JACK WHITE | Blunderbuss

0
250

Jack White
Blunderbuss
Third Man Records
2012

Non sappiamo se e quando i White Stripes torneranno in pista, ma almeno abbiamo ancora intorno Jack White, bravo a dividersi tra set cinematografici e studi di registrazione. Finalmente il buon Jack prova a metterci la faccia ed era ora che giungesse questo primo album solista. Dimenticate il suo lato piu’ garagista e delinquenziale, propinatoci con i Dead Weather, oppure quello piu’ reazionario e nostalgico sull’asse anni Sessanta-Settanta che aveva instillato nei due dischi con i Raconteurs. Dimenticateli, ma non troppo, perche’ Blunderbuss (archibugio) riesce nel non facile intento di conciliare quelle due anime con tantissime altre che si sgomitano tra le tredici tracce di questa raccolta, creativamente fertile e magnificamente ispirata.


 



Jack White gioca, infatti, a carte scoperte, avendo investito in Blunderbuss anche grandi risorse in termini di manovalanza (vedi la schiera di musicisti e ospiti convocati in quel di Nashville). La foto di copertina lo ritrae avvolto in un pastrano scuro con un corvo nero appollaiato sulla spalla. Un ritratto decadente e bohemien che ben rappresenta la lacerazione artistica del personaggio e quella stravaganza stilistica che permea la concezione dell’album. Introdotta e dominata dal suono dell’organo Hammond, l’iniziale Missing Pieces e’ uno spiritato soul-rock in cui Jack squittisce con il suo inconfondibile falsetto. La successiva Sixteen Saltines e’ una bomba garage-rock, ficcante nei suoi ruvidi e massicci riff di chitarra accompagnati da un paio di accordi Hammod in perfetto stile anni Settanta. Il vero colpo di reni giunge pero’ subito dopo con il garage-blues “rappato” di Freedom At 21, a riprova che il Nostro ha un talento davvero speciale nel trovare in due-tre accordi quel refrain melodico che ti entra nel cervello e ti si propaga nell’organismo con l’efficacia micidiale di un virus. Lo stesso dicasi di Love Interruption, viscerale e raffinata ballata acustica condivisa con la cantante ghanese Ruby Amanfu o della title-track scandita dal piano, dal violino e da una slide guitar mellifluamente country-folk.


 



Atmosfere quasi orchestrali e ascensionali segnate da un canto d’antan (in stile glam tra Bolan e Bowie) caratterizzano invece Hypocrital Kiss mentre e’ ancora il suono del piano che dilaga in Weep Themselves To Sleep, una torch song in chiave glitter-progressive che si fa apprezzare per la varieta’ coloristica dei suoi arrangiamenti. I’m Shakin’ (cover di un vecchio pezzo del jazzista e trombonista Rudy Troombs) e’ un melmoso motivo ibrido, tra boogie-rock, electric blues e doo woop, cosi’ come Trash Tongue Talker sembra un blues-shuffle uscito da una jam session tra Rolling Stones e Bob Dylan. I due brani finali, On And On And On e Take Me With You When You Go denotano infine robuste radici americane innestate nel fertile terreno del pop piu’ tridimensionale, quel tipo di cose che potevi avere la gioia di sentire da formazioni quali Byrds e Flying Burrito Brothers.


 



Incalzante, diretto ed energico nella prima parte, piu’ articolato e ricercato nella seconda, Blunderbuss e’ un album completo e sfaccettato come capita di ascoltarne pochi negli ultimi tempi, un’opera che certo mira a vendere a palate (e’ gia’ al primo posto negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada) ma dove passato e attualita’ si compensano con ottimi risultati, obbligando a toglierci il cappello davanti all’eclettismo musicale e al songwriting del suo artefice.


 


 


 


 


 


 


 


 




Voto: 7/10


Genere: Garage-Blues / Pop-Rock


 


 




Musicisti:


Jack White – vocals, guitar, electric piano, acoustic guitar, bass, piano, drums


Adam Hoskins – acoustic guitar


Jake Orral – electric guitar


Jack Laurence – bass


Joey Glynn – bass


Bryn Davies – bass


Brooke Waggoner – organ, piano, electric piano


Olivia Jean – electric guitar, acoustic guitar, drums


Emily Bowland – clarinet, bass clarinet


Carla Azar – drums, percussion, maracas


Daru Jones – drums, tambourine


Patrick Keeler – drums


Lillie Mae Rische – fiddle


Fats Kaplin – fiddle, pedal steel guitar, mandolin


Pokey LaFarge – mandolin, backing vocals


Ruby Amanfu – vocals


Karen Elson – backing vocals


Laura Matula – backing vocals


Ryan Koenig – backing vocals


 


 




Brani:


01. Missing Pieces


02. Sixteen Saltines


03. Freedom At 21


04. Love Interruption


05. Blunderbuss


06. Hypocritical Kiss


07. Weep Themselves to Sleep


08. I’m Shakin’


09. Trash Tongue Talker


10. Hip (Eponymous) Poor Boy


11. I Guess I Should Go To Sleep


12. On And On And On


13. Take Me With You When You Go


 


 


 




Links:


Jack White: www.jackwhiteiii.com


Third Man Records: www.thirdmanrecords.com