CATERINA PALAZZI QUARTET | Sudoku Killer

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Caterina Palazzi Quartet
Sudoku Killer
Zone di Musica
2010

Sono ormai piu’ di tre anni che Sudoku Killer e’ stato pubblicato, ed essendo il tempo anche un galantuomo si puo’ tranquillamente dire che chi allora vi aveva scorto e ascoltato qualcosa di buono, anzi di ottimo, non si e’ per nulla sbagliato o compromesso. Nello spazio di un’ora e sette tracce resta ancora molto da applaudire e scoprire, in primo luogo perche’ all’interno di ogni composizione si annida una sorta di moltiplicazione, generata dalla presenza di tre o quattro temi diversi che per solidita’ strutturale, vitalita’ ritmica e varieta’ stilistica qualcun altro avrebbe isolato e sviluppato sino a costruirci materiale di qualita’ per due dischi differenti. In secondo luogo perche’ quella di Caterina Palazzi e’ una visione sonora ed estetica efficacemente agitata e articolata, alimentata solo in parte da cio’ che siamo abituati a considerare musica jazz.

 

In brani ariosi e dinamicamente tensioattivi come Vampiri (titolo che preferiamo leggermente agli altri per gli spericolati avvitamenti melodici e la corrosiva carica eversiva di estrazione free-noise-rock), Berlino Est, Delitto e castigo e La lettera scarlatta convivono, infatti, panoramiche “progressive” e dimensioni lisergiche care a quella strana bestia rock che circolava selvaggia e imprendibile negli anni Settanta, come pure oniriche valenze cinematiche e contemporanee corporeita’ indie-alternative tradotte sotto forma di urbane inquietudini coperte dal cupo mistero della notte. Perche’ quello che esce dalla penna della Palazzi e’ un inchiostro nero che lentamente si rischiara e muta in un ipnotico e sensuale romanticismo. Cosi’, tra le tante definizioni disponibili per descrivere Sudoku Killer una piuttosto abusata e’ stata quella di “noir jazz”, una miopia e un’oziosita’ critica che penalizza e sottace la vertiginosa poeticita’ e ricchezza estetica su cui si fonda il discorso musicale della contrabbassista, singolare anche per il modo in cui compone, conduce ed entra nel processo creativo di un quartetto che, lontano dagli stereotipi del jazz, sembra piu’ suonare e muoversi come un combo pop-rock in cui l’improvvisazione e la forma-canzone, il registro acustico e quello elettrico, sono adoperati con grande equilibrio e senso dell’attualita’.

 

Dai titoli dei brani e dell’album si puo’ tuttavia recepire un filo conduttore narrativo e concettuale dell’opera che sembra scaturire da suggestioni private, letterarie e cinematografiche esprimenti codici enigmatici e simboli tragici. Universi conflittuali tradotti nell’imprevedibilita’ dei cambi ritmici e climatici come pure nelle cadenze armoniosamente malinconiche sottolineate dai fraseggi del sassofono di Danielle Di Majo e dalle belle architetture oblique della chitarra di Giacomo Ancillotto. Dall’ascolto e’ anche chiaro come la Palazzi eviti la spettacolarita’ tecnica fine se stessa, preoccupandosi maggiormente del risultato espressivo generale o del mood complessivo di ogni singolo brano. Pur tuttavia la cavata profonda e granulosa della contrabbassista trova in ogni partner (specie nel roccioso appeal ritmico del batterista Maurizio Chiavaro) una sponda perfetta ed un interlocutore congeniale per dare risalto ad un indubitabile senso di potenza e precisione. La dimestichezza pratica con vari generi (alt-rock-pop, blues, post-punk, jazz) e la proficua frequentazione della scena musicale francese (da sempre piu’ disinibita, emancipata e aggiornata alle tendenze correnti rispetto a quella italiana) hanno indubbiamente aiutato Cristina Palazzi a scrollarsi di dosso la limitazione e l’emarginazione del ruolo di musicista e strumentista che purtroppo (specie nel campo del jazz) affigge qui da noi l’altra meta’ del cielo. La speranza e’ che Caterina trovi la motivazione e il coraggio per andare ancora piu’ oltre e far crescere questo bel progetto con un pizzico di maggiore sfrontatezza e cattiveria.

 

 

Voto: 7,5/10

Genere: Modern Jazz-Prog-Rock

 

 

Musicisti:

Caterina Palazzi – double bass

Danielle Di Majo – alto sax

Giacolo Ancillotto – electric guitar

Maurizio Chiavaro – drums

 

 

Brani:

01. La lettera scarlatta

02. Vampiri

03. Berlino Est

04. Delitto e castigo

05. La vedova nera

06. Viaggio in Italia

07. La guerra dei mondi

 

 

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