Fabrizio Zanotti e il nuovo singolo “Uranio”: un viaggio nella memoria di Chernobyl
Il 26 aprile 1986 il mondo assiste a uno dei disastri più devastanti della storia: l’esplosione di un reattore nella centrale nucleare di Chernobyl. Quasi quarant’anni dopo, Fabrizio Zanotti riporta alla luce l’angoscia e l’incertezza di quei giorni con il suo nuovo singolo Uranio.
Attraverso un mix evocativo di sonorità elettro-pop e cantautorato, l’artista dipinge un quadro vivido della paura collettiva scatenata dalla nube radioattiva che si diffuse sull’Europa. «A scuola ci dicevano di non mangiare insalata e funghi per il rischio di contaminazione. Ricordo funghi enormi, sembravano provenire da un’altra realtà», racconta Zanotti.
Uranio è più di una canzone: è un viaggio nella memoria e una riflessione sull’impatto duraturo di quegli eventi, oltre che sul ruolo dell’informazione. Se all’epoca le notizie circolavano lentamente, oggi viviamo in un flusso costante e immediato.
Ad accompagnare il brano, il videoclip realizzato in collaborazione con Vanessa Vidano, che intreccia immagini d’archivio per riportare lo spettatore ai momenti dell’incidente e alle sue conseguenze.
Video del brano URANIO
Biografia di Fabrizio Zanotti
Fabrizio Zanotti debutta nel 1991 con il duo folk Fabry & Banny, che ottiene successo con l’album Country Party e numerosi concerti in Italia e all’estero. Successivamente, il progetto evolve nella band Stazione Marconi, con cui pubblica Viaggiatori nel 1999 .
Nel 2003 fonda Foce Carmosina, progetto ispirato al cinema, e realizza il film-concerto Sacco e Vanzetti, canzoni d’amore e libertà e nel corso dell’anno 2007 avvia la carriera da solista con l’album Il ragno nella stanza, seguito nel 2010 da Pensieri corti, un concept album sulla vita contemporanea.
Vince nel 2011 il Concorso Nazionale di Musica e Poesia Giuseppe Moretti e l’anno successivo pubblica l’album dal vivo Sarò Libero! Dal 2013 porta il concerto Canzoni d’amore e libertà in Svizzera e Germania.
Tra le sue collaborazioni figurano artisti come Massimo Bubola, Claudio Lolli e Ken Stringfellow. Nel 2020, per il 75° anniversario della Liberazione, pubblica una rivisitazione di Bella ciao. Durante il lockdown realizza due instant song: L’Italia che si muove e La vita va avanti.
Pubblica nel 2023 il podcast D’Artagnan – eroi comuni che fanno la storia, mentre nel 2024 produce Ne valeva la pena, presentato alla Camera dei Deputati e alla Casa della Memoria di Roma.