Con “Fosse Delle Marianne” juanito canta i vuoti d’amore con verità

Nel suo ultimo singolo, l’artista torinese racconta cosa resta quando un amore si spegne e lascia il mare dentro. Con un linguaggio poetico e uno stile pop-urban diretto, juanito ci accompagna tra ferite e rinascita. L’intervista ne svela la visione, le influenze e una sensibilità fuori dal coro.

 

 

Un caro saluto a te, juanito. Se dovessi portare un verso di “Fosse Delle Marianne” all’attenzione del pubblico, quale sarebbe? Perché?

“tra decisioni avventate e sentimenti decimati, sarà dura depennarti dalla lista di ció che amo” a volte concludiamo dei rapporti, e non siamo in grado di comprendere cosa proviamo dopo; è dura far fronte a quel lasso di tempo confuso in cui i ricordi riaffiorano e ci mancano gli odori, le carezze e non sappiamo che fare del secondo spazzolino che abbiamo in bagno;

è difficile smettere di amarsi ma a volte è l’unica soluzione.

Se potessi dire una sola cosa a chi si sente “in fondo al mare” oggi, quale sarebbe?

Che tutto quello che sente è vero, che si trova realmente in quella situazione ma che non c’è altro modo di vivere autenticamente;

L’albero che si avvicina di più al cielo è quello che ha affondato le radici più in profondità.

Secondo te, il dolore d’amore è più creativo o distruttivo?

Dipende maggiormente da come siamo stati educati; io spero di ricordare a chi mi ascolta quanto è bello l’amore; una volta che lo capiamo, non siamo più attratti dalla violenza e dalla distruzione, e il nostro dolore è più facile che tramuti in arte.

Quanto conta, per te, il “mood” di una canzone?

10 mila miliardi di Rupie.