ALBERTO N. A. TURRA: si riparte sul Binario 7

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Lui e’ Alberto N. A. Turra, chitarrista, arrangiatore, improvvisatore e compositore. E’ qui con noi per parlarci della seconda edizione di Terra: percorsi di musica rinnovabile, stagione musicale di cui e’ direttore artistico insieme a Basilio Santoro. Sono tanti gli appuntamenti che caratterizzano questa nuova edizione di un evento che gia’ l’anno scorso e’ stato molto apprezzato da parte del pubblico che ha riempito il Teatro Binario 7 di Monza in ogni ordine di posto.



Quest’anno si parte il 15 ottobre con la balkan music nord italica della Babbutzi Orkestar e si proseguira’ poi nei mesi successivi con Andrea Labanca, Stefano Vergani, Sarah Stride e 2Pigeons, sino ad arrivare alle nuove produzioni di EquiVoci Musicali con la mezzosoprano Rachel O’Brian, il quartetto Stravaganza ed il Rhapsodija Trio; il preziosissimo contributo di Alfio Antico, Raffaele Brancati e Basilio Santoro sara’ contenuto tutto nella loro Teoria della Sicilia e in chiusura di stagione sara’ possibile ascoltare il folk camuno de I Luf. Tutti i retroscena (e non) di questa nuova edizione di Terra ce li ha svelati Alberto N. A. Turra nel corso di questa intervista che ha rilasciato a noi di SoundContest.com.



 


Sound Contest: La prima domanda e’ d’obbligo: al di la’ dei singoli eventi che ovviamente saranno diversi rispetto a quelli della precedente stagione, quali sono le novita’ della nuova edizione di ‘Terra’?


Alberto N. A. Turra: La prima novita’ e’ quella di aver reso meno netta la separazione tra capitoli (classica, jazz/contemporanea, radiofonica), scelta programmatica della precedente stagione; la seconda, invece, riguarda una maggiore attenzione alla canzone d’autore, senza mai trascurare altri aspetti per noi molto importanti legati alla musica classica, alle espressioni contemporanee (in senso eurocolto e in senso letterale) e alla musica dal mondo.  In questo senso e’ paradigmatico lo spettacolo/concerto di Basilio Santoro, Alfio Antico e Raffaele Brancati intitolato “Teoria della Sicilia”: vi ritroveremo momenti di grande musica folklorica (Antico) vicina ad improvvisazioni in chiave contemporanea/jazzistica (Brancati) all’interno di una narrazione sulla sicilianita’ (Santoro) direttamente dalle parole e dalle note di tre siciliani doc.


Posso dire con serenita’ che anche gli altri concerti hanno la qualita’ intrinseca di contenere piu’ linguaggi, anche e per certi versi soprattutto, i concerti dei cantautori (Vergani, Labanca, Sarah Stride).


È un cartellone davvero eterogeneo: ogni artista all’interno della propria proposta possiede una grande quantita’ di sfumature.



 


La nuova stagione si aprira’ con la Babbutzi Orkestar, che, stando al programma, dovrebbe essere la band che si allontana di piu’ dall’Italia per le sue sonorita’. Come mai questa scelta? (Ricorda un pò quella dell’anno scorso della Mamud Band).


Si’, ci e’ sembrato divertente (e quindi doveroso) ripetere l’esperienza di un opening act che fosse una festa.


L’anno scorso questa festa si e’ svolta in Niger con la musica di Mamud Band, invece quest’anno si svolgera’ con la Babbutzi Orkestar in un luogo non meglio identificato tra i Balcani.


Ricordo che il movente piu’ importante di Terra e’ l’attenzione alle musiche dal mondo e dal territorio: quando le musiche dal mondo vengono capite, studiate, vissute e suonate in modo cosi’ pertinente da artisti che vivono nel territorio, vuol dire che noi affidiamo il palco con piacere e soddisfazione a questi musicisti portatori di culture (solo) geograficamente lontane.



 


A proposito invece della musica nostrana, quest’anno darete piu’ spazio a cantautori emergenti. Quando avete deciso di muovervi in questa direzione?


Quando di preciso non so dire, piu’ interessante e’ il perche’: questi artisti sono degni di un’attenzione molto piu’ alta di quella che normalmente hanno, perche’ riflettono sul quotidiano con lucida analisi e sono forieri di una poetica nuova, consapevole, da ascoltare e da promuovere. E’ importante per la nostra salute. Poi definire emergenti questi artisti e’ d’obbligo soltanto perche’ i dischi pubblicati finora sono uno, al massimo due, ma sono personaggi in circolazione da almeno un decennio con collaborazioni e tour di tutto rispetto.


Il teatro per un cantautore puo’ essere veramente il luogo d’elezione: l’attenzione e l’ascolto che si ottengono in un teatro sono molto piu’ alti di quelli percepiti in un club.



 


Altra domanda sui cantautori coinvolti nella stagione imminente. Andrea Labanca e’ forse quello piu’ teatrale, Sarah Stride e’ probabilmente quella che fonde meglio il cantautorato con sonorita’ post rock e in un certo senso Stefano Vergani si colloca nel mezzo. In che modo pero’ secondo te questi tre artisti trasmettono il loro messaggio in sintonia con l’idea di ‘Terra’? Ritieni che abbiano degli elementi in comune loro tre?


Hanno in comune due cose: il fatto di agire, lavorare e vivere da anni tra Milano, la Brianza e il resto del mondo e in secondo luogo il fatto di essere davvero bravi ognuno nel proprio ambito. Riteniamo che questi due aspetti siano decisamente in sintonia con lo spirito della stagione e aggiungerei che la distanza di stili e linguaggi tra questi tre artisti e’ abissale. L’etichetta ‘cantautoratò, che per comodita’ comunicativa utilizziamo, non descrive esaustivamente nessuno di loro…e’ ovvio: sotto l’effige di cantautore si nascondono talenti molto distinti e quest’anno abbiamo avuto l’onore di ospitare tre realta’ molto rappresentative di quanto puo’ essere sfaccettato anche oggi questo universo, questa forma d’arte.



 


La serata piu’ elettronica dovrebbe essere quella dei 2Pigeons. Presumo che tu abbia gia’ ascoltato i pezzi del loro secondo album, perche’ in alcuni di essi, se non sbaglio, hai anche partecipato con la tua chitarra. Cosa ci puoi anticipare del loro nuovo lavoro?


Ritengo che il progetto 2Pigeons sia tra le proposte piu’ interessanti e internazionali che l’Italia della musica indipendente abbia offerto da alcuni anni a questa parte. Non mi aspettavo niente di meno dai personaggi che lo abitano (Kole Laka gia’ con East Rodeo, Capovilla, Miro’, e Chiara Castello gia’ con Museo Kabikoff). Producono musica (in due e tassativamente live, no pc!) dagli effetti davvero trasversali: il primo e piu’ importante effetto consiste nella voglia di ballare che insinuano nell’ascoltatore; in cascata possiamo godere di un alto grado di interesse ritmico, melodico, timbrico, poliritmico; la prima volta che li ho ascoltati ho pensato ai Moloko convinti a farsi trasfigurare dalle Charming Hostess. Impavidi ma intelligenti.



 


L’anno scorso avete rivisitato in tre apposite serate le produzioni di Luigi Tenco, Giorgio Gaber e Pierpaolo Pasolini. In questa stagione avete cambiato quasi impostazione da questo punto di vista e in un appuntamento renderete omaggio ad Ambrogio Fogar, mitico esploratore italiano costretto alla paralisi per 13 anni dopo un grave incidente avvenuto durante il raid Parigi-Mosca-Pechino il 12 settembre 1992. Cosa ci puoi rivelare in anteprima riguardo a tale spettacolo?


Preferirei non dare anteprime soprattutto in considerazione del fatto che la qualita’ degli spettacoli curati da Equivoci Musicali risiede proprio nella sorpresa che lo spettatore prova nell’osservare come siano possibili certi accostamenti tra l’attualita’ e Mozart, per esempio, o per proseguire con l’esempio citato, tra Fogar e la Lirica.



 


La medesima serata dedicata a Fogar e’ anche uno dei tre appuntamenti prodotti da EquiVoci Musicali, Associazione Culturale che anche quest’anno curera’ l’aspetto classico della stagione. In che modo si e’ evoluta la collaborazione con tale Associazione?


Conosco “EquiVoci” dai giorni della sua nascita nelle persone di Rachel O’Brian (affermata mezzosoprano attiva da molti anni a Milano) e Andrea Zaniboni e abbiamo collaborato in numerose occasioni. Mi e’ sempre piaciuta la loro missione (trovare nuove strade per veicolare la musica classica e la lirica producendo l’ottimo effetto della rivitalizzazione) unita alla sobrieta’ con cui l’hanno sempre praticata. Dal momento in cui mi e’ stata proposta la direzione artistica di una realta’ cosi’ interessante come la stagione musicale del Teatro Binario7, ho pensato immediatamente a loro come curatori dell’aspetto “classico”.



 


Basilio Santoro condivide ancora con te la direzione artistica di ‘Terra’? Quest’anno mi pare di capire che dara’ ancora piu’ spazio al suo lato teatrale, piu’ che a quello radiofonico. Sara’ davvero cosi’?


Certo, anche quest’anno avro’ Basilio come compagno di viaggio. Visto il grande successo del suo spettacolo su Gaber, “Illogici spostamenti del cuore” della scorsa stagione, era importante che procedesse e investisse sempre di piu’ in quella direzione. Quest’anno lo fara’, come dicevo prima, con “Teoria della Sicilia” e forse con altre collaborazioni a sorpresa sempre all’interno della stagione.



 


L’ultima domanda la pongo al musicista e non al direttore artistico di ‘Terra’. In quali altri progetti sarai coinvolto nei prossimi mesi?


In questo momento ti scrivo dallo studio in cui sto seguendo le registrazioni del disco di Sarah Stride in qualita’ di chitarrista, arrangiatore e produttore artistico. Continua la collaborazione in veste di chitarrista della Mamud Band, super band di AfroFunk capitanata dal percussionista Lorenzo Gasperoni (suoneremo un venerdi’ al mese alla Salumeria della Musica durante il prossimo autunno, mentre prosegue la preproduzione del prossimo disco) e allo stesso modo procede la promozione del disco “Sacred Ground” del trio International Troubadours, presentato qualche mese fa a Monza, quest’estate al festival della musica classica di Levanto e per dieci giorni consecutivi alla festa dell’unita’ di Bologna in compagnia di Corrado Accordino, Alberto Astorri e altri amici; il 9 novembre lo presenteremo al Conservatorio di Trento all’interno del festival curato dal Maestro Emilio Galante. Tra le novita’ e’ d’obbligo citare le musiche scritte per il video d’arte nato da un’idea/visione del Maestro Gio’ Fronti e realizzato magistralmente dalla regista Alessandra Pescetta, intenso tributo ai fatti di Fukushima e al Giappone, che uscira’ prossimamente. Sul fronte della composizione per la danza contemporanea, si e’ sviluppato un fortunato legame con il coreografo Deveraj Thimmaia con il quale nei mesi scorsi e’ stata messa in scena la piece “Arranged marriage” al The Place e al Royal Opera House, entrambi a Londra. Siamo in attesa di sviluppi per la prossima produzione intitolata “Curfew”.



 


Bene. Termina qui la lunga e piacevole chiacchierata con Alberto N. A. Turra e ovviamente lo ringraziamo per la sua disponibilita’.




 


Link:


Video di presentazione di “Terra: percorsi di musica rinnovabile” http://www.youtube.com/watch?v=85T3hEHjNrc



 


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