Osservando le ingenue sfumature a pastello di un video come quello che arreda il singolo “Il silenzio” ci rendiamo conto di quanto a volte non servano tanti orpelli per rendere potente una voce, una narrazione, un punto di vista. “Oltre” è l’esordio, giunto ormai in età matura, dunque tempo di consapevolezza e di scelte solide, di Greta Caserta. Disco raffinato che danza tra l’italiano e l’inglese, disco che ha dentro sfumature di world e di jazz… sfumature sempre, disco di semplicità pop, di canzone d’autore che plana nel rumore che ogni giorno prolifica ovunque.

 

OLTRE Album_Greta CasertaParlaci della produzione: come hai affrontato e gestito il lavoro di questo disco?

È stato un lavoro piuttosto lungo. I brani erano pronti da tempo, ma la scelta dell’arrangiatore mi ha richiesto una ricerca approfondita. Dopodiché c’è stata la scelta del quartetto (difficile anch’essa perché ogni quartetto ha un suono personale), del pianista e dei musicisti che hanno inciso alcuni assoli. Per tutti i contatti mi sono rivolta a colleghi con cui collaboro, persone di cui mi fido. L’ultimo step è stata la scelta dello studio di registrazione e del tecnico del suono. Anche qui ho fatto sopralluoghi in alcuni studi, principalmente per capire gli spazi e la tipologia di pianoforte presente (volevo un pianoforte acustico a mezza coda).

 

Percepisco molto un lavoro fatto di sintesi. Dunque di sottrazione… o sbaglio?

Ho voluto un suono totalmente acustico, una resa naturale. Brani in cui si possono percepire tutti gli strumenti, dove c’è spazio per i silenzi, dove ogni strumento può “respirare”.

Perché inseguire e raggiungere un suono dunque assai minimale?

Perché a volte per trasmettere un messaggio e determinate sensazioni, bastano pochi strumenti. Nel canto, per esempio, il lavoro di tecnica vocale si basa in buona parte sulla sottrazione, ovvero sull’eliminazione progressiva di meccanismi e atteggiamenti che impediscono la libertà di emissione.

L’elettronica troverà mai un posto principale nella tua musica? E qui l’hai usata?

In questo disco non l’ho usata. In futuro? Mai dire mai!

Un disco che in fondo parla di vita. Secondo te sei riuscita ad abbracciare tutto quello che avevi di dentro?

Quando riascolto i brani, mi sento bene, mi sento leggera… Quindi sì, credo di esserci riuscita!