Devo ancora capirlo questo disco che Stefano Poletti (noto come videomaker di riferimento nella scena indie italiana) sforna come esordio di un progetto che la dice lunga (secondo la mia lettura) sin dal nome scelto da indossare ogni giorno: sono i FoFoForever. Per sempre fanciulli direi quasi, visto che le canzoni contenuto nel disco dal titolo “Canzoni contro il panico” somigliano a ballate colorate di primavera infantile, acquerelli tenui e spensieratezza, tra strumenti giocattolo e personaggi e parole di fantasia. Ma a tutto questo che sembra prepararci ad un ascolto per nostalgici in realtà disorienta e frantuma le aspettative: mi risultano canzoni troppo “liquide” e senza personalità che non capisco bene dove vogliano andare a parare, fanno gli adolescenti in video, nelle grafiche a firma di Davide Toffolo. E detta così, sembrerebbe una critica un po’ in bilico… e invece no: è proprio questo che caratterizza per me l’ascolto di questo lavoro che sfoggia una personalità capace di non somigliare ad altro che trovo in giro. Almeno per la mia lettura, sia chiaro. E allora abbandoniamoci all’ascolto che entrar dentro la ragione e lo stile dei FoFoForever non è cosa automatica. Non è la banalità di un motivetto che ci aspetta. Ma non è neanche la ricerca pomposa degli adulti istruiti. E forse c’è sia l’uno che l’altro in questo modo di fare sintesi. Un disco che rompe le abitudini… ecco perché devo ancora capirlo.

 

 

FOFOFOREVERRaccontaci questo suono. Nasce da un’idea collettiva o è una direzione tua personale?

Il disco nasce come mia esigenza personale cantautorale di ripescare quell’indie degli esordi. Musica sbilenca e sperimentale, ma dal piglio Pop.

E come arriva tutto questo dalle tantissime contaminazioni indie / underground con cui hai interagito professionalmente?

Il disco segue il filone della musica a cui ho partecipato in questi anni. Si può infatti sentire l’influenza dei Pecksniff e de L’officina della camomilla nel modo di scrivere e arrangiare le canzoni.

 

 

Parliamo di video che è il tuo mondo principale se non erro. Il richiamo di MTV, un certo gusto retrò, adolescenziale… a cosa puntava tutto questo?

Volevamo realizzare un video semplice in cui si vedeva la “presa bene” della band. Proprio come i primi video su Mtv che puntavano a fare vedere la band e l’estetica musicale/visiva di quest’ultima.

E tornando al video di Ombrastella, chi e cosa rappresenta la signora anziana che tanto vuole partecipare alla festa?

Volevo sottolineare la voglia di fare festa e di divertirsi che scavalca le generazioni.

Il futuro? Saremo per sempre bambini?

Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano. Compito dell’arte è riportarli a quello stato di stupore verso le cose.