“Zero”, quando la musica diventa luogo. Primo EP per i Porto Raro

Non è solo un disco, ma uno spazio mentale e simbolico. “Zero” è il primo EP dei Porto Raro, viaggio sonoro tra armonie contemporanee e intuizioni liriche. Ogni brano è un varco, ogni suono una soglia. Un’opera che mescola fragilità e tensione con grande intensità emotiva.

Un caro saluto a voi, ragazzi. “Zero” ha un ruolo importante all’interno della vostra carriera musicale? Se sì, perché?

Si, assolutamente, perché è il nostro anno zero! Zero è lo spazio e il tempo che separano il prima e il dopo.

Da sempre appassionati di musica, scrittura e composizione, con Zero abbiamo avuto la possibilità di dare vita ad un lavoro inedito e di segnare l’inizio di un nuovo percorso artistico, e la fine di un altro. Figlio, ovviamente, del nostro passato, sia umano che artistico! D’altronde, la linea che separa vita e arte è estremamente sottile, ed è proprio lì che, nel nostro immaginario, posizioniamo Porto Raro!

Inoltre, sorge spontanea la difficoltà di catalogazione di un prodotto musicale del genere, dunque, pensiamo che lo zero, anno inesistente in storia, possa essere quello spazio liminale che permette alla nostra musica di prendere forma.

Avete un brano preferito nell’EP?

Difficile scegliere un brano preferito. Ti diremmo di no. Però Estrella En El Mar è indubbiamente il brano più importante per noi: primo singolo di Porto Raro, primo brano suonato alla nostra prima esibizione, grazie al quale ci siamo aggiudicati il Primo Premio Assoluto Nuovo Imaie al Premio Nazionale Aniello De Vita. Insomma, Estrella En El Mar è il brano delle prime volte, ed è anche il brano che sceglieremmo per rappresentare Porto Raro, se dovessimo sceglierne solamente uno.

“Zero” è un punto di partenza? Qual è la meta del viaggio?

Zero è esattamente in mezzo tra l’arrivo e la partenza. E’ la zona liminale che separa vita e arte. La meta del viaggio è Porto Raro, indubbiamente. In qualche modo, è sempre stata Porto Raro.
La meta è il viaggio stesso, la ricerca delle risposte alle domande che ogni giorno ci poniamo. Un viaggio che riflette sulla condizione dell’uomo, sul suo rapporto con l’amore, con l’inesorabile scorrere del tempo, con la fede e la ragione, con la consapevolezza della fugacità della vita e la voglia di lasciare un segno indelebile nel mondo.

Da dove deriva il vostro nome d’arte?

Inizialmente la scelta era ricaduta su Itaca, per legarci in maniera importante all’idea del viaggio di cui parlavamo prima e per omaggiare la poesia di Konstantinos Kavafis. Ma, come stavamo dicendo, in qualche modo è sempre stato Porto Raro, dovevamo solamente realizzarlo! D’altronde la nostra musica è nata in Cilento, in Via Portararo, e il nome Porto Raro ci è sembrata una scelta naturale. Un nome evocativo ed incisivo per un luogo che non esiste, ma che continuiamo a ricercare ogni giorno, sperando di non trovarlo mai.