Tornano in scena i T-Move Experience e questa volta nella formazione di Paolo Bova e Giada Masoni. Torna quel piglio anni ’90 di discoteche e ispirazioni internazionali e da quel grandissimo successo che è stato “Running in real time” oggi riprendono il filo lasciato sospeso e danno vita ad un nuovo singolo dal titolo “Pass this Time” che ispira anche ben 6 remix firmati da altrettante firme preziose del settore e racchiusi dentro questo Ep dal titolo “The house remix”. Ecco le degne anticipazioni di un nuovo disco che segnerà il vero rientro in scena di un progetto cult della dance e del pop elettronico degli anni ’90, anni di grande contaminazione esterofila.

 

Se pensavamo al suono degli anni ’90 direi che con questo remix avete accettato moltissima contaminazione altra. Come nasce davvero questo bisogno di rielaborare Pass This Time?

Il brano, trattandosi di una cover di un brano “fusion”, è stato concepito e rielaborato da noi in maniera rispettosa dell’originale e quindi in chiave “pop” con solamente i suoni decisamente più radiofonici. Il bisogno di avere dei remix è perché chi ci ha conosciuto nel periodo di nostra attività a metà degli anni 90 ci ha apprezzato principalmente sulle piste da ballo; quindi, non volevamo sconvolgere la nostra immagine con un prodotto fuori dagli schemi. Ecco che con l’aiuto di vari amici abbiamo preparato un pacchetto di versioni che coprisse più generi musicali, cosa che avevamo fatto all’epoca con il nostro primo successo Running In Real Time.

 

Un nuovo singolo, nuove interpretazioni, il vostro modo di pensare alla forma… secondo voi esiste ancora la Dance come si concepiva e come la concepivate voi?

Probabilmente c’è un ritorno alla dance tradizionale fatta per essere ballata, ma allo stesso tempo che sia “canzone” quanto basta per essere anche semplicemente ascoltata.

 

Di quel Running In Real Time oggi cosa ne resta?

Un bel ricordo ed aver lasciato il segno con un progetto che all’epoca usciva fuori dagli schemi e che fu apprezzato proprio per la qualità e non per un business creatogli intorno che di fatto non c’era.

 

E dunque perché poi questo Pass this time non uscì all’epoca?

Dopo il secondo singolo provammo a realizzare questo brano; ci trovammo di fronte la problematica dei “bpm” che ai tempi erano sullo standard di 127/130 battute al minuto. Essendo una cover di un brano che in originale girava a 100 bpm circa, il cantato diventava frettoloso ed instabile; quindi, decidemmo di metterlo in un cassetto e di uscire con un inedito. Questa volta siamo partiti da un bpm più abbordabile e abbiamo affidato i remix più veloci per le versioni dance a vari team con cui collaboriamo da anni, abili a trasformare il brano in versioni molto più scorrevoli.

 

Tanto materiale nel passato… ma in questo nuovo disco che uscirà, ci sono anche idee per questo presente?

Molti progetti provengono dal cassetto degli “incompiuti” di 25 anni fa, alcuni brani invece li stiamo scrivendo adesso, ma con influenze di suoni ed arrangiamenti che richiamano al nostro sound proposto negli anni ‘90.