BENNY BENACK III | Quartetto d’eccezione al Music Art di Napoli

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Grandissima serata al Music Art di Napoli quella del 20 gennaio scorso: la bravura e la simpatia di una giovane, quanto già affermata presenza del Jazz mondiale, nella persona di Benny Benack III hanno conquistato il pubblico napoletano.

La sala, gremita ed entusiasta per l’occasione, ha tributato il proprio doveroso omaggio a questo ensemble, il Benny Benack III Italian Quartet, composto da Daniele Cordisco alla chitarra, Giuseppe Venezia al contrabbasso ed Elio Coppola alla batteria. Ha ulteriormente impreziosito la serata, la presenza, come special guest, di Francesco Nastro, grandissimo pianista dal tocco soave ed emozionante.

Benack, simpatico, accattivante ed entusiasta di essere a Napoli, ci ha deliziati con le note della sua tromba e ci ha riscaldato il cuore con la sua voce profonda, romantica e suadente, ma anche struggente e potente.

Ci presentano, in sostanza, il CD del loro quartetto, intitolato “Kiss Me Slowly”, appena uscito per l’etichetta Musicology; divertentissimo Benack che, in più di una occasione, brandisce il CD ed incita il pubblico alla maniera napoletana. “Accattatevillo!” e giù applausi e risate, a sottolineare i suoi simpatici approcci.

Si apre con Tea For Two, segue Kiss Me Slowly, scritta da Benack, musica e testi.

Si prosegue con Stardust, di Hoagy Carmichael ed arriva Benny’s From Heaven, la parafrasi di Pennies From Heaven, per un ri-arrangiamento dello stesso Benack.

Alla base di questo pezzo – ci racconta Benack – c’è una storia – di fantasia – che vede suo padre tornare dalla guerra  e trovare sua moglie con un bimbo in braccio; poiché era partito sotto le armi tre anni prima… i conti non gli tornano! La signora dunque gli spiega che il bimbo è un dono del Cielo, che glielo ha mandato.

Struggente l’interpretazione di Estate, di Bruno Martino, seguita da Struttin’ With Some Barbecue.

Il bis è Just In Time, tra gli applausi scroscianti di un pubblico che avrebbe voluto che un concerto del genere, sospeso tra il jazz ed il soul, lo swing ed il blues, non finisse mai.