Il cantautore Mezzalibbra con la sua “Tavoli vuoti” sognando Rod Stewart

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Torna Mezzalibbra con il singolo “Tavoli vuoti” dimostrando ormai una padronanza d’altri tempi nel sapersi giostrare tra un pop raffinato con echi della grande tradizione della musica italiana e un rock diretto e senza fronzoli. Voce calda la sua che mira all’anima dell’ascoltatore comunicando con semplicità emozioni e sensazioni. Si nota del soul nelle corde del giovane artista che qui ci parla del presente proiettandosi in un futuro contornato dall’uscita di un Ep di lunga attesa. Soul, ma anche pop, rock, venature blues e tanto altro, il tutto con estremo equilibrio in cui al centro dell’attenzione torna ad esserci soltanto la dea musica. Scopriamo con Mezzalibbra qualcosa in più.

 Un singolo dai risvolti rock pur mantenendo delle linee melodiche pop che rimangano in testa sin dal primo ascolto. Quali le influenze artistiche che ispirano la tua musica e che maggiormente hanno strutturato il tuo modo di scrivere?

Principalmente come influenze musicali, come spesso ho avuto modo di ribadire, mi ispiro al Soul e all’R&B. Tuttavia, amo ascoltare Pop e Rock sia italiano che estero. Infatti, il mio modo di scrivere credo subisca le influenze di Neffa e Max Gazzè, artisti che stimo moltissimo, mentre tra gli artisti esteri sicuramente spiccano James Blunt e Ben Harper. Per quanto riguarda il Rock provo un amore incondizionato per The Strokes e per i Franz Ferdinand.

Un singolo che, come i precedenti, annuncia un ep di prossima uscita. Hai news da darci in anteprima? Momento spoiler!

Ormai siamo in dirittura d’arrivo. Non so ancora precisamente quando sarà l’uscita ufficiale dell’EP, ma posso anticipare che a breve uscirà il quarto singolo che anticiperà la sua uscita. La prossima canzone è piuttosto diversa dalle altre che ho pubblicato precedentemente, la trovo più divertente sia da ascoltare che da cantare. Spero sia lo stesso anche per i miei ascoltatori.

Hai anche video pubblicati su portali importanti nazionali come Sky Tg24 ed altri, molti concerti e produzioni sulle spalle. Ed ora? Quali i prossimi passi nel tuo percorso artistico. Un tour all’orizzonte?

Sicuramente sì. Per fare in modo che la mia musica arrivi a più orecchie possibili sto pensando di organizzare un tour in tutta la penisola, sarebbe un sogno per me. Ammetto di essere un po’ spaventato. Sebbene abbia suonato in vari posti, anche fuori Italia, l’idea di tour in sé per sé mi affascina e mi spaventa allo stesso tempo. Ho già molte idee in mente e voglio metterle in pratica il prima possibile.

Inizi come solista, per poi continuare per un periodo con una band sul palco e infine ritornare di nuovo al punto di partenza. Chi è davvero Mezzalibbra? Stai ancora cercando la tua identità artistica o erano dinamiche legate a una esigenza più tecnica e pratica?

Diciamo che il mio percorso è stato abbastanza tortuoso fino ad ora. Per fortuna sono riuscito, nonostante gli ostacoli, a riuscire nel mio intento di registrare un EP. Non nego che questi ostacoli erano dovuti anche e soprattutto ad esigenze tecniche e pratiche. La verità è che non amo suonare da solo, preferisco condividere il palco con altri musicisti e condividere le emozioni con loro. Mezzalibbra ero, sono e sarò sempre io. È qualcosa che, volente o nolente, mi porterò sempre dentro anche se dovessi estenderlo ad una band o ad altri componenti. Per il tour di cui parlavamo prima sicuramente chiederò aiuto ad alcuni amici che sarebbero felicissimi di partire con me per questa avventura. Stiamo già lavorando sodo a questo progetto, ma Mezzalibbra rimarrò solo io questa volta.

Se avessi la possibilità di aprire un concerto a un big della musica internazionale ad uno stadio, affrontandone il pubblico con la tua musica… chi sceglieresti e perché? Ti sentiresti pronto per una esperienza simile?

Anni fa, prima di Mezzalibbra, ebbi la fortuna di suonare ad un festival nello stadio Benito Stirpe di Frosinone insieme ad una delle mie prime band. Cantai il nostro primo inedito davanti ad un pubblico mai visto prima. Avevo 19 anni. Subito dopo di noi suonarono i Gipsy Kings e Bobby Kimball dei Toto. Fu un’esperienza pazzesca e ci volle qualche settimana per realizzare cosa ci fosse successo quella sera. Sicuramente la rifarei volentieri, anche se non mi sentirei all’altezza di aprire un concerto ad un big internazionale. Preferirei cantarci insieme. Magari un duetto con Rod Stewart o con Phil Collins…