Intervista ai The Golden Age con il singolo “Free Your Mind” tra rabbia e bisogno di evasione

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Esce “Free Your Mind”, il nuovo singolo dei The Golden Age, poliedrico duo caratterizzato da un electro synth pop con sonorità d’oltreoceano dalla forte personalità. “Free Your Mind” è un brano riflessivo che nasce dalla rabbia e dal bisogno di evasione. La canzone pone l’accento su una situazione di vita comune a tutti noi, quel momento in cui sentiamo di essere oppressi da un quotidiano che ci schiaccia, con le sue piccole catastrofi e il suo incessante divenire. Questo brano segna l’inizio di una nuova era per la band, che passa da sonorità rock a un synth pop dalle molteplici influenze. “Free Your Mind” è sui principali stores digitali e nelle radio in promozione nazionale. Scopriamo news e curiosità in questa intervista!

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra di musica?

Qualcuno darebbe risposte pessimistiche a questa domanda, noi vogliamo andare controcorrente. Oggi grazie a internet è possibile ascoltare chiunque e influenzarsi a vicenda senza barriere. Inoltre, l’home recording è alla portata di tutti, con il giusto impegno e studio è possibile produrre delle ottime demo low budget (i professionisti serviranno nella fase successiva). Questo fa sì che ci sia davvero di tutto in giro, contemporaneamente coesistono un sacco di realtà e questo è bellissimo.
Noi ci accodiamo a questo filone.

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la vostra musica, chi scegliereste? E perché?

Ci sono tanti grandi nomi, probabilmente parlando di artisti dalla lunga carriera forse i Muse sarebbero una scelta azzeccata, in qualche modo sento una connessione riguardo alcuni aspetti della nostra musica. Parlando di artisti più recenti, Billie Eilish sarebbe la candidata perfetta. Con suo fratello Finneas sono senza dubbio un’ispirazione, anche solo ricollegandoci al discorso fatto prima riguardo l’home recording.

Quali sono i vostri piani più immediati?

Innanzitutto, sviluppare tutti i nuovi brani che abbiamo in cantiere. Usciranno pian piano. Contemporaneamente vorremmo suonare, farci sentire live, vivere una bella esperienza on the road per farci ascoltare.

Quanto è importante per voi internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Ti rispondiamo ricollegandoci alla prima domanda. Internet ha cambiato tutto, raffreddando molte situazioni che prima avrebbero richiesto obbligatoriamente un contatto umano. Ma anche qui, guardiamo il lato positivo della cosa: attualmente è possibile crearsi una fanbase anche solo tramite i social, ne sono la prova diversi artisti esplosi su TikTok. 30 anni fa sarebbe stato impossibile riuscirci senza passare dalla radio o dalla tv. Oggi le radio trasmettono i brani diventati trend sui social. Qualcuno direbbe che i social concentrano tutto sull’apparenza…ma alla fin fine da Elvis in poi l’immagine è sempre stata centrale per gli artisti, inutile negarlo. Oggi semplicemente le regole del gioco sono cambiate.

C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà componete e cantate?

Eccome! Diciamo che i nostri ascolti sono troppo vasti per essere racchiusi in un solo progetto musicale. C’è chi dell’eclettismo ne ha fatto una virtù, vedi ad esempio Elio e Le Storie tese che cambiano genere da un brano all’altro ispirandosi un po’ al mitico Frank Zappa. Noi vogliamo cercare di rimanere abbastanza coerenti come sound, facendo trasparire le nostre influenze tramite elementi caratteristici dei vari brani.

Avete mai pensato di cantare anche in inglese per cercare di oltrepassare i confini nazionali?

In realtà in origine scrivevamo solo in inglese! Abbiamo pubblicato tre brani in lingua inglese e con un sound più orientato verso il rock. Adesso stiamo sperimentando questa nuova via, compreso lo scrivere anche in italiano, lingua dalle sfaccettature molto diverse.

Chi vorreste ringraziare per chiudere questa intervista?

Senza dubbio un grande ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno seguiti e supportati finora e che speriamo continueranno a farlo. Un saluto al nostro sound engineer di fiducia Joe Nevix e al nostro ufficio stampa, Cristiano Romanelli della DCOD Communication. E una menzione particolare a Francesco Origlio, che non ha proseguito con noi questa avventura ma che ha rappresentato un pilastro fondamentale di questo progetto nella sua fase iniziale.