COSE III Edizione – a Roma dal 12 novembre 2009 al 25 maggio 2010 – imperdibile rassegna di eventi, concerti e sperimentazione

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COSE Terza Edizione – Roma, dal 12 novembre 2009 al 25 maggio 2010




Una rassegna di 7 mesi, per un totale di 25 performance, tra jazz, improvvisazione, musica contemporanea, arte visuale, sperimentazione. Piccole formazioni provenienti da tutto il mondo, recital solitari, inediti connubi e molto altro, si daranno il cambio per tutto l’inverno stravolgendo con le loro performance, assolutamente uniche, le notti romane.

Luogo: Sala concerti della Scuola Popolare di Musica di Testaccio all’Ex-Mattatoio di Roma – Roma, Piazza Orazio Giustiniani 4


Orari spettacoli: tutti i giovedi’ dalle ore 21:00


Informazioni: 06/5432212 – 06/5759846


Info: www.lsdproduzioni.eu



PROGRAMMA CONCERTI




12 Novembre 2009


PAOLO ANGELI e HELENE BRESCHAND “Acqua alle corde”


Paolo Angeli – chitarra preparata


He’le’ne Breschand – arpa


Ingresso: euro 12


Inizio spettacolo: h 21:00




Acqua alle corde e’ un fenomeno ben noto ai marinai: una corda di canapa, se bagnata, aumenta di diametro e di conseguenza diminuisce di lunghezza. Nel 1586 il capitano di bastimento Bresca, osservando il sollevamento dell’obelisco in P.zza S.Pietro a Roma, si accorse che le corde tirate da 140 cavalli e 800 uomini si stavano allungando. Il rischio era di veder frantumato al suolo il pesante monolito. Il suo grido “Acqua alle corde!” – che rompeva con l’editto papale che in citta’ imponeva in silenzio, pena la decapitazione – e l’uso della sopracitata tecnica, salvo’ l’obelisco e gli umani che lavoravano nella piazza. Nessuna nostalgia o epopea vaticanista costituisce il background del duo Angeli-Breshand (al limite radio vaticana potra’ essere riciclata come white noise). Una chitarra sarda e un’arpa, entrambe preparate e modificate, abbandonano i precorsi predefiniti delle rispettive letterature e si inoltrano nell’esplorazione di sentieri tracciati dai visionari del novecento (Cage, Berio, Frith). La traslazione della tecnica marinara, la conoscenza della mutazione delle sartie con alle spalle solidita’ e cultura sedimentata, sintetizza lo spirito di totale apertura che il duo ha nella navigazione a vista tra le mede dei generi musicali, contemplati come isole da esplorare in ogni anfratto attraverso la pratica dell’improvvisazione. Le corde in gioco sono 65 (47 l’arpa, 18 la chitarra) e sono innumerevoli gli oggetti rubati al quotidiano e le tecniche che vengono utilizzati per dare un impatto orchestrale alla gamma apparentemente limitata di arpa e chitarra. Dimenticate le atmosfere rassicuranti de ‘L’intervallò: grido, punto di rottura, tensione, fisicita’, annullamento della distanza, lotta corpo a corpo tra musicista e strumento caratterizzano la musica di Paolo Angeli e He’le’ne Breschand.




He’le’ne Breschand e’ una solista virtuosa che dalla “musica classica” al “jazz”, da Berio ad Emanuele Nunes, da Jean-Marc Montera all’Ensemble Laborintus, spazia con incredibile scioltezza. Percosso, pizzicato, elettrificato e processato, lo strumento, che piu’ di ogni altro evoca immagini di grazia e delicatezza, viene in questo caso completamente trasfigurato a vantaggio della meno stereotipata delle immagini musicali. A volta quest’arpa diventa kora, a volte sanza, a volte percussione, a volte sorgente per un disturbo elettronico. Ma non ci sono evocazioni esotiche o, peggio ancora, etniche.




Paolo Angeli e’ un musicista di difficile classificazione il cui stile si divide tra un attaccamento alle tradizioni della sua terra d’origine, una passione per la liuteria e un approccio inquadrato nella musica colta. Il Nostro e’ sostanzialmente un chitarrista, ma il suo strumento (chitarra sarda preparata) esula dalla tradizione classica trasformandosi in una piccola orchestra che impegna tutti i quattro gli arti. Fatto e’ che un semplice e distratto ascolto porterebbe a pensare almeno a un quartetto di strumentisti e occorre vederlo all’opera per credere che riesca nell’impresa di fare tutto da solo. Il virtuosismo di Paolo Angeli non si ferma a un livello strumentale, ma si estende anche e soprattutto a livello di influenze stilistiche, passando da un minimalismo in stile Tony Conrad a inflessioni jazz, attraversando la musica etnica, il rumorismo, la classica da camera e la musica popolare.


19 NOVEMBRE 2009


LEM