IVAN FRANCESCO BALLERINI | Cantando la storia dei Nativi Americani

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Un disco interessante per moltissimi aspetti quello di cui parliamo. Si intitola “Cavallo Pazzo” ed è l’opera prima di Ivan Francesco Ballerini, ormai anziano del mestiere musicale con anni di carriera da cantante e da performer alle spalle. Eppure soltanto ora trova la ragione per dare voce al suo primo lavoro di inediti che pubblica con orgoglio la RadiciMusic Records di Firenze restituendogli una cura grafica che ormai non ci stupisce più. Canzone d’autore classica e genuina, acqua e sapone, dal suono deciso del pop fatto a regola d’arte e direi anche antico nelle sfumature, volute in quel modo che riguarda e identifica i narratori, gli storyteller all’italiana maniera. E vien da pensare alle ballate di Fossati o agli orizzonti un poco irlandesi dei MCR, o anche alle volute romantiche di Ugo Mazzei. E dentro ci troviamo il mestiere e non il computer, ci troviamo il suono degli strumenti e non quello delle programmazioni. Un intero disco che Ivan Francesco Ballerini ha dedicato alla storia dei Nativi Americani senza abbandonare il gusto e la scusa buona per romanzarci su quanto basta e per deviare il tiro sulla sua vita personale. In rete il video ufficiale incorniciato dalla splendida regia di Nedo Baglioni.

 

 

 

Un disco questo che torna a riaccendere l’attenzione sul passato storico dell’America. I Nativi Americani, le grandi battaglie, ma anche la tradizione ed il quotidiano. Quanto c’è di storico e quanto frutto di tue edulcorazioni?

Bella domanda. Di storico c’è molto, basta leggere il testo del brano “Cavallo Pazzo”, e fare una piccola ricerca su Google per vedere che mi sono attenuto scrupolosamente a fatti storici. Anche in Mio fratello Coda Chiazzata parlo della strage avvenuta presso il fiume Sand Creek, già trattata Da Fabrizio de Andrè. Io ho ripreso quel fatto storico atroce, trattandolo da una prospettiva diversa e dando voce ad un personaggio di mia invenzione che deve incontrarsi con Coda Chiazzata per sferzare un attacco contro le truppe Statunitensi.

Quindi riassumendo, ci sono molti fatti storici… poi c’è molto della mia fantasia, la mia amata Maremma, i miei amori, il mio modo di vedere e interpretare la vita… spero un mix gradevole. Brani invece come Ragazza Sioux o Il canto di mia figlia, dedicato a mia figlia Eleonora, sono totalmente di mia invenzione.

 

E parlando di storia ci incuriosisce: le fonti di informazione? Quale tipo di ricerca hai portato avanti per questo lavoro?

Bellissima questione. Come prima cosa mi sono letto in modo molto scrupoloso la vita dei personaggi più importanti, Cavallo Pazzo, Toro Seduto, Nuvola Rossa, Coda Chiazzata, non limitandomi a esaminarne le gesta storiche, ma ho voluto approfondire quelli che fossero i legami che univano gli uni agli altri. Cavallo Pazzo era molto amico di Toro Seduto, per esempio. Nuvola Rossa svetta tra tutti… forse la persona più intelligente, che era riuscito in poco tempo a capire e a parlare la lingua degli europei. Era l’unico ad aver capito che la loro civiltà, la civiltà dei nativi Americani, non avrebbe potuto resistere molto tempo alla contaminazione della civiltà europea. Che il nomadismo dei nativi era destinato a scomparire… cosa che poi puntualmente è successa. È stato l’unico a cercare di tessere dei trattati di pace, per cercare di salvaguardare quel poco che restava da salvare. Personaggio davvero fantastico, quello che più mi è entrato nel cuore. A lui ho dedicato la canzone d’amore Gufo Grazioso, da cui poi abbiamo estratto il video promozionale, sotto la superba regia di Nedo Baglioni. Bellissima e tristissima la storia del matrimonio tra Nuvola Rossa e Gufo Grazioso, perché una giovane Siuox che lui aveva promesso di prendere in sposa, si suicidò quando venne a sapere che aveva scelto Gufo Grazioso. Nuvola Rossa la trovò impiccata davanti alla sua tenda, proprio la mattina del suo matrimonio… questa giovane ragazza si era impiccata durante la notte dei festeggiamenti per il dolore di non esser stata scelta.

 

Secondo te, la storia che arriva agli uomini, è una storia pulita, reale… oppure siamo sempre figli di una qualche alterazione, schivi e vittime di filtri con cui conoscere la storia?

Mah! Direi che oggi sui nativi Americani conosciamo tutta la verità.

Tuttavia dobbiamo pensare che la storia è scritta dagli uomini e che i punti vista di un dato fatto storico, possono cambiare, a seconda di chi lo descrive. Poi ci sono le incertezze storiche, pensiamo che sono fatti di fine ‘800, che non c’erano i mezzi di comunicazione attuali.

Parlaci del suono e degli arrangiamenti. Davvero una produzione interessante, dolce, pulita…

Un album sugli indiani d’America… ho voluto usare solo cose che li rappresentassero. Abbiamo usato le nostre dita, le nostre chitarre, le nostre voci… nulla di artefatto… non lo avrei trovato consono al disco né tantomeno a Ivan. Chitarre, voci, mandolini, tamburi… tutto registrato live… bestiale.

 

Sei rimasto molto attaccato a dettami classici. Come mai? Che rapporto hai con l’elettronica moderna?

Sono nato cantando. La musica è la mia vita. Ho iniziato a studiare pianoforte sul finire della quinta elementare. Ma lo strumento che mi fa impazzire è la chitarra… ma non una chitarra qualsiasi… la chitarra acustica. Quando le dita sfregano sulle corde, si crea un connubio, tra il mio corpo e il corpo della chitarra, qualcosa di magico che non riesco a spiegare a parole, è come se ci stessi facendo l’amore. La musica elettronica non mi appartiene, non la conosco…

 

A chiudere: vorrei puntare il focus sul video di Gufo Grazioso. Dov’è stato girato? Uno scenario che in qualche modo richiama quei territori…

Il video promozionale di Gufo Grazioso è stato girato interamente nel comune di Terranuova, ad un passo da casa mia. E’ un posto magico e bellissimo, che rappresenta appieno quello che deve essere stato lo scenario che si trovava davanti l’europeo che si trasferiva in una America incontaminata di fine ottocento… una America ancora intatta.