Negramaro?

Probabilmente qualche produzione dei primi Negramaro potremmo vagamente ricordarla.

 

A chiudere: la canzone oggi che ruolo ha secondo voi? Dipendenza, resistenza o pura estetica?

Noi proviamo a produrre canzoni autentiche in un momento in cui autenticità non se ne sente molta. Per cui, riuscire a raccontare senza filtri quello che sentiamo è già un grande traguardo.