THE KILLS | Blood Pressures

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The Kills
Blood Pressures
Domino Records - distr. Self
2011

Blood Pressures, quarta fatica in studio del duo angloamericano The Kills, e’ un disco che parte forte e a razzo, con i ficcanti due-tre accordi chitarristici di Future Starts Slow, un cavernicolo “garage stomp” che monta su drum machine e tastiere molto anni Ottanta, moquette strumentale per un fenomenale refrain vocale a due voci, sexy e ammiccante che piu’ non si potrebbe. Il guaio (e il dispiacere) e’ che strada facendo la coppia perde di frequente l’orientamento e la bussola, naufragando in sterili e banali esperimenti tra la torch song e la ballad per piano-voce in chiave Beatles/John Lennon (Wild Charms e The Last Goodbye) oppure in poco convincenti incroci estetici che sembrano far combaciare i Blondie e i Boss Hog con l’ultima fase (terminale?) di PJ Harvey (Damned If She Do).


 



Il look disfatto da “loser” intellettualoide di Jamie Hince e l’appeal strafichissimo e sensualissimo di Alison Mosshart restano fortissimi in video e dal vivo. Al contrario, i fatti, musicalmente parlando, andavano assai meglio due o tre album addietro. In Blood Pressures circola solo un “plastic garage-pop” subdolamente travestito con toni e riverberi di chitarra secchi e ruvidi e una drum-machine alla Suicide che fa il suo “lurido” dovere con qualche rumorino ed effetto di disturbo (Nail In My Coffin). Mancano idee “shock”, variazioni chiave, escorazioni cerebrali. Il giro folk-surf-blues di Pots And Pans e il rifferama di Heart Is A Beating Drum ti entrano facilmente in testa, ma con altrettanta rapidita’ volano via, senza colpo ferire. Il primo singolo estratto, Satellite, para dalle parti di un cantilenante country-reggae piratesco mentre il blues-garage di You Don’t Own The Road e’ solo un fantasma stilizzato del genere, senza viscere e budella. Qualche graffio in piu’ lo provocano solo DNA e l’europ di Baby Say. Con buona pace di tutti i legami (la Mosshart e’ parte dei Dead Weather di Jack White) e frequenti paragoni tra il duo e i White Stripes, che anche quando non s’impegnano stanno pur sempre su un altro pianeta.


 




Voto: 6/10


Genere: Garage-Pop / Alternative Rock


 


 




Musicisti:


Alison Mosshart – vocals, guitar


Jamie Hince – guitar, vocals, mellotron, piano, drums, drum machine


 


 


 




Brani:


01. Future Starts Slow


02. Satellite


03. Heart Is A Beating Drum


04. Nail In My Coffin


05. Wild Charms


06. DNA


07. Baby Says


08. The Last Goodbye


09. Damned If She Do


10. You Don’t Own The Road


11. Pots and Pans


 


 


 




Links:


The Kills: www.thekills.tv/index.php


Domino Records: www.dominorecordco.com