MAX D’AVOLA QUARTET | Al Music Art un concerto “inaspettato”

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Era l’inizio degli anni Cinquanta quando il dinoccolato, strabiliante Erroll Garner regalò al mondo Misty un tema così accattivante e coinvolgente, romantico e cantabile, che divenne presto una canzone che scalò le classifiche americane dei dischi più venduti.

E proprio il gioiello di Garner, incastonato esattamente al centro del concerto del quartetto di Max D’Avola nel tempietto del jazz partenopeo è stato probabilmente la rivisitazione che si è avvalsa degli assoli più ispirati in un’esibizione che ha ampiamente convinto il pubblico del Music Art di Napoli, caloroso e competente. Va anzi sottolineato, prova provata del feeling creatosi tra i musicisti e gli irriducibili del club di vico S. Maria della Neve, che il classico di Garner è stato eseguito “a gentile richiesta”.

Assoli ispirati, dicevamo. Il giovane D’Avola (ma i veterani del Music Art lo ricordano giovanissimo al seguito di Romano Mussolini in uno storico “act”), le ha imbroccate tutte, in possesso com’è dei segreti del tenorismo del jazz classico (ha portato con se uno splendido sassofono d’epoca, da cui ha saputo cavare fuori con sicurezza un  suono “antico” e sfolgorante) che guarda proprio agli anni Cinquanta (D’Avola ha dedicato un intero disco di omaggio ai complessini di Sonny Rollins in trio senza pianoforte – anche se va detto che nella pur buona discografia del nostro sassofonista si avverte ormai l’esigenza di un nuovo capitolo che aggiorni il nuovo “stato dell’arte” maturato in questi anni) se non addirittura più indietro. Non a caso D’Avola ha citato a un certo punto Coleman Hawkins, così come ascoltandolo il pensiero è andato a Don Byas, a Paul Quinichette. Questo per dire di un clima, di un suono, di un modo di fraseggiare che nella musica del musicista siciliano si riattualizza, trova accenti personali, spunti di originalità.

Anche l’assolo di pianoforte, dovuto al talento sopraffino di Riccardo Biseo, è risultato particolarmente toccante. Per una parte mimetico proprio dello stile a tutta tastiera, straripante di brio e di timing, del genio di Pittsburgh (o di un Oscar Peterson, o di Ray Bryant), dall’altra morbidissimo e leggero a ricercare, nota singola dopo nota singola, quella che prende al cuore, quella che “dice tutto”, alla Earl Hines o, ci è parso di sentirne affettuosi echi, alla Red Garland.

A completare la formazione, una delle sezioni ritmiche più longeve e gloriose del nostro jazz: quella formata da Giorgio Rosciglione al contrabbasso (sempre meno note nei suoi assoli e sempre più essenziali, “ragionanti”) e Gegè Munari alla batteria (il vero regista del sound ascoltato), autentici depositari di un suono – profondo, corposo, capace di avvolgere l’ascoltatore – di cui si sta perdendo lo stampo: ne sono ben coscienti proprio giovani talenti come D’Avola che riempiono di impegni il carnet di questi nomi che veramente sono un po’ delle leggende viventi.  E che ancora sanno prendere al cuore l’ascoltatore (non solo nella ormai citatissima Misty ma anche in Amapola, in una intensa Over the Rainbow), e soprattutto divertire e divertirsi. E qui possiamo citare una I’ll remember april reimpaginata con una partenza a ritmo di samba, la sempre suggestiva Speak low suonata su tempo veloce, o la scatenata e trionfante Cherokee finale.

Finale? Non scherziamo. Con protagonisti simili il bis era d’obbligo, ed è toccato ad un rilassatissimo, avvolgente, convincente arrangiamento di Everything happens to me chiudere in bellezza una serata – il dovere di cronaca impone di informarne – cominciata in tutt’altro modo. Al Music Art era attesa infatti l’esibizione di Bepi D’Amato. Ma, messosi in viaggio per Napoli, il valoroso clarinettista è stato colto da un malore. Non poteva esserci sostituzione migliore e più in sintonia con la proposta del musicista di Pescara che quella di Max D’Avola e questo il pubblico lo ha apprezzato. Ma, soprattutto, ha poi tirato un sospiro di sollievo quando sono giunte notizie confortanti sulla ripresa di Bepi D’Amato. Che, anche da queste colonne, vogliamo augurare veloce e completa.

 

Max D’Avola Quartet

20 ottobre 2017
Music Art, Napoli