Coro Universita’ di Verona e Progetto Sonora chiudono ARTI DI MAGGIO – Salerno, 29 maggio 2010

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L’Associazione Seventh Degree
Dell’universita’ di Salerno
Presenta
Arti di Maggio: Nuances Centro Novecento
Il centro storico il nostro palcoscenico

MICU: Coro Universita’ di Verona
ore 20 in San Benedetto


Concerto di Mezzanotte:

Ombra d’Emozioni – Gioco di Canzoni Progetto Sonora
ore 24, chiesa dell’Addolorata


 

Notte di musica tra madrigale e tango

Doppio appuntamento sabato 29 maggio per Arti di Maggio con il Coro dell’Universita’ di Verona alle ore 20 nella Chiesa di San Benedetto e concerto di Mezzanotte affidato al teatro musicale del Progetto Sonora tra le mura dell’ Addolorata

Sabato in musica conclusivo per la terza edizione della rassegna “Arti di Maggio”, promossa dall’Associazione Seventh Degree dell’ Universita’ di Salerno, con il contributo del Comune di Salerno – Assessorato Beni Culturali e Portualita’ Turistica – in collaborazione con il ministero Beni Culturali e le Soprintendenze per i B.A.P. e B.S.A.E. di Salerno e Avellino, il Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci”- per il 29 maggio propone altri due prestigiosi appuntamenti: il primo verra’ vissuto alle ore 20, nella Chiesa di San Benedetto con l’esibizione del Coro dell’universita’ di Verona diretto da Luca Marchetti, il secondo e’ l’attesissimo concerto di mezzanotte, ospite della Chiesa dell’Addolorata affidato al Progetto Sonora che proporra’ “Ombra d’Emozioni – Gioco di canzoni”.

Il Coro dell’ Universita’ di Verona, diretto da Luca Marchetti, ospite del III Meeting Internazionale Cori Universitari, indaghera’ su quel periodo di passaggio tra Rinascimento e Barocco eseguendo un florilegio di temi simbolo della nostra polifonia scelti tra nomi quali Luca Marenzio, Claudio Monteverdi e Gian Giacomo Gastoldi. In questo periodo, due elementi vennero a scontrarsi con lo stile madrigalistico: da una parte, il ritmo semplice e la struttura accordale della canzone di danza, la villanella e la canzonetta; e d’altro canto deliberati esperimenti armonici che distrussero l’equilibrio delle voci e condussero alla polarita’ di basso e soprano, in cui Claudio Monteverdi appare compositore bifronte fra due epoche, conservatore per quanto riguarda la salvaguardia della polifonia come principio di scrittura, ma rivoluzionario quanto alla sua pratica di attuazione. L’incursione nel novecento della formazione e’ affidata a due spirituals “Go down, Moses” e “Joshua fit the battle ob Jericho”, canti che hanno origini remote, risalenti alle prime forme di mercato degli schiavi provenienti dall’Africa nera e sbarcati sulla Congo Square, uno dei luoghi simbolo del jazz, linguaggio simbolo del secolo breve.

Da Congo Square ai bordelli di Buenos Aires il passo e’ breve: operai e giocatori d’azzardo, prostitute, fuorilegge e tutta la varia umanita’ che approdava in quella babele, un’umanita’ fervida e dolente, triste e allegra, che nelle sale dei caffe’ e nei prostiboli, luoghi di un meticciato culturale appartenente alla stessa epoca, creava una nuova danza dal nome ammaliante, ricca di vibranti emozioni, il tango. Il concerto di mezzanotte della terza edizione di Arti di Maggio presenta il Progetto Sonora di Eugenio Ottieri, impegnato in “Ombra d’Emozioni- Gioco di Canzoni” letteratura e musica in una notte con testi di Banchs, Fernandez ed Hernandez, alternati a melodie di Gardel e Piazzolla, evocati dalla voce di Adria Mortari che si presentera’ con Francesco D’Errico al pianoforte e sintetizzatore, Leonardo Massa al violoncello e Paolo Cimmino alle percussioni. Non si e’ voluto utilizzare il Tango come classica rappresentazione dell’Argentina ma scomporlo per ricomporlo, ognuno con il suo linguaggio: quello del jazz del pianoforte, del suono classico del violoncello, delle percussioni etniche miscelati ma sempre riconoscibili come le sabbie colorate nelle bottiglie. Utilizzando gli strumenti come colori si e’ cercato di sottolineare insieme alla voce il diverso pathos dei due autori argentini. È questa la continuazione del percorso artistico di Adria Mortari che quando unisce parole e musica non vede mai il cantare e il dire chiusi nella loro forma espressiva, ma cerca sempre l’esaltazione del testo nel canto e la melodia possibile per comunicare e sottolineare l’emozione dei versi.