GIACINTO PIRACCI SEPTET | Seven Tales Of Guilt

Il chitarrista compositore Giacinto Piracci, affiancato da altri sei valentissimi jazzisti, propone in "Seven Tales Of Guilt", sette storie in musica, sei delle quali originali, da lui composte, e la settima, in chiusura, di Duke Ellington.

GIACINTO PIRACCI SEPTET
Seven Tales Of Guilt
Dodicilune
2024

Tra le varie declinazioni della musica jazz, dalle forme  più melodiche e spesso più prevedibili a quelle più aspre e dissonanti, dalle strutture sorprendenti e inaspettate, il chitarrista e compositore Giacinto Piracci ha scelto per questo suo album Seven Tales Of Guilt una via tendenzialmente più vicina alla seconda, pur non trascurando una puntigliosa attenzione per l’armonia d’insieme.

A dispetto del brevissimo incipit And Darkly Bright, Are Bright In Dark Directed  che sembra preludere ad un ascolto tranquillo sebbene non privo di mistero, Piracci oppone subito la rievocazione di immagini che vanno dall’onirico all’inquieto, a tratti angoscianti, esplorando in chiave musicali gli stati d’animo che spesso di alternano nella vita di ciascuno.

I sette brani che compongono l’album – fatta eccezione per Heaven, di Edward Kennedy “The Duke” Ellington – sono tutti sue composizioni originali che fanno ampio uso di dissonanze e tempi dispari, c’è poco di scontato nelle sue strutture armoniche ma l’ascoltatore è posto sistematicamente di fronte a continui passaggi imprevedibili. La ripetizione di qualche tema semplifica l’impegno necessario ad assimilarne l’ascolto e rende l’insieme alla fine completamente fruibile.

Per quanto riguarda la formazione sono da sottolineare la cura e la generosità nel numero dei componenti – ben sette elementi – senza alcuna concessione al minimalismo timbrico vista l’ampia attenzione riservata ai fiati.

Nella costituzione suo septet, in affiancamento alla sua chitarra, Piracci “ha pescato” nel “mare magnum” dei jazzisti di altissimo livello che orbitano attorno alle scuole musicali campane e deve aver avuto un non indifferente imbarazzo nella scelta dei collaboratori a cui affidarsi.

Per l’occasione si è fatto affiancare da Umberto Muselli al sax tenore, Giulio Martino al sax soprano e tenore, Francesco Desiato al flauto alto, tenore e basso e al sax baritono – strumento difficile e faticoso di cui non si contano moltissimi professionisti – Ergio Valente al pianoforte, Umberto Lepore al contrabbasso e Leonardo De Lorenzo alla batteria.

La caratteristica decisiva per la scelta è stata l’indiscussa capacità di ciascuno di questi professionisti, dotati di una spiccata disposizione all’interplay, di produrre jazz verace, musica ispirata da un embrione nato dalla creatività di Piracci ma per la gran parte veracemente improvvisata, sviluppata dalla fantasia e dall’apporto artistico di ciascuno senza alcuna prevalenza di qualcuno sugli altri.

Accanto al tema struggente dell’Ospedale Delle Bambole, dal sapore latino, spicca quello iniziale di Bartleby che, prima di farsi contaminare dallo swing, più degli altri tradisce l’animo mediterraneo che percorre trasversalmente l’ensemble.

Una nota particolare non può non essere riservata ad Heaven, di Ellington, un autentico capolavoro che, al termine di ogni tormento narrato dal disco, rappresenta la promessa del Paradiso.

I risultati di tutto questo lavoro d’insieme sono dunque le sette storie, i sette racconti, le “seven tales”, che Piracci e i suoi hanno raccontato, senza economia di emozioni e sensazioni, anche drammatiche, sempre senza pudori e senza veli.

 

Genere: Contemporary Jazz, Latin Jazz, Swing

Musicisti:

Giacinto Piracci, guitar
Umberto Muselli, tenor sax
Giulio Martino, soprano sax, tenor sax
Francesco Desiato, flute, alto flute, bass flute, baritone sax
Ergio Valente, piano
Umberto Lepore, double bass
Leonardo De Lorenzo, drums

Brani:

01. And Darkly Bright, Are Bright In Dark Directed
02. Minor Figure
03. Haiku In Eight Bars
04. Finzioni
05. Ospedale Delle Bambole
06. Bartleby
07. Heaven

All compositions by Giacinto Piracci except Heaven by Duke Ellington

Produced by Giacinto Piracci and Maurizio Bizzochetti, Dodicilune

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