ERLEND APNESETH TRIO w. MAJA S. K. RATKJE
Collage
Hubro music
2024
La formula ospitante qui registra una notevole espansione di ambizioni e resa, arruolando adesso lo sfaccettata figura della vocalist Maja S. K. Ratkje , in un progetto partente da un’inedita performance live del 2022, da passare poi alle cure di mixing del sodale collaboratore Jørgen Træen, con cui I materiali registrati sono stati “rielaborati e reinventati”.
Raramente abbiamo recepito l’asserzione circa “improvvisazioni trasformate in composizioni”, ma tale sembra la proposizione dei quattro, grazie alla “rinfrescante revisione” implementata anche da eterogenee registrazioni ambientali e sampling creativo.
È una sorta di stregonesco canto delle sirene che introduce l’ampio ventaglio delle risorse vocali della titolata ospite, aprente un’area sonora sui cui s’innestano i fermenti delle pulsanti elettroniche, la grezza apparizione delle corde dello Hardanger e le indocili figurazioni della percussioni, il tutto coalescente nelle guise di una potente dimensione del viaggio extracorporeo e della visione apocalittica.

Perfino la concisa, ma altamente strutturata Fjernklang rende ragioni e connotazioni ulteriori di uno scenario che si manterrà all’insegna dal ‘trip’ e della libertà formale durante le sette misure dell’album, dimensione artificiosa e “in cornice” di quanto s’immagina sia stato un appagante e pluridimensionale intercambio di talenti da palcoscenico.
La sensibile e lacerante Spor etter spor (mellom oss) sembra concedere maggior primo piano alle valenze espressive di Maja, la cui vocalità, atemporale e post-futurista, incarna ancestrale spirito femmineo e sciamanica trance.
Segni e spunti si ricombinano con efficacia nell’immateriale Kvi Søve Du , transitante verso la pulsazione sotterranea e misteriosa di Ein annan himmel, esponendo le energie frementi e disarticolate dell’intensa Fuglane II, concludendosi il programma nella ricomposizione degli impeti collettivi della distesa Atterkland.
Appare comunque limitativo ogni approccio descrittivo verso un programma che nella caleidoscopica libertà formale vive i propri tratti originali, potendoci limitare a rilevare un’ulteriore occasione d’apprezzamento della preziosa solista ed ideatrice, che conferisce aggiunti valori attrattivi ad un ‘combo’ qui investito nell’ulteriore evoluzione del proprio sound.

È questo sempre abilmente sostenuto dalla percussione agile di Øyvind Hegg-Lunde, dovendosi tributare opportuni plauso ed attenzione al multiforme ruolo del chitarrista-polistrumentista Stephan Meidell, nonché alle rinnovate invenzioni timbriche sull’arcaico strumento del titolare Erlend Apneseth, con più occasioni di trasfigurare se non stravolgere le voce dello Hardanger, non soltanto con il trattamento di processing o sampling.
Allargata a quartetto, la ternaria formazione norvegese esplicita in Collage (appropriato titolo!) una quasi radicale (nonché salutare) implementazione dei propri, già aperti canoni formali, rilanciando ‘inter pares’ anche il calibro creativo di un’ispirata coprotagonista.
Musicisti:
Erlend Apneseth, violino Hardanger
Stephan Meidell, chitarra baritono, live sampling, synth modulare
Øyvind Hegg-Lunde, batteria acustica ed elettronica, percussioni, timpani
con: Maja S. K. Ratkje, voce, elettroniche
Tracklist:
01. Tre Vegar 6:38
02. Fjernklang 1:36
03. Spor etter spor (mellom oss) 4:46
04. Kvi Søve Du 4:49
05. Ein annan himmel 5:13
06. Fuglane II 7:24
07. Atterklang 2:59
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