Polivalente sembrerebbe tra gli aggettivi più calzanti per inquadrare lo sfaccettato impegno in arte del nostro intervistato: strumentista, autore, didatta, produttore e promotore musicale, Alessandro Fedrigo estende la sua partecipazione al fronte ulteriore della rappresentanza di categoria con MIDJ, votato alle figure professionali del jazz nazionale.

Co-leader di XYQuartet, e titolare dunque di nusica.org, peculiare etichetta no-profit orientata a promozione e didattica, che quanto al proprio parterre discografico ha da tempo valicato i confini nazionali, e che ha visto il suo sviluppo nell’arco di quest’ultimo decennio, puntando verso la vigilia della venti uscite, inaugurate con una performance in solo proprio del Nostro (“Solitario” del 2011), devoluto al peculiare e raro basso acustico (da non confondere con il contrabbasso e ancor meno con il chitarrone dei complessi Mariachi): di tutto ciò – ed altro – approfondiamo la conoscenza in forma di conversazione con l’artista trevigiano.

 

 

Scelta strumentale principe: basso acustico (magari non solo). Ragioni della scelta e approccio tecnico.

In realtà sono un bassista elettrico, ho suonato principalmente il basso fretless per tanti anni poi, credo nel 2005 o 2006, vidi un bellissimo concerto di un musicista irlandese, Ronan Guilfoyle, che suonava appunto un basso acustico e da li iniziò la mia esplorazione di questo particolare strumento.

Ultimamente però sono tornato a suonare lo strumento elettrico per lo più, anche mescolato ad effetti o all’elettronica. Mi succede che dopo un po’ sento l’esigenza di sperimentare nuove sonorità e mi muovo tra questi due strumenti. Il basso acustico mi ha consentito di esplorare la dimensione del solo in modo “francescano”, cioè senza amplificazione e lì ho esplorato le possibilità armoniche dello strumento e rinforzato un concetto di composizione che si basa su pochi elementi: intervalli, serie e insiemi di note ma con attenzione alla forma. Poi ora con il basso elettrico la palette di “colori” si sta espandendo sempre più, vediamo cosa succederà…

 

MIDJ: traguardi conseguiti, futuri obiettivi.

Credo molto nella necessità di avere una associazione nazionale che tuteli la figura del musicista di jazz in Italia e che crei le condizioni per un miglioramento della nostra condizione. Faccio parte del direttivo dell’associazione e stiamo lavorando con grande coesione e con un confronto franco, credo che sia un momento importante per il nostro mondo, MIDJ (Musicisti Italiani di Jazz) ha collaborato a creare le condizioni per sostenere l’attività artistica attraverso bandi, sta lavorando per un miglioramento delle condizioni fiscali e previdenziali, fa consulenza legale, sta creando una rete di comitati regionali. Una volta al mese saremo online con una sorta di trasmissione in diretta sui social per parlare del mondo del jazz italiano ed imparare a conoscerlo meglio. Sono fiducioso, c’è molto da fare.

 

Come è stato vissuto il recente periodo di crisi? Il lockdown ha piagato ma non del tutto annichilito l’arte.

È stato per me un periodo molto complicato, mi sono ritrovato da solo con la mia bimba di 4 anni a casa (mia moglie ha lavorato molto intensamente in quel periodo) e tutte le attività – i tour, le rassegne e i CD – sembravano congelati e impossibili da realizzare. Allora ho deciso di applicarmi in ambito elettronico, c’erano dei software che da tempo desideravo approfondire e nel poco tempo disponibile ho esplorato questo ambito. Da queste sperimentazioni sono nate delle composizioni anche con elementi visuali che confluiranno a breve una performance multimediale dove mescolerò video, fotografia, field recordings, improvvisazione e elettronica.

 

Naturalmente, nusica.org e la sua filosofia.

nusica.org è la creatura che abbiamo concepito Nicola Fazzini ed io ormai dieci anni fa.

L’idea è che si occupi di tutte le cose che servono ad un musicista creativo nella sua professione, dunque è etichetta discografica, si occupa di didattica con le Università di Padova e Venezia, ha un ufficio stampa, una social media manager, organizza due rassegne di concerti (Jazz Area Metropolitana e Sile Jazz), ed è agenzia di booking per gli artisti che collaborano al progetto. Poi nello specifico siamo molto interessati ad utilizzare il web per far conoscere e promuovere i nostri artisti e cerchiamo di diffondere il jazz contemporaneo nel nostro territorio per creare sempre maggiori opportunità di scambio e ascolto.

 

Così come la label è portatrice (negli intenti) di una certa etica, ritieni che lo sia anche l’esperienza della performance?

Bella domanda: l’etica è un tema importante, credo che un artista debba essere un portatore di “valori”. Per noi i temi fondamentali sono la ricerca, l’ambiente, la diffusione della creatività.

Il progetto nusica.org ha coinvolto molti musicisti, la parte label è una delle componenti di un progetto più ampio. Abbiamo cercato di lavorare per i musicisti e con loro, e non sempre ci siamo riusciti, facendoli riflettere su cosa fanno, e sul perché lo fanno e  sulle modalità che utilizzano per veicolare il loro messaggio artistico. La performance è il luogo privilegiato della comunicazione con il pubblico: credo che si debba essere onesti e aver fatto un lavoro serio che in quella occasione “va in scena”, e considerare il fatto che c’è un pubblico col quale mettersi in comunicazione.

Ecco, e sono particolarmente soddisfatto del nostro XYQuartet perché credo ci sia una profondità, una coerenza e un messaggio musicale che è il frutto di un processo nel quale mi riconosco e che sono felice di portare in giro.

 

XYQuartet, per chi non lo conoscesse, è un’esperienza che andrebbe riconsiderata nelle sue ragioni e nella sua evoluzione.

È un gruppo nato 10 anni fa da un’idea precisa che con Nicola Fazzini condividevamo e condividiamo ancora: la volontà di sperimentare alcune formule improvvisative e declinarle in composizioni articolate, con una forma ed una estetica precisa. Inoltre, XYQuartet doveva essere un “laboratorio” nel senso che cercavamo dei musicisti vicini anche geograficamente e disposti a fare un lavoro sul lungo periodo. Abbiamo delle consuetudini, proviamo molto, impariamo a memoria tutti i pezzi e scambiamo molto sia sul piano musicale che umano. E’ una musica che si nutre di linguaggi differenti, in continua evoluzione. Abbiamo registrato quattro CD (il quarto è in uscita) e ci accingiamo a iniziare un nuovo progetto multimediale dedicato alla figura di Dante con un ospite speciale che sicuramente aprirà nuove porte.

 

Bop, Free, Musica da Camera, Estetica del Novecento, alcuni tra gli ingredienti identificati nell’ensemble: cosa non ne abbiamo colto?

Direi che è una analisi perfetta; alcuni ci avvicinano a certo “prog” più sperimentale (Henry Cow) e ci sta, ora faremo un lavoro che ci farà esplorare la musica medioevale, che è un argomento molto interessante.

Trovo che nel tempo abbiamo individuato delle aree musicali stimolanti che dobbiamo ancora approfondire molto, sia per quanto riguarda i materiali della “costruzione” musicale che per quanto riguarda il rapporto tra composizione e improvvisazione.

 

Qual è l’attuale bilancio dell’etichetta?

Il bilancio è positivo, sicuramente, noi produciamo pochi dischi l’anno perché desideriamo dedicare il massimo delle energie ad ogni progetto. Abbiamo collaborato bene con molti musicisti e continueremo ma le domande che mi sto ponendo da un po’ di tempo sono: che senso ha stampare cd oggi? Ci sono altri modi più interessanti di proporre la musica? Forse possiamo pensare a superare questo modello di relazione con il pubblico? Mi sembra che le opportunità offerte dai nuovi media possano offrire delle possibilità creative stimolanti, come coglierle? Ecco se troverò qualche risposta a queste domande sarò sicuramente più soddisfatto.

 

Avete certamente sconfinato dal “milieu” nazionale per interagire con musicisti stranieri di eterogenea estrazione, in certi casi ospitandoli sui vostri solchi.

Certo, in questi anni abbiamo collaborato con musicisti molto interessanti e diversi tra loro: Amir ElSaffar, Samuel Blaser, Nick Fraser, Francois Houle, ognuno di loro ci ha arricchito e stimolato. Sono tutti musicisti con una forte personalità e formidabili esperienze alle spalle, con loro abbiamo scambiato le nostre composizioni ed è stato interessante vedere come reagivano e come interpretavano il materiale.

 

E domani?

Per nusica.org è in uscita il prossimo CD di XYQuartet intitolato QuartettoQuartetto, vedrà un incontro tra XYQuartet e un quartetto di giovani e bravissimi percussionisti classici, il Quartetto di Percussioni Pedrollo.

E’ un progetto molto originale, che nasce dalla collaborazione della label con il Conservatorio di Vicenza, il CD uscirà anche per JazzIt e sarà presentato al Festival Jazz di Vicenza. È stato un incontro molto bello che ha arricchito la nostra musica con orchestrazioni imponenti dove abbiamo utilizzato tutto l’arsenale delle percussioni classiche (timpani, marimbas, campane tubolari, vibrafoni, glockenspiel e tante altre). Siamo affascinati dalla musica contemporanea e dall’uso delle percussioni che ne è stato fatto, è stato un modo per approfondire questo mondo.

Inoltre, staremmo per andare in tour (Covid permettendo) in Estonia, Finlandia, Polonia, Austria e Lettonia. Poi, presenterò un lavoro commissionatomi dalla città di Treviso, si chiama Urb_Ex, una performance multidimensionale in cui uso il laptop, il basso e, tra field recordings, immagini fotografiche e video, desidero creare un ambiente immersivo. Nel frattempo con XYQuartet metteremo in scena, come detto, uno spettacolo teatrale con la voce di John De Leo dedicato all’Inferno di Dante, altro spettacolo multimediale molto particolare per cui stiamo scrivendo le musiche. Insomma… non mi annoierò di sicuro.

 

Una risposta (o un aforisma) a piacere.

the journey is the reward

(…facendo questo lavoro, ho imparato che ci vuole molto tempo – per me – per raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato, è un lavoro da agricoltore, per usare una metafora, o da maratoneta; le cose si sviluppano molto lentamente e hanno bisogno di cura costante, tanto che quando raggiungo un obiettivo mi rendo conto che la cosa più importante è stata il processo che ho utilizzato per arrivarci).

…c’è sempre da apprendere…

 

Foto di Damiano Ricca & Andrea Rotili

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Alessandro Fedrigo

nusica.org