I Blind Loops ci raccontano il loro primo singolo “Unflesh”

Blind Loops è un progetto in cui sonorità alternative, nu-jazz ed elettroniche convivono in una costruzione collettiva di sax, chitarra baritona, batteria e live electronics. Questi elementi si fondono in stratificazioni di groove, ritmi complessi e atmosfere ipnotiche. La musica si sviluppa dalla ripetizione quasi ossessiva di loop ispirati ai beat della musica elettronica, manipolati con l’improvvisazione e l’attitudine del jazz contemporaneo. Ne nasce un tessuto sonoro mutevole, dove interplay strumentale, sovrapposizioni di timbri e sperimentazione sonora generano dinamiche articolate e sorprendenti.

Esce venerdì 23 maggio 2025 il singolo di debutto dal titolo “Unflesh” per l’etichetta Record Y. I Blind Loops inaugurano così un percorso sonoro che sfida le convenzioni: unendo precisione elettronica e libertà improvvisativa in un primo brano che è manifesto di intenti.

Curiosi di approfondire questo nuovo progetto, sopra le righe e senza genere, li abbiamo intervistati per voi.

Unflesh” è il vostro esordio, ma prima di allora cosa c’era? Come vi siete conosciuti e che cosa vi ha spinto a formare i Blind Loops? Com’è la vostra formazione nello specifico?

Siamo tutti musicisti provenienti da ambiti legati alla musica elettronica, indie e nu-jazz, il gruppo è nato da qualche mese, come spesso accade dopo una semplice jam session in studio. La nostra formazione musicale è completa, ma questo fattore è determinante solo per quanto riguarda gli aspetti “lavorativi” del progetto: dal punto di vista creativo è irrilevante. (Frank Martino)

Cosa potete raccontarci a proposito del vostro nome, invece?

Alla base dei nostri brani ci sono loop ossessivi, creati principalmente con una chitarra baritona sordinata che suono in tapping come fosse un piano, ma essendo notevolmente processata risulta più simile ad un synth imperfetto. La chitarra è accordata in modo non convenzionale e questo mi rende praticamente cieco nel modo di suonare, perchè non so letteralmente le note reali che sto suonando. Da qui il nome Blind Loops. In Unflesh non suono la chitarra, ma un synth…il concetto però resta però identico. (Frank Martino)

Le vostre influenze musicali, che vanno dal nu-jazz all’elettronica. Quali sono gli spazi che possono avere questi generi musicali, dal momento che dal punto di vista editoriale, e forse anche live, non sono considerati?

Se avessimo ragionato dal punto di vista editoriale o commerciale, credo che avremmo aperto un ristorante di sushi. Cerchiamo di suonare qualcosa che ci dia soddisfazione e come dei roditori ci scaviamo dei piccoli spazi di sopravvivenza, confidando che un giorno i dinosauri ci lascino più spazio. (Luca Scapellato)

Unflesh” è l’inizio di qualcosa? Un disco? Fare singoli ha senso anche per quanto riguarda la musica strumentale?

Abbiamo quasi pronto un album intero. Se parliamo dal punto di vista commerciale, non esiste alcuna strategia specifica che si possa definire in assoluto “sensata”. E’ un discorso troppo lungo, ma certamente pubblicheremo singoli ed album. (Frank Martino)

E rispetto ai vostri progetti musicali in corso, o precedenti, che cosa vi aspettate dal percorso dei Blind Loops?

Per citare i Talking Heads: Stop Making Sense. (Luca Scapellato)