GIACOMO TONI | E’ il tempo dei 45 giri

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Non mi capitava di avere tra le mani un 45 giri da non so quanto tempo. Certamente parla qualcuno che non ha il bellissimo vizio dei vinili che, in rarissimi casi dei giorni nostri, resta ancora l’unica via per godere a pieno del vero spirito della musica scritta e prodotta. Giacomo Toni sforna un progetto che forse sarà l’apripista di un full lenght di prossima uscita…per ora ecco il famoso singolo in tutto e per tutto: un 45 giri con due nuove canzoni prodotto e registrate negli studi de L’Amor Mio Non Muore e pubblicati in edizione limitata. Due soli brani: sul Lato A troviamo “Ho perso la testa” e sul Lato B “Codone lo sbirro”. Riprese analogiche su 8 piste ed esecuzioni live che fanno sentire musica, vera musica…suonata a ritmo di un funky nevrotico e psichedelico dal pianista Toni, immortalate nella storia di personaggi di provincia e di moti sovversivi al perbenismo di facciata in testi visionari del cantautore Toni. Punto a capo: gira il 45 Giri di Giacomo Toni.

 

Dal tributo a Paolo Conte alla tua musica. Quanto i due progetti che stai portando avanti si sono in qualche modo contaminati a vicenda?

Cerco di mantenere le cose ben separate. Quando suono ne Gli Scontati interpreto un pianista gregario che si attiene allo show.

Quando interpreto il mio repertorio torno a casa, nella relazione litigiosa che il mio registro ha con i Maestri; voglio dire che sono intenzionato a tradirli anche se mi hanno insegnato molto.

 

In questo 45 giri stai canzonando la società che vedi attorno. Quanto questo lo fai per denuncia o per esorcizzare un malessere?

Non faccio mai una canzone per denuncia né per un mio particolare malessere. Non sopporto le canzoni vittimiste e il manierismo del dolore dei cantautori adolescenziali. In realtà ho un rapporto di complicità con i miei personaggi. Vorrei mantenermi neutrale ma in qualche modo i loro comportamenti sconvenienti mi attraggono.

 

Musica dalla provincia. Musica della provincia. Mi viene da pensare a questo ascoltando il disco: sei d’accordo?

Senz’altro. Le canzoni vivono attraverso il mio sguardo che è lo sguardo di un provinciale che viaggia per il Paese e le sue città.

Ho un rapporto contraddittorio con la provincia. Non amo la natura. I paesaggi incontaminati mi annoiano mortalmente. Mi piacciono molto le tangenziali e l’architettura razionalista. Però amo molto i soggetti che trovo nei bar delle strade statali, immersi nelle campagne, soprattutto se gestiti da minoranze etniche jugoslave.  Mi piace vedere il costruirsi di una comunità che cospira ai margini degli agglomerati urbani, una cellula agricola resistente.

Intendo l’originalità come qualcosa in relazione all’origine, e ne esce una musica di provincia, è vero.

Tuttavia non mi è del tutto chiaro il concetto di musica cittadina, per ragionare al contrario. In Italia per esempio la musica cittadina potrebbe considerarsi il rap milanese? Oppure le nuove canzoni romanesche? e questi sarebbero fenomeni provinciali rispetto all’elettronica, che ne so, berlinese?

C’è da supporre che persino l’ultima avanguardia newyorkese sia una rozza proposta cosmo-provinciale.

 

E parlando allora della società che ci circonda: oggi si ha sempre più l’impressione che si rincorra all’originalità o al qualcosa di diverso da dare con la propria musica. Tu come la vedi? 

Mah, io sento in giro molte cose allineate. Nelle radio e nelle nuove canzoni di successo sento la retorica edificante degli anni più bui della specie. Sento in giro musica innocua.

Sento che accade qualcosa al gusto generale. Una sorta di rifiuto collettivo al pensiero complesso, e la conseguenza è il trionfo del peggior sentimentalismo e delle peggiori fanfaronate.

 

Ma Giacomo Toni con questo 45 giri si è avviato lungo la via che si usava negli anni ’50? Cioè a breve un altro singolo e poi ancora un altro fino a quando uscirà un LP che li raccoglie tutti assieme? 

Potrebbe essere un’idea, ma credo sia probabile che resti un episodio isolato, anche per dare valore all’oggetto che abbiamo prodotto. E’ in lavorazione un disco per il prossimo anno, forse conterrà questi due brani rivisitati in un’altra ottica.

 

Chiudo con una curiosità che a suon di metafora vuole sottendere molto tra le righe: pensi che “Codone lo sbirro” abbia mai ascoltato questo brano?

Codone è un amico. È stato tra i primi ad ascoltarlo. Avevo bisogno del suo consenso per pubblicarlo. Si è fatto una grassa risata.