BOBBY SOUL: il padrino italiano del funk

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Il protagonista di questa chiacchierata e’ Bobby Soul, cantautore genovese giunto al suo terzo album solista, Conseguenze del Groove. Diciotto tracce funk che abbracciano sonorita’ elettriche caratterizzano la nuova fatica discografica dell’artista, il quale per l’occasione si e’ fatto accompagnare dalle tre band che hanno collaborato con lui in questi ultimi anni: Les Gastones, The Knickers e Los Bonobos Boracheros. Ecco dunque cosa ci ha detto Bobby Soul nell’intervista che ci ha gentilmente concesso.



 


Sound Contest: Ti sei fatto accompagnare da diverse band in questi anni e anche nel nuovo cd. E’ un tipo di scelta che fai per necessita’ o per qualche tua esigenza specifica?


Bobby Soul: E’ in primo luogo la necessita’ di portare il piu’ spesso possibile la nostra musica in giro in base alle esigenze dei locali (abbiamo un’agile versione acustica in duo o anche in trio) e in base alle esigenze dei musicisti che mi accompagnano, ma da questa necessita’ e’ nata anche la possibilita’ di curiosare in ambienti sonori mai sperimentati prima, senza preconcetti e privilegiando l’istintivita’ di ciascun musicista.



 


Parliamo subito di alcuni pezzi di ‘Conseguenze del groove’ e iniziamo da “Conseguenze”. Come e’ nato questo brano?


Come dicevo prima, l’intero lavoro e’ nato lasciando ai musicisti il massimo grado di liberta’ espressiva. Questo pezzo infatti e’ nato sul momento; avevo il testo che mi sembrava potesse introdurre l’intero album e ho chiesto a Les Gastones di fare una jam su un tipico groove funk.



 


Nello stesso brano sono presenti le voci di Ernesto De Pascale e di Gil Scott Heron, scomparsi entrambi l’anno scorso a distanza di pochi mesi. Quale ricordo e che insegnamento ti hanno lasciato queste due grandi personalita’ della musica?


Avevo gia’ in mente di includere le voci di Rickey Vincent (l’autore del libro ‘Funk’ che avevo intervistato qualche mese prima), il campionamento di “The Revolution Will Not Be Televised” di Gil Scott Heron e soprattutto la voce di Ernesto De Pascale, scomparso l’anno scorso e al quale e’ dedicato questo disco. Gil Scott Heron l’avevo visto qualche mese prima che morisse nel suo ultimo concerto italiano a Vigevano; ho sempre amato la sua musica, la sua poesia e il modo in cui univa ai suoi Grooves parole profonde e struggenti oltre che messaggi politici inequivocabili. Ernesto invece in questi ultimi anni e’ stato per me un maestro, un amico, un artista ed un intellettuale straordinario e fra l’altro avrebbe dovuto produrre questo lavoro.



 


Bene. “Un’assouluzione” e’ invece il secondo singolo tratto dal tuo ultimo album. A che punto e’ la preparazione del videoclip?


Giriamo il 22 febbraio. Credo che sara’ una cosa molto buffa, perche’ il video sara’ ambientato in una chiesa sconsacrata e io, nelle intenzioni delle registe Valeria Cavagnetto e Teresa Rocco, dovro’ essere un prete completamente pazzo, mentre Liza Chic, che canta con me il pezzo, sara’ una suora armata fino ai denti. Fra l’altro sara’ co-protagonista del video il mitico Mister Puma, cantante/attore savonese icona dell’underground ligure.



 


Tra gli altri pezzi piuttosto interessanti del cd c’e’ senz’altro “Crudele”, gia’ presente in un’altra versione nell’album ‘73% Phunk’. Il rumore che accompagna il brano e’ per caso quello della puntina del giradischi?


No. In realta’ e’ il crepitio del fuoco di un caminetto di una casa di montagna dove mi sono trovato casualmente una sera e l’ho registrato col cellulare. Mi piaceva inserirlo all’interno del brano, perche’ mi pareva che corrispondesse al carattere nostalgico della canzone.



 


Interessante. In ‘Conseguenze del Groove’ inoltre si puo’ ascoltare anche “Freedom”, suggestiva cover di Ritchie Havens con cui il medesimo artista aveva chiuso il suo set di apertura a Woodstock. Com’e’ nato il tuo arrangiamento relativo a tale brano?


Ho voluto inserire questa versione di “Freedom”, perche’ da un paio d’anni e’ inclusa in uno spettacolo teatrale diretto da Luigi Marangoni dal titolo “Odissea con DJ”, lavoro in cui si propone un’interessante contaminazione dei versi di Omero con la contemporaneita’ da una parte e con il Blues dall’altra. Nel timbro dei grandi Bluesmen, a nostro avviso, si avverte lo stesso sentimento di mancanza e di nostalgia per la terra natia che aveva Ulisse.


Questa versione e’ totalmente arrangiata per chitarra, voce e stomp box (una diavoleria artigianale) da Alessio Caorsi, che e’ il mio socio nel duo acustico.



 


Ci avviamo verso la conclusione. Tra le tante soddisfazioni che ti sei tolto nella tua carriera, hai aperto anche il concerto degli U2 a Reggio Emilia nel 1997. Che ricordo hai di quell’esperienza?


Che mi ca..vo molto sotto innanzitutto! E poi ho sentito una specie di sollievo nel vedere che alla fine, anziche’ tirarci addosso ortaggi di ogni genere, il pubblico che aspettava Bono e soci ci ha pure applaudito! A parte gli scherzi, e’ stato uno dei momenti piu’ emozionanti della mia carriera.



 


Questa domanda e’ rivolta a te in qualita’ di