I The Pax Side Of The Moon: l’ironia da cecchini, Elio e Le Storie Tese e una cassetta di birra!

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É uscito su tutte le piattaforme digitali per Believe Music Italy (e in formato birra) il primo disco dei The Pax Side Of The Moon, fuori da venerdì 12 aprile 2024 per Hukapan (etichetta discografica indipendente e agenzia creativa di proprietà del gruppo musicale Elio e le Storie Tese): un primo e definitivo capitolo che segue oltre dieci anni di attività live.

Prodotti da Elio e Le Storie Tese e definiti come “eredi illegittimi” del medesimo Complessino, i The Pax Side Of The Moon passano dal country fino al “soft metal” con assoluta nonchalance. Testi solidi, arrangiamenti non banali e ironia da cecchini sono il risultato degli anni passati a suonare davanti a un pubblico molto eterogeneo e poco incline alla benevolenza.

Ci siamo fatti raccontare qualcosa in più!

Come è nata la vostra collaborazione con Hukapan? 

E’ nata in carcere. Abbiamo conosciuto un uomo di nome Million Blade (è un nome d’arte). Quando siamo usciti, noi per buona condotta lui per evasione, ci ha subito presentati a Hukapan dicendo “Questa è la realtà per voi. Non provate a cambiare perché sapete che non sono uno che scherza.”

Quando avete capito che era la realtà giusta per voi? 

Beh ci sentiamo obbligati dalle minacce del sig. Blade. Comunque non ci troviamo male.

È necessario avere un’etichetta discografica per fare musica oggi?

No, è necessario avere una band; l’etichetta può averla anche qualcun altro, non è necessario esserne i proprietari. 

E avete voglia di raccontarci il vostro primo incontro con i ragazzi di Elio e Le Storie Tese? 

Sì, è una cosa che amiamo ricordare e anche raccontare.

E perchè vi sentite gli “eredi illegittimi”?

Non vorremmo essere polemici ma forse è giusto dire che essendo ex galeotti siamo sempre visti come “brutta gente”. Eppure il nostro debito con la giustizia l’abbiamo saldato. Pensiamo che l’appellativo “illegittimi” sia dovuto un po’ a questo pregiudizio. Dal punto di vista legale, comunque, non siamo veramente eredi in quanto ci sono dei parenti diretti che erediteranno strumenti, royalties e anche Mangoni.

Come mai ci avete messo dieci anni prima di pubblicare un primo album?

Noi eravamo pronti, ma il mondo ancora no.

(No, è per la galera)

 E in che modo questo per voi è oggi un nuovo inizio? 

Sì. Finalmente possiamo ricominciare a scrivere canzoni nuove. E’ davvero una liberazione. Potremmo dire “scarcerazione” ma… non esageriamo.

Come avete selezionato i brani che avrebbero fatto parte di questo disco? E quali avete scartato?  

Sono quasi tutte, le uniche che non abbiamo messo sono davvero orrende. Questo non ci impedirà di propinarvele nei prossimi dischi quando saremo a corto di idee o semplicemente più rincoglioniti.

C’è qualcuno che non ha apprezzato la vostra “ironia da cecchini”?

Abbiamo suonato spesso in luoghi poco raccomandabili, quindi di storie ce ne sono molte. 

Una volta durante un concerto in una birreria c’era un gruppo di persone, come potremmo definirle? Poco woke? Diciamo “non proprio degli arcobaleni” ecco, che si sono un po’ “risentite” per il brano “Alex” che parla della sua allergia alle fragole e la sua preferenza per i cetrioli. E’ una storia vera ma molti la interpretano come una canzoncina osé. Ci sta.

Durante il ritornello che fa “mi mangio i cetrioli.. sì, sono buoni!” i maschi della tavolata si sono sentiti in dovere di fare no con la testa e rumoreggiare con dissenso. Le loro compagne invece ridevano sonoramente. Questo ci ha fatto capire che la soluzione al machismo e all’omofobia che da sempre ammorbano questo Paese sia in realtà molto semplice. Basterebbe dare agli uomini grandi quantità di fragole ogni giorno. E togliere loro il diritto di voto.