Sonny and the Stork, tra rabbia e riscatto in “Concupiscenza” | INTERVISTA

Il nuovo brano del duo affonda le radici in esperienze personali e riflessioni intime. Nella tensione tra istinto e coscienza, la musica diventa sfogo, esorcismo, catarsi. E mentre il suono si fa viscerale, prende forma un manifesto di identità e resistenza.

 

 

Ciao, ragazzi. Da dove nasce l’ispirazione per il singolo “Concupiscenza”?

Ciao e grazie per l’opportunità,

“Concupiscenza” nasce da una Jam session blues finita con una compagnia ubriaca ed insistente che continuava a battere sullo stesso chiodo con affermazioni come “Che tipo di credibilità credi di avere se ti vesti in questo modo?” o “Ti porterei a comprare qualcosa di decente, così scoperesti molto di più!”. Tornato a casa e aiutato da stanchezza, incazzatura e da un sonno che non riusciva a prendere il sopravvento; presi una penna e senza occhiali, particolare rilevante dato il mio alto grado di cecità, scrissi in cinque secondi tutto il testo, con tutto il trasporto e la voglia di rispondere alle provocazioni che, in realtà, aleggiavano nella mia esperienza sociale da tempi immemori.

Il giorno dopo quasi non ricordavo l’accaduto ma, ritrovato il testo, misi giù la prima idea di melodia. Alle prove seguenti il brano era vivo!

Quali emozioni prevalgono all’interno del brano?

Le emozioni espresse nel brano sono contrastanti e molteplici, si può percepire paura, smarrimento e rabbia ma, anche presa di coscienza, sfogo e voglia di riscatto.

Sono emozioni negative e positive che rappresentano il tentativo di cogliere il negativo e cercare di riciclarlo in qualcosa di positivo e nuovo.

Il brano si struttura in tre cicli ripetuti, come un mantra. Quanto è stato importante questo elemento nella costruzione emotiva del pezzo?

E’ proprio grazie a questa struttura dinamica, sia musicale che emotiva che, il brano tenta di esprimere tutte le emozioni descritte nella risposta precedente. Questo aspetto è ricercato sia nella dinamica degli strumenti coinvolti sia nell’interpretazione vocale del cantato.

Avete già in mente qualche progetto per il futuro?

Al momento stiamo collaborando molto con altre band per dividere palchi e fare collaborazioni, crediamo fermamente nella libertà di espressione, nella condivisione e nella voglia di contaminarsi e contaminare creando una sorta di rete, nel cassetto abbiamo in cantiere un collettivo.

Altra importante speranza è quella di partecipare con l’album “Panta Rei”, preceduto dai due singoli già editi “Congenita” e “Concupiscenza”, al premio Tenco.

Chiudiamo la carrellata dei progetti futuri con l’idea di fare un EP basato sui suoni della risonanza magnetica che, parlerà del cervello.