CHRISTIAN  WALLUMRØD | Speaksome

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CHRISTIAN  WALLUMRØD
Speaksome
LP/CD Hubro HUBROCD2650
2021

“La forma sbagliata” : prendendo a prestito il titolo da un popolare sceneggiato del secolo scorso (… sic transit gloria mundi…) saremmo tentati di adottarlo come definizione calzante per l’approccio del tutto personale alla composizione e per le propensioni estetiche dello sperimentato pianista e compositore norvegese Christian Wallumrød.

In effetti ben poco di scontato o già sentito si può riscontrare nella già corposa produzione del Nostro, in questo caso di nuovo alla prova pianistica individuale dopo il non troppo recente “Pianokammer” (Hubro, 2014).

 

E se sulle prime non volessimo considerarlo un sequel, rilevandone un impatto alquanto differenziato, all’ascolto di fatto si palesa funzionale al continuum generale dell’opus wallomrudiano, articolato soprattutto nel dettato dei suoi originali ensembles, palestra alquanto peculiare dei personali stilemi cui da non poco ci riteniamo avvezzi – e cultori.

Inchiostro di bituminosa densità nelle aggregazioni accordali “spurie” (vedansi le premesse) in apertura di Self Volk, configurato come un motivo di scandinava danza popolare, quindi stemperato entro un ondivago epilogo;  giocata entro riverberazioni e apporti elettronici, la straniante Speakless esordisce su un abissale carattere interrogativo, convogliato verso le fibrillanti e sincopate direttive della mano destra sul finale.

Ripresa ancora di un irregolare impianto danzante in Nölen und Laden, tratteggiato da una relativa e classicheggiante compostezza, cedente alle fitte ondulazioni della ipnotica progressione, verso una chiusura via via più impersonale e destrutturata.

Potremmo tacciare di ‘jazzesca’ la glossa in Zitternpappel, quantunque fortemente improntata da un’ antifonale concentrazione di spirito nordico, entro un’opaca palette chiaroscurale.

Scultura entro una dialettica tra silenzi e risonanze, imbastita tra drum machine e gioco di pedali nella breve estensione di Treeline, d’ineffabile tempra, a palese contrasto con la plastica e spedita discorsività della successiva Gitar (forse unico passaggio che non suonerebbe ‘estraneo’ in un solo-recital di piano jazz, sia pure stilisticamente molto concessivo).

Si conclude con l’eponima Speaksome nella condivisione di un personale e comunicativo stato di trance, che ulteriormente sancisce, del pianismo del Nostro, la visione articolata quanto dai peculiari ingredienti.

Dunque, sabotaggio del passo ritmico e disintegrazione della linea melodica, tra quanto è variamente ravvisabile, oltre a transitori dettagli ed eccentrici stilemi, non del tutto paradossalmente anzi funzionalmente “costruttivi”, sia pur tendenti al mantenimento di forme aperte e alla figurazione di un algido pathos. Di più, si palesa ulteriormente la necessità dell’interazione con l’ascoltatore, partecipativo e da richiamare attivamente in causa nella fissazione stilistica e narrativa dei materiali: nessuna “forma sbagliata” dunque lungo le sette misure su cui è scandito il presente “Speaksome”, non certo prodigo o ridondante quanto a materiale pianistico, per il quale suggeriremmo, più che un “completamento” in fase d’ascolto, una fruizione neutrale e rispettosa dell’originale gioco creativo e del sistema rappresentativo di un autore e performer che ha già tratteggiato (ed argomentato) una ‘griffe’ del tutto personale.

 

Musicisti:

Christian Wallumrød, pianoforte, synth, autoharp, drum machine

Tracklist:

01. Self Volk 7:59
02. Speakless 3:35
03. Nölen und Laden 7:24
04. Zitternpappel 3:20
05. Treeline 5:21
06. Gitar  3:06
07. Speaksome  4:29

Link:

Christian Wallumrød

Hubro music