CHRISTIAN WALLUMRØD ENSEMBLE | Many

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CHRISTIAN WALLUMRØD ENSEMBLE
Many
Hubro music HUBRO LP/CD 3631/2631
2020

Con regolare cadenza temporale e coerente speculazione (anti-)estetica il pianista, autore e pensatore norvegese Christian Wallumrød, persiste nella sua serialità d’ensemble con un lavoro di poco successivo alla triplice (e sensazionale) nuova sortita discografica nell’originale quartetto di neo-avant-garde Dans les Arbres, nonché alla ormai parallela esperienza Brutter (in associazione al fratello Fredrik).

“Many” in buona sostanza riconferma i tópoi della ricerca e della visionarietà del Nostro, mantenendo la medesima line-up rispetto al precedente “Kurzsam and Fulger” e coinvolgendo apertamente il collettivo nelle soluzioni d’arrangiamento, originalmente inusuali quanto disarmanti nel più delle loro espressioni, tali le pulsazioni sottili, che progressivamente acquisiscono organica densità, nell’introduttiva Oh gorge che manifesta il trattamento “globale” della meccanica del pianoforte e l’innesto di tappeti elettronici da parte di tutti i partecipanti in sinergia, contribuendo ad intessere una sonorità molecolare e fluorescente.

Corde di pianoforte e lamine di vibrafono risuonano riverberanti e remote nel contemplativo 50/80 , antifonale e diafano passaggio in cui s’accodano con gusto anticato (in realtà trans-temporale) violoncello e flauti di legno; l’ensemble assume bruscamente grinta materica nella livida e petrosa Danszaal, alle cui iterazioni stranianti e alla cui scabra fisionomia contribuiscono i fiati di Eivind Lønning ed Espen Reinertsen (di loro, associati nell’estremo duo Streifenjunko), confermandosi il fido Per Oddvar Johansen nella dis-imbastitura del passo ritmico, quest’ultimo tra gli oggetti dell’acuta revisione di Wallumrød che, attenta alla metronomia con forzate (quanto suggestive) distorsioni, tende a stravolgerne lo slancio mercé il respiro difficile, segnando del Nostro uno dei marchi di fabbrica, dalla fruizione ostica ma nel contempo entusiasmanti (almeno per sintoniche orecchie).

Passaggio ulteriormente rarefatto e quasi immateriale, in Abysm il “core” musicale perviene comunque all’attenzione nel blando clangore da metalloidi orbitanti; si punta al nucleo della costruzione “minimale” nell’assertiva e veemente Staccotta, capricciosa e provocatoria, in cui la regia di Wallumrød ne conferma almeno la fisionomia da giocattolaio eccentrico (e sornione). Bizzarra ed ammiccante fin dal titolo, la fluviale El Johnton conferisce ampio spazio sonoro alla tastiera acustica del leader (in assenza peraltro di alcuna identificabile linea solistica), imbastendo in apparenza un brioso e fruibile tappeto fusion, di fatto collocando il risultante brano entro una vivace ed ondivaga arena comune, coabitata da paritari talenti quali un Bugge Wesseltoft; volumi ed energie si smorzano progressivamente nella breve estensione della conclusiva Dialect, vivente di iterazioni assai affini alla precedente Danszaal ma rispetto a questa meno veemente e drammatica, connotata anzi di inattese grazia e levità.

Ancora una volta si possono assumere tali materiali a paradigma della vincente contraddizione creativa della band, entro un persuasivo album che si giova del trattamento del veterano sound-engineer Helge Sten, vivente di un instabile bilanciamento e cimento tra materia concreta ed eterei estri, qui ridimensionando il ricorso a segni neo-rinascimentali e pseudo-barocchi, più correnti nelle precedenti orchestrazioni (e comunque non certo un’esclusiva del Nostro, nell’area Nu-jazz); in continuità ad una filiera che tuttora regolarmente si dipana a partire da “Sofienberg Variations“ (pubblicato già due decenni orsono), il presente lavoro perviene in coda senza porre in palese discussione il radicale operato, sul quale il neo-cinquantenne bandleader enuncia di continuare a “balzare con ardimento verso l’ignoto” – pur non operando su alcuna tabula rasa, anzi persistendo con peculiari elementi strutturanti su un’assai personale traiettoria di ricerca.

 

Musicisti:

Christian Wallumrød, pianoforte, harmonium, elettroniche
Eivind Lønning, tromba, elettroniche
Espen Reinertsen, sassofono, flauto a becco, elettroniche
Tove Törngren Brun, violoncello, elettroniche
Per Oddvar Johansen, batteria, vibrafono, elettroniche

 

Tracklist:

01. Oh gorge 4:04
02. 50-80 8:15
03. Danszaal 3:06
04. Abysm 5:09
05. Staccotta 1:43
06. El Johnton 14:23
07. Dialect 3:42

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Christian Wallumrød