ALESSIA D’ANDREA | arriva “Luna d’inverno”

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Un esordio italiano, nel senso che parliamo del primo disco che la splendida Alessia D’Andrea scrive e registra interamente in italiano. Artista giovanissima che ha alle spalle già numerosissime pubblicazioni e pochissime di queste raggiungo il nostro paese. Oggi invece, guidata dalla Renilin Records, traduce il suo istinto in un lavoro che parla la nostra lingua e che intitola “Luna d’inverno”. Nuove canzoni, dieci tracce di cui soltanto una – traccia numero 7 dal titolo “Beyond the clouds” – trascina il gusto e l’ascolto di nuovo in terra straniera.

Un disco di grande pop nostrano contaminato di suoni e arrangiamenti che in realtà hanno poco a che fare col nostro modo di fare musica. Anche se dalle prime battute ritrovo con grande piacere un Ivano Fossati che non sentivo da tempo. Due battute rapite per gli amici di SoundContest.

 

Il primo disco in Italiano. C’è da chiedersi come mai la tua carriera fino ad ora non è mai approdata a questo?

Non è che io non abbia mai cantato in Italiano: ad esempio, erano brani scritti nella mia lingua madre quelli con cui ho vinto il “Premio Mia Martini”, il “Premio Musicultura”, quelli con cui sono arrivata in finale al “Festival di San Marino” o al “Cornetto Free Music Festival”, ecc.
Ma non ti nascondo che ho avuto risultati più evidenti all’estero cantando in Inglese. Detto ciò, volevo fortemente realizzare un album in Italiano e far conoscere anche questa parte di me.

 

Quanto c’è di autobiografico in quello che racconti?

L’ho già raccontato anche in qualche altra intervista: a dire il vero, non sono un’autrice molto autobiografica, mi considero di più un’osservatrice: ascolto e osservo molto le persone, mi piace lasciarmi trasportare nelle storie che hanno da raccontare… e quando ciò in cui mi imbatto cattura la mia attenzione, spesso ne escono fuori delle canzoni.

 

Nel disco c’è anche il brano “Beyond The Clouds”. Come mai questa traccia è in inglese?

Un po’ per perpetuare la “tradizione”: nel mio precedente album – “Alessia d’Andrea” – i brani erano tutti in Inglese, eccetto una traccia in Italiano, e ho voluto ripetere la cosa, questa volta al contrario, in maniera quasi speculare.

 

Un disco prodotto in Svezia, Germania, Usa e ovviamente in Italia. Cosa significa nello specifico? Cosa avete realizzato e dove?

Significa avere la possibilità di aprirti a modi di concepire la musica diversi, allargare un po’ le vedute e confrontarti con altri suoni, altre orecchie, altre professionalità. Personalmente credo che tutto ciò abbia contribuito a dare un taglio più internazionale agli arrangiamenti. Il tutto, sapientemente diretto dall’etichetta Renilin che si è occupata di scegliere le giuste figure professionali da avvicinare al mio progetto. Abbiamo registrato le voci ed alcuni strumenti in Italia, altri ancora in Svezia e Germania, ed il master è stato fatto negli Stati Uniti.

 

Alessia D’Andrea finalmente approda alla Warner anche se in passato hai avuto comunque grandi riscontri e riconoscimenti. Avere alle spalle un marchio così grande dal punto di vista istituzionale?

Come dicevi, mi è già capitato di vedere miei brani inseriti in compilation di multinazionali (sempre all’estero). In tutta sincerità, sembrerà paradossale, ma non mi stupisce più di tanto leggere il marchio di una major vicino ad una mia produzione. Oggi le cose sono molto cambiate rispetto ad una decina di anni fa, ad esempio. Per farla breve, credo molto nel potere della musica indipendente, credo infinitamente meno nelle chilometriche scuderie di artisti “parcheggiati” nelle major.

 

Tornerai al tuo inglese e al tuo mondo oltre confini oppure resterai per un po’ tra le righe italiane?

A me piace stare dove qualcuno mi ama:-) … e spero tanto con questo disco di poter arrivare al cuore del mio Paese. Intanto siamo già a lavoro, abbiamo ultimato 7 brani della prossima produzione (sempre “Renilin”) destinati in particolare al mercato americano. Le canzoni sono già nelle mani di un management negli Stati Uniti: saranno brani in Inglese ma ci sarà sempre un pezzo in Italiano a ricordare con fierezza le mie origini.

 

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Alessia D’Andrea