Lunedì 22 settembre Piazza Plebiscito ha ospitato il concerto del cantautore Riccardo Cocciante, che, accompagnato da una band di undici elementi e sei coristi, ha deliziato con la sua inconfondibile voce, il folto ed appassionato pubblico napoletano.
Questa di Napoli è stata l’ultima data del tour “Io…Riccardo Cocciante”, spettacolo che ha ripercorso la sua carriera artistica, che si è articolata in oltre 40 album, cantati in tre lingue (italiano, francese e spagnolo, N.D.R.).
Un’alternanza di brani più e meno noti ha delineato la scaletta dello spettacolo, mentre Cocciante si è piacevolmente raccontato, introducendo quasi ogni brano con degli interessanti monologhi.
Ci ha innanzitutto parlato del suo non facile esordio musicale nel 1972, con il primo album – lo sperimentale “Mu” – del quale ha eseguito Ora Io Che Sono Luce ed Uomo.
Ha poi lanciato un’occhiata alla società odierna – dove siamo in tanti, ma spesso soli – ed ognuno sembra essere chiuso nel suo microcosmo: lui ce lo ha raccontato con la sua calzante Ammassati E Distanti ed ha ben descritto la giusta distanza che bisogna tenere in amore in Uniti No, Divisi No.
Cocciante ci ha inoltre confidato di aver dovuto cambiare vari nomi, per potersi rendere “vendibile” e “meglio ricordabile” in ambito discografico…ha assunto il cognome Conte perché il suo appariva troppo difficile e poco incisivo ed ha inciso i primi lavori traducendo il suo nome in francese: giunto al successo, è poi potuto ritornare a firmarsi con il suo vero nome e lo ha cantato con orgoglio in Il Mio Nome E’ Riccardo. Ecco le prime hit, le dolcissime Un Buco Nel Cuore e Cervo A Primavera, seguite dalla delicata e meno nota poesia musicale L’Odore Del Pane e dalla orchestrale Primavera.
E’ arrivato quindi il momento di Era Giá Tutto Previsto che, recentemente ed in maniera vincente, ha fatto da colonna sonora all’ultimo lavoro cinematografico di Sorrentino, “Parthenope”; l’hanno seguita la sempre bella Il Mare Dei Papaveri e la più’ recente Ti Amo Ancora Di Più, che ci hanno preparati all’ascolto dell’ acclamatissima A Mano A Mano, della quale Cocciante ha offerto una interpretazione dolce, contrapposta a quella rock che aveva – a suo tempo – realizzato Rino Gaetano in occasione del Q-Concert; in quella circostanza, Cocciante e Gaetano si esibirono insieme ai New Perigeo ed ebbero modo di scambiarsi i brani (Cocciante aveva interpretato Aida di Gaetano per ricambiarne il favore N.D.R.) e realizzarne uno corale, la ritmata Ancora Insieme.
L’ amicizia viene cantata nella sempreverde Un Nuovo Amico e l’energia e la forza emotiva del mito di Jimi Hendrix sono celebrate in Jimi Suona.
A due voci con Roberto Tiranti, che interpretò Romeo nella versione cocciantiana di Giulietta e Romeo, eccoci a cospetto della magia di Notre Dame De Paris, l’opera popolare per eccellenza, che ha ampiamente superato i venti anni dalla prima messa in scena: la magnifica Il Tempo Delle Cattedrali, la struggente Bella e la forza de I Clandestini ce ne raccontano e ricordano alcuni momenti fondamentali, tra i canti e gli applausi dei presenti.
Con un sentito ed emozionante omaggio a Pino Daniele, Cocciante si è mostrato padrone del dialetto napoletano mentre ha intonato, all’unisono con il pubblico, la sempre emozionante Napule E’.
Un attimo dopo, ci siamo ritrovati tutti rapiti dal fantasmagorico intro di Celeste Nostalgia, per sentirci immediatamente poi coinvolti nell’omaggio alle nostre comuni radici con La Nostra Lingua Italiana ed immedesimati nella tormentata genesi di Quando Finisce Un Amore.
La tenerezza di Vivi La Tua Vita, dedicata al figlio David, la magia della vita di coppia in Due, l’essenza dell’essere in Sincerità, la rabbia per le delusioni subite (non in amore – come si pensa – ma in ambito professionale, N.D.R.) in Bella Senz’Anima ci hanno regalato e svelato un Riccardo Cocciante dalle mille sfaccettature.
Non potevano infine mancare un pizzico di Poesia e le evergreen acclamatissime, Margherita – cantata in parte con il pubblico – e Se Stiamo Insieme, canzone vincitrice del Festival di Sanremo, edizione 1991.
Due i bis: il primo con la frizzante Io Canto e la sempre gradita Questione Di Feeling, durante la quale il pubblico duetta con Cocciante, visibilmente emozionato per questo dialogo con la platea partenopea.
Va fuori scena tra gli applausi, ma torna nuovamente sul palco per regalare ancora un brano, la spensierata In Bicicletta, durante la quale ha presentato i musicisti e si è accomiatato definitivamente da noi, promettendo che sarebbe tornato presto in città.
E questo perché ciò che aveva apertamente dichiarato in una intervista precedente al concerto – “Napoli è speciale, perché mi sente e io la sento” – si è verificato ed ha preso forma, momento per momento, in questa serata magica.









