Intervista al cantautore TheVerso con il suo nuovo singolo “Take me out”

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Talento, un pizzico di arroganza scenica che fa sempre bene ma che nasconde tanti anni di musica tra concerti e pubblicazioni, ironia e del buon sano e prezioso britpop. E TheVerso è servito su di un piatto che piacerà a molti. La sua “Take me out” entra in testa dal primo ascolto tra nostalgia british e una musicalità, appunto, d’altri tempi. Parliamone direttamente con l’artista.

Ciao TheVerso, presentati ai nostri lettori.

Ciao e grazie per lo spazio. Sono un cantautore romano influenzato dal britpop e dall’indie rock, ho tre album all’attivo ed è da poco uscito il mio ultimo singolo dal titolo “Take me out”. Per chi non mi conosce e vuole saperne di più su di me mi trova sui social, su Spotify e YouTube come TheVerso (su Instagram sono theverso_music).

Qual è stato il tuo percorso di crescita musicale fino ad oggi?

Ho cominciato a scrivere canzoni a 16 anni e dopo alcune esperienze con delle band ho deciso nel 2016 di intraprendere un percorso musicale solista. Ho scelto il nome TheVerso perché verso è una parola che contiene degli opposti: il verso di una poesia è intellettuale, quello di un animale è istinto. Il mio nome è legato in un certo senso agli opposti e nel mio progetto esprimo le mie diverse anime perché ad esempio alcune canzoni sono più “rock” ed altre più intimiste. Negli anni mi sono tolto alcune soddisfazioni: ad esempio i miei brani “Fireflies” e “Endless corridor” sono entrati nella top 100 dei brani indie più trasmessi in Italia, il mio singolo L’Universo tra i primi 50 singoli indie più ascoltati nel web e suono spesso in diversi locali romani.

Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i tuoi riferimenti artistici che hanno aiutato la tua ispirazione nella composizione?

Ti ringrazio per aver capito certe caratteristiche dei miei brani. Penso che se ci si deve ispirare a qualcuno bisogna ispirarsi a quelli che per te sono i migliori. Io sono un grande amante del pop-rock anni 90 (Oasis, R.E.M., Verve, The Cranberries, Placebo…) ma anche dei grandi classici (The Beatles, The Rolling Stones, David Bowie…). Mi piacciono anche molti cantautori italiani, anche moderni, ma penso che musicalmente anche quando scrivo in italiano i modelli britannici e (in misura minore) americani degli anni 90 e dei primi anni 2000 sono quelli che mi influenzano di più.

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?

Credo che da un lato le mie influenze siano chiare ma ritengo anche di riuscire in un certo senso a governarle con il mio gusto e la mia originalità.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Penso che le mie canzoni siano sempre un mix tra le mie esperienze e le mie fantasie. Magari alcune canzoni possono essere più “autobiografiche” di altre, quello sì, ma non amo svelare quali.

Ha subito un’evoluzione il tuo sound, ad oggi?

Sicuramente all’interno della mia discografia si possono trovare cose un po’ diverse tra loro, negli anni credo di avere acquisito maggiore consapevolezza da un punto di vista compositivo. Il mio ultimo singolo “Take me out può essere considerato una novità perché a differenza degli altri miei brani strizza un po’ l’occhio alla musica new wave fine anni 80.

Concludi l’intervista con un messaggio!

A volte le sorprese sono dietro l’angolo. Magari basta poco, cliccare su un link e scoprire una canzone che non conoscevi che ti colpisce. Hai cliccato? Quella canzone lì è “Take me out”.