Un nuovo brano per gli abruzzesi Headlight che trasferiscono il loro immaginario nell’italiano sempre restando fedeli a quella linea che aveva incuriosito e portato dalla loro gran bella fetta di critica discografica. E se difatti con “Timeline” avevano dato voce a singoli come “This Love” che non avevano certamente niente da pagare in termini di debiti e di ingenuità – anche sul piano del pop di matrice internazionale – questa volta ci regalano “Cosa ci resta”, singolo nuovo che probabilmente aprirà le porte ad un nuovo tragitto dei nostri. Dall’Italia del bel pop arriva questa voce, ma ad ascoltar bene le rifiniture dei dettagli, i disegni armonici e la progressione con cui risolvono il tutto, sembra di ascoltare una cover nostrana di un brano celebre americano… di quell’America mainstream, di quel fronte famoso di una Los Angeles di belli e dannati. Ma niente surf tranquilli… una decisa svolta, interessante e sicuramente da tenere sott’occhio.

 

 

Vogliamo parlare di suono. Dove viene preso, da quali radici, da quali schemi?

Non possiamo nascondere le nostre radici, perché sarebbe impossibile. La musica prodotta da band come i Coldplay, gli U2, ci ha sempre affascinato. Cerchiamo di creare come tutti un nostro stile e di sperimentare.

 

La produzione di questo disco? Sicuramente digitale… ma quanto avete lasciato al caso, all’improvvisazione?

Sembra tutto così ampiamente prodotto… Nulla è stato lasciato al caso, abbiamo passato ore ed ore in studio per curare ogni singolo suono, arrivando anche a litigare tra di noi per come dovesse essere registrata una linea di chitarra o di un altro strumento, o magari di un singolo effetto a cui molti neanche faranno caso.

 

Torniamo indietro nel tempo, di quando il pop rock era suonato dentro ai garage… ma ci trasferiamo oltre i confini italiani. La nascita di un disco come “Timeline” è stata una storia di amicizia o di decisioni artistiche precise?

Timeline è stata una storia di decisioni artistiche precise, ma a seguito di una storia d’amicizia nata casualmente.

Bellissima questa cover. Mi viene da pensare al buio e al barlume di luce che regala l’idea della svolta. Che chiave di lettura ha?

La luce è ciò che ci permette di andare avanti, di proseguire lungo il tragitto, anche se intorno a noi regna il buio. La luce è ciò che rappresenta la musica per noi, la speranza, fondamentale in questo periodo storico che stiamo vivendo.

 

E ora la rivoluzione in lingua italiana. Con questo nuovo singolo… perché cantate in italiano?

Abbiamo voluto sperimentare, metterci in gioco, questa è una esperienza del tutto nuova per noi. Ammettiamo di essere ampiamente soddisfatti del risultato.