CASABLANCA | L’esordio che non ammette etichette

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Come parlare dei Casablanca senza ricorrere a delle stupide etichette? Sarebbe opportuno citare il sound aggressivo degli anni ’80 e ’90 attraversando con un sol fiato tutte le sfaccettature che l’elettronica ha usato per contaminare il pop commerciale italiano. Insomma mi accodo a quanti condividono una repulsione contro queste maledette etichette. Premiamo play su questo progetto, senza pregiudizi e senza la la presunzione di voler dare significati e significanti. L’energia dei Casablanca capitanati da Max Zanotti non ammette regole e non ne cerca. Omonimo esordio anticipato e lanciato dal video del primo singolo estratto: “GELIDO”. Sono 11 gli inediti di questo lavoro che scivola, intriga e non stanca mai. Innumerevoli richiami quasi divertente scovarne ma nessuno con il delitto di plagiare o riesumare note soluzione per mancanza di fantasia. Niente di tutto questo. Carattere ed originale passione.

 

 

CASABLANCA. Come mai questo nome?

Ci ricordava la cinematografia, arte, un non so che di retro’ e calore.

Volevamo un nome che fosse caldo alla pronuncia e musicale allo stesso tempo.

E’ sempre difficile trovare un nome che rappresenti quello che fai, un tocco di malizia in chi lo ascolta e’ anche un po’ diabolico… ahaha

 

Da più parti si parla del progetto di Max Zanotti. È un errore per abbreviare le cose oppure in qualche modo si rappresenta così non solo un leader ma anche chi ha dato vita a questa nuova avventura?

Infatti non e’ giusto parlare del progetto di un singolo, siamo una band e come tale ci rapportiamo… ho dato vita a questa nuova avventura ma senza gli altri non sarebbe mai esistita.

Mi piacerebbe pensare che togliendo dalla band uno di noi non sia piu’ la stessa cosa. Questo e’ per noi il concetto di band, se ci pensi bene in italia non e’ che ce ne siano molte con questa prerogativa.

 

Si torna indietro nel tempo. Ma dagli anni ’70 e ’80 avete attinto musica italiana o estera?

A parte la lingua abbiamo quasi sempre ascoltato musica estera, quindi direi che le influenze arrivano da li.

Gli anni 90 hanno miscelato tutto quello che c’era prima e questo ci piace. Quello che fai e’ frutto dei tuoi ascolti e diffido sempre molto da chi suona quello che non possiede a casa nella sua raccolta dischi.

Ascolto “Gelido”… anzi lo guardo anche. Se vi dicessi Green Day che mi cosa mi rispondereste?

Siamo lontani, direi che non e’ tra i nomi che accosterei alla band, avendo comunque rispetto per loro. Credo che Casablanca sia un progetto più viscerale e sensuale.

 

Esiste un senso logico che lega assieme il vostro vissuto artistico a questo progetto? In altre parole: una trasformazione o un processo evolutivo?

Dopo un girovagare con curiosita’, almeno da parte mia, tra generi musicali differenti, progetti elletronici, jazz e acustici ho sentito la mancanza di casa, rock. Diciamo che sono tornato da dove ho iniziato. Per quanto riguarda gli altri, sono rimasti piu’ fedeli negli anni…

Non sempre l’evoluzione e’ andare avanti.

Trasformarsi coincide con non averlo voluto fare di proposito, quello è mimetismo.