Reset è il nuovo singolo di Sclaice

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Dalla golden age al mercato attuale, un brano che possiede carisma e maturità, una maturità acquisita da tanti anni di musica sulle spalle e svariate pubblicazioni. Sclaice ha le idee molto chiare sulla sua arte e i suoi obiettivi. Con eleganza e classe si destreggia tra rime e un sound estremamente curato nei minimi dettagli. Scopriamo news e curiosità sul mondo dell’artista che continua a far parlare di sé.

Un brano che rappresenta in toto la scena hip hop classica con venature della old school che ha fatto storia. Seguire le tendenze da classifica o essere semplicemente sé stessi? Credo che la tua musica già risponda alla domanda, ma cosa pensi della discografia attuale? Soprattutto nell’universo del rap che si è affermato con le nuove generazioni. Evoluzione o rovina?

La mia direzione artistica segue una linea ben definita, coerente con quello che rappresentava il concetto di street credibility. Riguardo invece alla discografia attuale, noto che la vecchia scuola si è evoluta a livello di contenuti, di suoni e di immagine, le scelte stilistiche vanno sempre più alla ricerca della forma a discapito della sostanza.  Il rap che si è affermato con le nuove generazioni, nella maggior parte dei casi, è rivolto ad un pubblico mainstream, facilmente influenzato dalle mode, ma soprattutto dai trend social.

“Reset” parla di un azzeramento della condizione attuale di una società ormai alla deriva, schiava dell’era digitale e virtuale da essa stessa creata. Si auspica un reset totale per una rinascita personale e sociale. Cosa ci dobbiamo aspettare dall’album? Quali le tematiche affrontate? Spoiler in vista.

A livello musicale, l’album è sicuramente catalogabile come un classico dell’hip hop della Golden Age, caratterizzato dal suono analogico, multiforme, con influenze boom bap, jazz, soul, lo-fi, gangsta e funk. Le tematiche trattano vari argomenti, come la società attuale, il politically correct, la percezione alterata dei rapporti sentimentali, la violenza di genere, l’indipendenza culturale e le origini dell’Hip Hop.

Un videoclip realizzato negli studi del Phonica è in visione sul tuo canale YouTube e il singolo sulle principali piattaforme. Quale allora l’equilibrio da seguire se si potesse davvero fare un reset? Che rapporto hai quindi con i social e la rete per pubblicizzare la tua musica?

Sicuramente un equilibrio da seguire dovrebbe essere quello tra il mondo virtuale e il mondo reale, in modo tale che nessuno dei due venga totalmente assorbito dall’altro. Per quanto riguarda il mio rapporto con i social, cerco di pubblicizzare le mie produzioni, curandone la strategia, al fine di promuovere al meglio il mio brand.

Cosa consiglieresti a dei giovanissimi se volessero intraprendere un percorso artistico e discografico? Hai tanta musica sulle spalle, il prossimo album sarà il terzo e sicuramente avrai molte storie da raccontare.

Da quando ho iniziato a produrre musica nel 2008, la scena musicale è cambiata notevolmente, soprattutto dal punto di vista professionale e promozionale, se prima era più difficile raggiungere il grande pubblico, oggi grazie alla rete è tutto a portata di mano. Il rovescio della medaglia è l’eccessiva concorrenza, quindi adesso chi si affaccia al mondo della musica deve imparare ad usare i mezzi offerti dalla tecnologia nel modo più efficace e consapevole, fermo restando che è indispensabile avere una chiara visione del contenuto che si vuole trasmettere e degli eventuali investimenti da sostenere.

Sfumature che passano dal rap al jazz che donano una forte personalità al brano pur uscendo dai binari delle mode attuali. Maturità d’altri tempi che veste un testo profondamente evocativo. Come è nata la collaborazione con Dj Lil Cut che ha dato vita a questo nuovo singolo?

L’idea della collaborazione con DJ Lil Cut nasce dal desiderio di poter collaborare con un artista che ha vissuto appieno la scena underground hip hop degli anni ’90. Mi ha colpito lo stile con cui costruisce una storia attraverso frammenti di samples che hanno caratterizzato quel periodo, uno storytelling che si sposa perfettamente con il brano Reset. Citando la sua stessa intro: “And on my darkest days, I know that the sun will shine”, tratta dal brano Soul Food II del rapper statunitense Logic.