Ad ulteriore ostensione dello strumento s’investe una sua motivata esponente, Susanna Gartmayer, alquanto in vista sulla scena sperimentante viennese – da noi già notata nel recente “Smaller Sad” (2020) in duo con Christof Kurzmann, realizzando nello stesso anno “Black Burst Sound Generator” in associazione a Brigitta Bödenauer. La formula-duo si rinnova adesso col sodale da Düsseldorf Stefan Schneider, musicista elettronico anch’egli e già cimentatosi tra gli altri con Hans-Joachim Roedelius, grande testimone del Krautrock – e un ulteriore contatto col filone si noterà nella registrazione del presente album nel blasonato studio Kling Klang dei Kraftwerk. La partnership risalente al 2015 condusse i due musicisti in sala di registrazione pressoché immediatamente, per completare i materiali del comune progetto So Sner ancora nel medesimo 2020 dei paralleli lavori.
Transitando dal brano introduttivo (Opening Parade) si rilevano nettezza e linearità del portamento solistico, sostenuto da un’ampollosa scansione ritmica, quasi a configurare una bizzarra Kammermusik di sintesi, ma il carattere della sequenza è comunque mutevole e già dal successivo Resistance si rileva una più dominante astrattezza, che richiama non poco il grande filone del pop germanico del secolo scorso. Minore organicità e sfuggente psichedelìa tratteggiano brani di spirito ulteriormente diversificato, tali Tiny Winnetou, Animals will helpo Gentle Healing; il solismo d’ebano di Gartmayer si staglia ancora nitido nella plasticità di Offspring, in cui s’amministrano manierato fraseggio e sfumata vertigine; pulsazione vitale delle elettroniche e linee del clarino conformano la ritmata e concisa We are Here, preparando le maggiori estensioni del finale nell’ispida e bruciante atmosfera di Gentle Healing.
Tutto considerato, l’album qui in ascolto non detiene l’unicità dell’investimento tra clarino basso ed elettroniche, e già su queste pagine notavamo l’operato di confratelli di notorietà meno immediata rispetto ai citati in apertura, tali Renaud-Gabriel Pion o Ben Bertrand, e le complessive musicalità non ne riescono particolarmente dissimili.
Si potrà concordare, in base a quanto rilevato, come il clima dell’album si palesi “cameristico e psichedelico allo stesso tempo, fluttuando gentilmente tra elettronica vintage, droning misterioso e astratti paesaggi onirici”; il progetto si mostra nella sostanza di stampo similare ai due precedentemente considerati, salvo rilevare una maggior austerità nel soundscape elaborato da Stefan Schneider, così come un certo grado di minore effervescenza e maggior linearità sembra connotare l’espressione di Susanna Gartmayer. Quest’ultima si conferma zelante alfiera delle applicazioni avant-garde del grave strumento, collocandolo nuovamente con coordinate in parte rivedute entro un progetto di visionarietà ondivaga e virulenta.
Musicisti:
Susanna Gartmayer, clarino basso
Stefan Schneider, elettroniche
Tracklist:
01. Opening Parade 2:38
02. Tiny Winnetou 3:43
03. Piraeus 2:45
04. Animals will help 5:08
05. Resistance 2:57
06. Offspring 2:09
07. Worrying 4:30
08. We are here 2:52
09. Gentle Healing 9:29
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