“Dawn”: i RUT! e la forza dell’alba dopo la notte più lunga

I RUT! tornano con «Dawn», un brano nato da un’alba vera e vissuta, che diventa metafora di rinascita. In questo singolo la band esplora la fragilità, l’ironia e la spontaneità della vita, fondendo sound graffianti e atmosfere elettroniche in un racconto di luce e consapevolezza.

 

Quanto pesa il vissuto personale nel creare un brano come “Dawn”?

Siamo ciò che viviamo, che percepiamo e che ascoltiamo. Le nostre canzoni nascono proprio da questo: dalla spontaneità di ciò che siamo e dal desiderio di comunicare quello che sentiamo davvero.

Com’è stato lavorare alla produzione tra l’istinto del momento e la consapevolezza tecnica?

Ottima domanda, ma non è facile rispondere. In realtà, tutto coesiste: si parte da un’idea o da un’esperienza, si prova il pezzo in sala, poi si lavora sull’arrangiamento in studio. Non vorrei “tirarmela” dicendo che è tutto spontaneo, ma è davvero così. È un po’ come quando inizi a dipingere e un impulso interiore ti guida nelle scelte di forme e colori.

Qual è la vostra visione della musica oggi, soprattutto per una band che sperimenta generi?

Ci ispiriamo a molte band che, come noi, amano sperimentare con le sonorità e che proprio attraverso la sperimentazione hanno trovato la loro solidità e un sound inconfondibile. Sappiamo di avere ancora molta strada da fare, ma continuiamo a comporre e a metterci alla prova per raggiungere nuovi traguardi e costruire una personalità musicale sempre più solida e riconoscibile.

Quanto vi sentite liberi nella scena musicale italiana?

Liberissimi! Siamo ancora al 100% indipendenti e la scena musicale italiana è piena di artisti come noi, che si muovono nel sottobosco. È difficile, se non impossibile, pensare di accedere al mainstream con il nostro genere, ma non ci interessa molto, almeno non qui in Italia!

Cosa vi ha spinto a fondere generi come post-punk, grunge, elettronica e stoner?

Sono semplicemente le nostre influenze musicali. I nostri ascolti e le band che amiamo appartengono a quei mondi, quindi la fusione di generi nasce in modo del tutto naturale: è la nostra espressione artistica più autentica.

Cosa vi augurate che resti, anche solo come emozione, dopo l’ascolto del brano?

Al primo ascolto ci auguriamo che resti in mente il motivetto! Ma anche che nasca quella curiosità musicale che spinga ad ascoltare altri nostri brani.