Intervista a R1sta: “Mi sfogo attraverso la musica e trovo sollievo”

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È in radio e su tutte le piattaforme digitali “Telecaster”, il nuovo singolo di R1sta uscito per TdEproductionZ. «Sono molto entusiasta del prodotto finale e della collaborazione con il mio produttore Simone Momo Riva, con il quale ho instaurato un rapporto artistico davvero prezioso. “Telecaster” è una canzone molto cruda e il testo non è dei più semplici», racconta R1sta.

Intervista:

 

“Telecaster”, tra l’altro una canzone molto bella, è il tuo nuovo singolo. Vuoi raccontarci di cosa parla?
Vi ringrazio. “Telecaster” parla di una ragazza in costante guerra con se stessa e con l’ambiente che la circonda, la quale trova sfogo e pace in alcune sostanze psicotrope come alcol ed erba. È un pezzo che nasce come denuncia sociale alla realtà che i giovani sono costretti a vivere in questo periodo storico.

Scrivi la frase più significativa di questo brano…e se ti va spiegaci il significato.
“Piangi nella notte, grida disperate di una madre quasi figlia e di un figlio quasi padre”.
Il significato di questa frase vien da sé: dietro a una famiglia trasandata nasce il disagio e quindi “una madre che si comporta da figlia” e “un figlio che si comporta da padre”, senza dare attenzioni ai figli e senza educarli in maniera corretta.

R1sta
R1sta – copertina “Telecaster”

Senti che la musica è la tua vita? Cioè, se avessi la bacchetta magica chi vorresti essere esattamente?
La musica per me è tutto, io mi sfogo attraverso essa e trovo sollievo. Se avessi la bacchetta magica non la userei, mi piace la persona che sono e il percorso che sto facendo da un punto di vista musicale e non.

Pensi che quello attuale possa essere un periodo favorevole per le nuove proposte come te o invece lo avverti come ostico?
In questo periodo l’indie è un genere che per fortuna sta andando molto, ci sono molti artisti emergenti con tanto talento e riuscirci è veramente difficile; tuttavia continuerei a fare musica anche con 2 ascolti a canzone dal momento in cui lo faccio per Me e non per gli altri!

L’incontro musicale-professionale che ti è stato più utile e perché?
Probabilmente l’incontro con Giulio Pedelì in arte “Jugo”, il ragazzo con cui ho iniziato a fare musica seriamente!